SOMMARIO: A precisazione della precedente lettera inviata a tutti i deputati e senatori in cui si proponeva la costituzione di un nuovo "Gruppo parlamentare democratico" [testo n. 5369], Marco Pannella afferma di essere stato frainteso da molti poiché »non si tratta di ennesimi "intergruppi", di nuovi politburo da formare ma di aggregarsi, attorno alla sua responsabilità, sui tre punti indicati nella precedente lettera [difesa della legislatura, riforma elettorale anglosassone, sostegno a governi che pongano come primo obiettivo la riduzione del debito pubblico]. »Se fossimo entrati in questa crisi di Governo di già muniti di forza parlamentare e politica, l'esito sarebbe sicuramente stato positivo per la strategia che mi interessa e che in tantissimi mi dite di condividere . Per queste ragioni Pannella precisa che il suo invito alla costituzione del Gruppo Parlamentare Democratico ha un suo termine massimo con il termine della crisi
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Roma 26 aprile 1993
Caro collega,
ho deciso di puntare, con convinzione, nella attuale situazione storica italiana, sulla stabilità forte delle istituzioni quale condizione opportuna per effettuare nel migliore dei modi le radicali riforme che si impongono nel nostro paese.
Mi sembrava, e sembra, che un Parlamento cui gli eventi conferiscono per la prima volta una piena sovranità ed indipendenza debba esser vigorosamente difeso e affermato nella sua centralità politico-istituzionale, contro demagogie e irresponsabili impazienze distruttive.
Nel paese ho trovato e trovo risposte positive, sorprendenti di maturità e di fiducia. Mi sono esposto nella campagna referendaria proprio su questo fronte, che tutti gli altri hanno ritenuto troppo esposto e pericoloso. I riscontri che ne ho potuto trarre sono stati e sono davvero straordinari.
Nello svolgimento della crisi è invece fin qui mancato, e continua a mancare, la prova parlamentare e politica della fondatezza della mia scelta, con conseguenze assolutamente determinanti.
Al mio invito hanno fin qui risposto positivamente pochi colleghi, che ringrazio, la cui adesione non renderò nota perché era ed è relativa alla formazione di un grande, nuovo "Gruppo Democratico" alla Camera e anche al Senato. Fra di essi solamente sei di area di opposizione.
Chiedevo, e chiedo, una organizzazione politica dei parlamentari coerente con il venir meno dei referenti esterni, i partiti, quali veri gestori del potere di regime e parlamentare.
Molti mi hanno frainteso: non si tratta di ennesimi "intergruppi", di nuovi politburo da formare, così come non si tratta della richiesta di aiuto da parte di un collega o di un gruppo in difficoltà parlamentari o elettorali. Ho proposto tre punti e ragioni di aggregazione attorno alla mia responsabilità per effettuare un guado, per rimediare alla disgregazione impotente e rissosa, alle rassegnazioni ed alle nausee che circolano e ci impantanano, umanamente e politicamente, agli errori ed alla debolezza dei residui ordini o obiettivi o strategie che la maggior parte di noi apprende dai telegiornali o dalla stampa. Ho proposto, di certo, una mia leadership, per l'oggi, intanto; e cosa potevo e posso offrire d'altro? Non ho proposto né patti di sangue, né indissolubili vincoli partitici, ma solamente politica, un tratto di percorso, un metodo, degli obiettivi, una prospettiva - eventuale - per l'esterno ed il "dopo". Non sono orbo né di convinzioni, né di prospettive decorose, né di ascolto, né di funzion
i, e - men che mai - del peso di responsabilità che mi importino. Tutt'altro.
Voglio poter condurre una battaglia che dia per scontato "solamente" la continuità di questa legislatura, la possibilità che questo Parlamento effettui esso le riforme che - e se - vengono richieste. Il che comporta un certo tipo di Governo e di attribuzioni di responsabilità istituzionali secondo Costituzione.
Se fossimo entrati in questa crisi di Governo di già muniti di forza parlamentare e politica, l'esito sarebbe sicuramente stato positivo per la strategia che mi interessa e che in tantissimi mi dite di condividere. Non so se è tardi.
Non so se questo Parlamento voglia suicidarsi con l'alibi della fatalità del proprio assassinio. Non so se chi si situa storicamente nella "opposizione" sia capace solamente di seguire, inerte o recalcitrante non importa, scelte suicide anche e soprattutto per la propria collocazione politica ed ideale. Non so se la sgangheratezza con cui ci si è mossi, da ogni parte, nell'indicare nomi di possibili Presidenti del Consiglio consenta di criticare unicamente gli altri.
Quel che so è che il mio invito alla costituzione del Gruppo Parlamentare Democratico ha un suo termine massimo con il termine della crisi. Cioè, immagino, fra pochissimi giorni.
Ti ringrazio dell'attenzione, e chiedo scusa per il tempo che ti ho sottratto. Un cordiale saluto
Marco Pannella