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Pannella Marco - 1 maggio 1993
Ben venga il "cittadino" Ciampi
di Marco Pannella

SOMMARIO: La nomina del "cittadino" Carlo Azeglio Ciampi, di un non parlamentare, come "Capo del Governo" dimostra che la Costituzione scritta è stata per molto tempo ignorata a favore di una "realtà fuorilegge" che il regime partitocratico ha imposto.

(IL CONGRESSO n.5, maggio 1993)

Quando il cittadino Ciampi ha qui professato la sua emozione per vivere ed incarnare in modo preminente un fatto nuovo, ma assolutamente in ordine con l'antica legge della Repubblica (il fatto nuovo consisteva nell'essere Capo del Governo un semplice cittadino, per quel che riguarda le responsabilità istituzionali, e non un parlamentare), si è trattato sicuramente di un evento da marcare - ritengo - con un sassolino bianco piuttosto che con uno nero; comunque da sottolineare.

Cosa sta succedendo?

Stiamo scoprendo che la Costituzione della Repubblica, la Costituzione dell'assemblea costituente, la Costituzione scritta nelle sue regole contiene, conteneva, avrebbe contenuto una possibile fecondità, fantasia e rigore che invece si sono persi ben presto nel cammino di un regime divenuto altro e alternativo a quello della legge scritta: il regime della filosofia, della cultura, dell'antropologia partitocratica, della doppia, tripla, quadrupla legge, per moralità instaurate e applicate sempre a scapito del diritto scritto.

Avrebbe potuto farlo un altro Presidente della Repubblica già venti-trent'anni fa; ed io vorrei rendere omaggio a colui che fra di noi apparve il più conservatore di tutti nel difendere la lettera dei nostri regolamenti e la lettera della nostra Costituzione: il collega - allora - Oscar Luigi Scalfaro. Egli a più riprese disse che occorreva ben guardarsi dal dare colpa alla legge scritta per la realtà, per le realtà fuorilegge che vivevamo; e a più riprese ricordò la limpidità della norma che avremmo dovuto seguire contro, invece, la complessa e complicata scelta di altro, che sempre il nostro regime andava a compiere.

Oggi abbiamo quindi la prova provata. Cosa vietava già in passato di esplorare queste strade? Nulla! Vi è qualcosa di anticostituzionale o di men che costituzionale? No! Una legge si rispetta assolutamente perché la buona legge che si rispetta contiene tesori di fantasia nel suo rigore apparente, che nessuno può comprendere se non compie quest'atto di moralità politica, che sta nel rispettare la legge anche nei momenti in cui ciò può apparire difficile.

Pertanto, ringraziamo il Presidente del Consiglio, per aver voluto marcare l'idea del cittadino. E si consenta di dirlo a me, come cittadino di un antifascismo di libertà e di diritto, che ha serbato sicuramente in sé, facendo altro al servizio delle proprie idee e del paese, limpide ed intatte, forse in una torre eburnea (anche con quest'aiuto), le idee per le quali si era antifascista sotto il fascismo e lo si fu per pochi anni ancora dopo il fascismo stesso, prima che il ceto antifascista divenisse erede del ceto fascista e che questo Parlamento venisse costretto dalle filosofie concorrenti e dalle esigenze ad inchiodare la Repubblica ai codici fascisti; fin quando ogni tanto la primissima Corte Costituzionale, a colpi di sentenza, non aprì un varco contro quei codici fascisti ai quali era stata crocifissa per almeno due decenni la nostra Repubblica.

Ben venga, quindi, questo cittadino e ben venga anche questo monito al Parlamento, a questa Camera!

 
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