Nota di Ottavio Lavaggi, tesoriereSOMMARIO: Presentazione ed analisi della situazione finanziaria del partito radicale, utile per mettere a fuoco gli obiettivi della campagna iscrizioni per il 1994. Conclude avvertendo che al 31 dicembre saranno nelle casse del partito solo 673 milioni (più gli interessi maturati); il partito, se le iscrizioni non dovessero arrivare, potrebbe decidere di "chiudere i battenti".
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Prima di analizzare i "conti" dei radicali, occorre ricordare il carattere del tutto originale di questa formazione politica, un partito che non si presenta come tale alle elezioni, e non si impegna dunque in campagne elettorali né riceve alcuna forma di finanziamento pubblico, un partito "transnazionale" formato da cittadini di diversi Stati e che ha sedi in più di 20 paesi, ma non sezioni e sedi periferiche in Italia, oltre alla sede di Via di Torre Argentina, un partito che annovera tra i suoi iscritti 618 parlamentari e membri di governo di diversi continenti, eletti su liste di altri partiti....
I fondi di cui dispone il Partito Radicale derivano unicamente dalle quote associative degli iscritti, da contributi volontari di iscritti e non iscritti raccolti in occasione di congressi e manifestazioni, e dagli interessi prodotti dai fondi raccolti.
Nel 1993 il totale delle quote associative - al netto delle commissioni su carte di credito - versate dagli iscritti al PR è stato di 12 miliardi e 632 milioni. La quota annuale minima per il '93 era di 270.000 lire, pari all'1% del PIL pro capite italiano del '92, e le quote raccomandate a partire da 365.000 lire, pari a 1000 lire al giorno. Il prezzo della tessera radicale é il più elevato tra quelli ufficialmente richiesti dai partiti operanti in Italia.
Sono evidentemente esclusi in questo paragone i costi "sommersi" che il cittadino italiano inconsapevolmente ha sinora pagato per mantenere gli altri partiti, legalmente tramite il finanziamento pubblico o illegalmente tramite tangenti o come conseguenza dei maggiori costi di beni e servizi determinati dalla corruzione o dalle lottizzazioni. Le stime di questi "costi della politica" effettuate da studiosi o istituti di ricerca variano notevolmente, ma sono comunque superiori alle 365.000 lire annue per elettore.
Alle quote associative vanno aggiunti 486 milioni di contributi e 202 milioni di utili e interessi, per un totale complessivo di entrate per il '93 pari a 13 miliardi e 320 milioni.
Non tutta la somma raccolta nel '93 è stata tuttavia effettivamente disponibile per le battaglie radicali dell'anno in corso, dato che al momento della chiusura della campagna straordinaria di iscrizioni '93 il PR aveva una situazione patrimoniale debitoria pari a 3 miliardi e 280 milioni, oltre ad un mutuo ipotecario gravante sulla sede del partito.
Il fatto che il totale dei debiti stesse per raggiungere il valore del patrimonio del Partito era appunto una delle ragioni che avevano condotto il congresso radicale a decidere la chiusura del PR in caso di insuccesso della campagna di iscrizioni.
Ai debiti pregressi deve essere aggiunto il costo della campagna transnazionale di iscrizioni '93 (comprendente la pubblicazione di un giornale, un volantone, pagine pubblicitarie su quotidiani e periodici di 17 paesi, la produzione di spot televisivi), risultato pari a 748 milioni, e cioè circa il 6% della somma raccolta.
Detratti debiti ed oneri il totale dei fondi effettivamente disponibili è stato dunque pari a 9 miliardi e 292 milioni. Le disponibilità di cassa al 20 ottobre '93 ammontavano a 2 miliardi e 534 milioni, essendo stato il totale delle spese a tale data di 6 miliardi e 758 milioni.
Una parte rilevante di tale somma é stata utilizzata per coprire i costi della struttura centrale del partito (1 miliardo e 641 milioni) e delle 21 strutture periferiche, situate in 20 diversi paesi, tra le quali i "centri di coordinamento" siti a Zagabria, Budapest e Mosca (1 miliardo e 43 milioni).
