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Pannella Marco - 15 settembre 1993
La partitocrazia al Parlamento europeo
Intervento di Marco Pannella al Parlamento europeo

SOMMARIO. Denuncia la situazione del Parlamento europeo, caratterizzata da "arroganza" e dal predominio della "partitocrazia". Si augura che alle prossime elezioni si possa "riconquistare" la speranza nell'Europa, per riconquistare, contro la "demagogia" attuale, la "classicità" delle tesi e delle proposte istituzionali di Spinelli.

(DISCUSSIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO, 15 settembre 1993)

Pannella (NI). Signor Presidente, signori del Consiglio e della Commissione, signori colleghi, se fossimo come dovremmo essere, ma non siamo - in un tempio della democrazia, potremmo dire, per esempio, che con l'ottimo intervento del collega Cot e degli altri colleghi ci troviamo nella fase del Requiem e del De Profundis. Certamente, ora questi si possono intonare meglio perché certe sconfitte che gravano sull'Europa, su tutti i popoli europei, hanno per lo meno tolto il tono vergognoso e insopportabile dell'arroganza che ha contraddistinto la partitocrazia di questo Parlamento e delle nostre Istituzioni europee. Che differenza complimenti, onorevole Cot! con l'arroganza di questi quattro anni, con la volgarità con la quale in altra sede si accoglieva Gorbaciov o il suo avversario, con il tenore delle proposte, devo dire assolutamente vergognose, di cambiare continuamente le regole del gioco della casa, fino a quelle per le quali dovrete tappare la bocca anche ai Non iscritti. Ma tutto questo è croll

ato. Se fossimo ma non siamo - una società retta dalle regole delle società civili, avreste dovuto deporre i vostri bilanci presso il tribunale. Non solo, si tratterebbe anzi molto spesso di bancarotta fraudolenta e quindi di codice penale; ma non c'è, ahimé, diritto penale internazionale, non c'è giurisdizione internazionale efficace e vera.

Pertanto, signor Presidente, credo che si dovrà rispondere nella sede giusta. Vi risponderemo, anzi tenteremo di rispondervi alle elezioni, con i fantasmi dei partiti che hanno oggi la caratteristica di rappresentare la morte degli ideali per i quali sono nati. Cercheremo di riconquistare noi quello che voi avete dilapidato in modo incredibile e prevedibile, quella immensa speranza che i popoli europei avevano in noi e nell'Europa. Il secolo non si chiude con il »lendemain qui chante che ci avete predicato con la vostra illusione di fare economia del diritto e delle Istituzioni, con la vostra demagogia velleitaria di tipo sociale, con il vostro politicantesimo, arrestandovi dinanzi alla classicità delle proposte che il Parlamento europeo aveva pur fatto con quel progetto di Costituzione che, solo, rappresenta oggi la possibilità di proporre qualcosa di concreto alle elezloni. Faremo un manifesto di risposta, anzi lo stiamo già preparando.

Oggi, l'Europa si trova di nuovo in una situazione catastrofica ed è bene non illudersi. Dico questo anche se non amo fare previsioni apocalittiche, perché chi è apocalittico alla fine si identifica con l'Apocalissi. Noi cercheremo di operare in concreto: cercheremo tutti i colleghi europei, di oggi e di ieri, che votarono il progetto Spinelli, che votarono il progetto per gli Stati Uniti d'Europa con quella classicità e quella concretezza che sono ben lontane dalle illusioni tecnocratiche della Commissione e dall'incapacità strutturale del Consiglio di produrre altro che disastri nazionali e internazionali, al di là quindi delle singole capacità degli uni e degli altri; cercheremo di andare alle elezioni con questa bandiera e questa proposta, chiedendo a tutti i parlamentari che hanno fatto questa esperienza di presentarsi alle elezioni anche se i loro partiti non li ripresentano; andremo a cercare i deputati che non ci sono più, che non furono ripresentati, che votarono, ad onore dell'Europa e del Parlamen

to, il nostro progetto di Costituzione; li cercheremo nei nostri dodici paesi, faremo delle liste chiare per gli Stati Uniti d'Europa, con quel dato programrna, quel dato progetto, quella data cultura; cercheremo di lanciare una sfida contro la nostra comune scomparsa, perché l'Europa si possa costruire sulla base del diritto e della saggezza che ci vengono dalle grandi tradizioni dello Stato di diritto.

 
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