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Taradash Marco, Rossi Barilli Gianni - 7 agosto 1993
CARCERE: LETTERA AL DIRETTORE DE "IL MANIFESTO"
di Marco Taradash

SOMMARIO: Il deputato Marco Taradash polemizza con il direttore de "Il Manifesto" che aveva pubblicato un commento maligno sulla nascita del "Coordinamento per i diritti del cittadino" lasciando intendere che questa iniziativa fosse in qualche modo connessa alle polemiche sull'abuso della carcerazione preventiva da parte dei magistrati di "tangentopoli". Replica Gianni Rossi Barilli sostenendo che era necessario che il Comitato puntualizzasse la sua intenzione di difendere tutti i detenuti e non soltanto i cinquanta politici eccellenti perché dietro la conversione garantista di democristiani e socialisti si nascondono discutibili operazioni dirette contro i diritti di tutti i cittadini.

(IL MANIFESTO, 7 agosto 1993)

Caro Manifesto,

nel dare notizia della conferenza stampa di presentazione del nascente Coordinamento per i diritti del cittadino, avete scritto una cosa molto antipatica. E cioè che la volontà da me espressa di discutere di carcere e carcerazione preventiva (oggi detta custodia cautelare) in relazione a tutti i cinquantamila e cinquanta detenuti, e non soltanto ai cinquanta meno cinquantamila - i detenuti di tangentopoli - "sta a metà fra il chiarimento e la discolpa".

Non ci sto, e credo di poterlo dire anche a nome di Nicolò Amato, Tiziana Maiolo e Marco Boato. Non abbiamo scheletri nell'armadio, a meno che anche 'il manifesto' non abbia cominciato a rubricare, fra i reati politici, l'"eccesso di garantismo". Il garantismo è il rispetto dei diritti fondamentali dell'individuo e il rifiuto conseguente di qualsiasi norma o giurisprudenza ispirata alla giustificazione dei mezzi da parte dei fini, e in questo non si può eccedere.

Se abbiamo dato vita oggi a questo coordinamento è proprio perché conosciamo da sempre gli abissi (senza telecamere e senza editoriali) delle carceri dei "drogati", dei "terroristi", dei "mafiosi", e di quei tanti poveracci che non si possono permettere un avvocato decente.

Oggi che tutti seguono con orgasmica attenzione le furibonde zuffe in piscina fra il partito degli inquisiti e il partito anti-inquisiti, noi vogliamo continuare a indicare il mare in tempesta delle leggi e delle procedure di emergenza. E se è vero che ci sono in giro troppi falsi garantisti, è anche vero che, sempre più numerosi, si sono divisi in due scuole contrapposte: i garantisti dell'ultima ora, che scoprono troppo tardi di aver maneggiato per tanti anni il boomerang delle leggi di emergenza penale, e i garantisti fino alla penultima ora, che oggi si prendono una bella vacanza sulle spiagge sovraffollate dell'emergenza morale. Attenzione che si può rincoglionire, per eccesso di abbronzatura.

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Risponde Gianni Rossi Barilli

Mai ci è passato per la mente che i più sinceri difensori del garantismo in questo paese, quali sono i promotori del coordinamento per i diritti del cittadino, nascondono scheletri nell'armadio. Stupisce semmai il fatto che una brevissima notazione sul contesto in cui nasce il coordinamento possa suonare offensiva. Non si può negare che l'iniziativa sia partita nel bel mezzo delle polemiche sulla riforma dell'avviso di garanzia e della custodia cautelare, che hanno creato inedite alleanze trasversali e hanno aperto qualche crepa nel tradizionale fronte garantista. Se dunque i promotori del coordinamento puntualizzano di voler difendere tutti coloro che hanno la disavventura di finire in carcere, e non ovviamente solo una cinquantina di politici eccellenti, è sbagliato parlare di "chiarimenti"? Possiamo fare ammenda per la "discolpa", ma pensiamo che fosse un termine pertinente, e non maligno, riferito alla sostanza del dibattito in corso.

L'espressione "eccesso di garantismo" continua a non fare parte del nostro vocabolario. E non è perciò a un cambiamento di parere su questo punto che si devono le perplessità espresse sul nostro giornale a proposito della legge se avviso di garanzia e custodia cautelare. Una giustificazione dei mezzi in nome dei fini ci sembra l'atteggiamento che ha ispirato la conversione libertaria di molti democristiani e socialisti. Ai veri garantisti che con loro si sono schierati si può forse rimproverare un comportamento simile, per aver avallato in blocco un'operazione che ha anche aspetti molto discutibili in linea di principio. Caso lampante ci pare il blackout totale proposto per l'avviso di garanzia, che potrebbe ritorcersi anche contro le tutele dovute a tutti i cittadini. Quanto alle abbronzature sulle spiagge dell'emergenza morale, abbiamo buone creme protettive.

 
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