Queste somme possono sembrare e sono in effetti molto rilevanti, ma occorre anche considerare che una struttura efficiente, multilingue e transnazionale come quella di cui il PR dispone, consente di effettuare campagne ed azioni in tempi ed a costi che nessuna altra organizzazione internazionale potrebbe eguagliare.
Vale anche la pena di aggiungere che il PR in quanto tale non ha alcun dipendente, ma solo collaboratori volontari rimborsati, anche se si avvale dei servizi di una società che ha alcuni dipendenti per il funzionamento della parte tecnica della sua struttura centrale.
Il costo delle campagne e manifestazioni del partito radicale, tra le quali la raccolta di firme per il Tribunale internazionale ad-hoc per la ex-Jugoslavia, la campagna per l'abolizione della pena di morte entro il 2000, le iniziative della lega antiproibizionista e della Associazione per lo Stato di diritto in Africa, è stato nel 1993 di 844 milioni. Questa cifra include solo le spese vive (stampa materiali, viaggi etc.) e non le spese di personale e di struttura.
Le riunioni dell'assemblea dei parlamentari radicali e del consiglio generale del PR sono costate 638 milioni. La parte più rilevante di questa spesa ha origine negli inevitabili costi di viaggio e di soggiorno di partecipanti provenienti da 20 paesi.
Il totale delle spese sostenute per la stampa e le comunicazioni dal PR è stato pari a 1 miliardo e 27 milioni.
Di questa somma 632 milioni sono stati spesi per la pubblicazione e la diffusione di due numeri de "Il Partito nuovo", periodico radicale stampato in 16 lingue ed in oltre 300.000 copie. Il costo delle altre pubblicazioni radicali, incluse le "Navicelle transnazionali", è stato di 145 milioni. Il "Quotidiano Radicale" di cui oggi annunciamo la pubblicazione, ha invece un costo preventivato di 250 milioni. Tutte queste somme non includono gli oneri di personale e strutture, inseriti nel relativo, precedente capitolo.
Sempre per l'informazione, in questo caso per garantire la trasparenza di quella fornita (o non fornita) da RAI e TV private, il PR ha speso 290 milioni per il funzionamento del "centro d'ascolto", una struttura unica in Italia.
Il partito radicale, primo partito "transnazionale", è anche il primo partito "telematico". Dirigenti e collaboratori del PR, iscritti e semplici cittadini residenti a Roma, a Mosca, a New York o altrove, possono in ogni momento dialogare tra loro, consultare in varie lingue l'archivio del partito, leggere le notizie del giorno, consultare archivi del Parlamento Europeo, delle Nazioni Unite, dell'USIS o altro utilizzando un personal computer munito di modem, tramite AGORA', la centrale telematica del partito radicale, a costi molto contenuti.
Costi contenuti, purtroppo, solo per gli utilizzatori, dato che al PR "AGORA'" è costata quest'anno 430 milioni. La cifra è certamente elevata, ma serve a garantire un servizio di grande qualità ed a rendere possibili le comunicazioni interne di un partito che opera in varie lingue ed ha iscritti in continenti diversi e distanti.
Molto rilevanti sono state anche le spese di telefono e di Fax, pari sinora a 445 milioni. Le spese di investimento, per acquisto di macchine di ufficio (non automobili: il PR non ha auto blu o di altri colori) e opere murarie nelle sedi sono state pari a 250 milioni. Le spese per interessi passivi sul mutuo sono state di 150 milioni.
Le spese già previste per il resto dell'anno, inclusi gli oneri del mutuo ipotecario gravante sulla sede (500 milioni), sono pari a 1 miliardo e 860 milioni.
Questo significa che il 31 dicembre di quest'anno nelle casse del partito vi saranno 673 milioni più gli interessi che saranno maturati a quella data, quanto basta per far vivere il PR nel corso del mese di gennaio'94.
O, meglio, quanto basterebbe per gennaio se il partito dovesse chiudere i battenti, invece di lanciare la sua campagna di iscrizioni 1994, che assorbirà una parte rilevante dei fondi ancora disponibili.