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Paese Sera - 20 aprile 1993
Droga, per Taradash è festa
L'amarezza della Jervolino

SOMMARIO: I commenti di Taradash, don Ciotti, don Mazzi, Jervolino, sulla vittoria dei sì nel referendum per la depenalizzazione dell'uso personale della droga (55,3% sì, 44,7% no).

(PAESE SERA, del 20 aprile 1993)

La droga spacca l'Italia. Il sì all'abrogazione degli articoli di legge che prevedono il carcere per chi fa uso di sostanze stupefacenti è quello, fra i quesiti referendari, che ha maggiormente diviso gli italiani. Che su questa delicata materia regnasse grande incertezza lo si era capito guardando gli schieramenti dei partiti. Ed una conferma alla contrapposizione è arrivata anche dai commenti dei risultati. Entusiasta l'antiproibizionista Marco Taradash (fra i promotori) che parla di "risultato straordinario: un segno che l'Italia diventa tollerante". Soddisfatto anche don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele di Torino, "è stata una vittoria del buon senso, nonostante in molti abbiano confuso la gente parlando di liberalizzazione della droga". Contento a metà Don Mazzi, della comunità Exodus: "C'è ancora una forte spaccatura, nonostante i fatti di San Patrignano (dove, ovviamente, hanno vinto i no, ndr) c'è ancora la metà degli italiani che crede nella repressione". Dal fronte degli sconfitti arriva la

voce del ministro della Pubblica Istruzione, Rosa Russo Jervolino (firmataria della legge parzialmente abrogata): "E' caduto un principio fondamentale del nostro ordinamento. D'ora in poi la prevenzione per la droga si farà come si fa quella sul fumo e sull'alcol". Forte disappunto anche da parte del Sap, il sindacato autonomo di polizia: "Il suicidio della gioventù è stato autorizzato - è il lapidario commento - A questo punto non capiamo cosa si vuole da noi. Andiamo verso un disastro irreversibile. Chi crede che di punto in bianco si creeranno strutture per tossicodipendenti si illude". Ma vediamo cosa cambia con l'abrogazione degli articoli della legge 309. I consumatori di droghe non saranno più soggetti a sanzioni penali e quindi non andranno più in carcere. Il concetto di "dose media giornaliera" viene abolito e passa ai giudici il compito di decidere caso per caso se si trovano davanti ad un consumatore o a uno spacciatore. I medici possono decidere quali farmaci sono necessari al paziente tossicoma

ne e non sono più tenuti a redigere la scheda sanitaria ed a trasmetterla al servizio per le tossicodipendenze.

 
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