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Il quotidiano radicale - 26 ottobre 1993
Rivoluzione liberale
Contro le elezioni truffa

SOMMARIO: Informa sulla decisione, assunta nel corso della "Convention" tenutasi all'Hotel Ergife di Roma il 10 ottobre 1993, di dar vita al "Partito democratico", il "partito - annuncia Pannella - della rivoluzione liberale". Il primo passo sarà la presentazione di "Liste Pannella" alle elezioni amministrative di novembre. Ma, avverte il leader radicale, tale presentazione "è già pregiudicata": il gioco elettorale è infatti ancora una volta truccato, "lo Stato è fuorilegge".

L'articolo ripercorre quindi le due altre occasioni in cui la denuncia della manipolazione elettorale provocò decisioni straordinarie: nel 1972 quando il Partito radicale indicò al Paese "l'astensione dal voto" come unica "risposta possibile e necessaria", "unica opposizione davvero efficace"; e nel 1983, quando venne lanciata una massiccia campagna per il "non voto", abbinata alla presentazione delle liste:"Chi invece vorrà votare..."

(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 26 ottobre 1993)

Domenica 10 ottobre. Nel salone dell'Hotel Ergife di Roma, si gettano le basi del Partito Democratico. Il partito della "rivoluzione liberale", annuncia Pannella, prenderà corpo a partire dalle "Liste Pannella" alle amministrative di novembre. "Ma attenzione - egli avverte - la presentazione di queste liste è già pregiudicata". Perché pregiudicata? Perché il gioco elettorale è ancora una volta truccato: l'informazione non garantisce regole eguali per tutti. "Ancora una volta, lo Stato è fuorilegge", ammonisce il leader radicale.

E' proprio della partitocrazia fondarsi su elezioni manipolate, truffaldine: la distorsione nell'accesso ai mezzi d'informazione, il finanziamento illegale dei partiti, la gestione degli apparati dello Stato devono rendere improbo, per una forza politica non di regime, "innocente", concorrere alle consultazioni elettorali.

Noi ci astenemmo

1972. Un gruppo di radicali - Mellini, Pannella, Sircana, Spadaccia, Teodori - prende un'iniziativa per sondare la possibilità di un accordo politico con il gruppo del Manifesto. Erano le prime consultazioni anticipate della Repubblica, convocate dal presidente Giovanni Leone per rinviare il referendum sul divorzio e fatte gestire ad un governo Andreotti che aveva ricevuto la sfiducia della Camera. "I partiti di regime, reazionari, conservatori e riformisti - ricordano, nella lettera al Manifesto, i cinque radicali - hanno concordemente predisposto ed imposto elezioni anticipate e truccate. La sovranità popolare, il suffragio universale, il giudizio dell'elettorato sono stati sequestrati da un 'racket' partitico che, con il monopolio dell'informazione pubblica, esclude ogni possibilità reale di presentazione, di dialogo e di lotta istituzionale e democratica per ogni nuova forza". Il Manifesto respinge la proposta dei cinque esponenti radicali.

Il 29 marzo, viene resa pubblica una inusuale, scandalosa, dichiarazione: "Il Partito radicale indica nell'astensione dal voto l'unica risposta oggi possibile e necessaria, l'unica opposizione davvero efficace che una seria e consapevole minoranza di radicali e socialisti, democratici e libertari, possa esprimere e manifestare nei confronti di un regime che si chiude ad ogni possibilità di rinnovamento ed è privo di ogni reale alternativa politica". La critica più dura viene rivolta alle forze tradizionali della sinistra: "Le classi dirigenti della sinistra chiedono oggi agli elettori di rafforzare la loro rappresentanza parlamentare per poter meglio condizionare, ma in una prospettiva di collaborazione, la Democrazia Cristiana e gli interessi che essa esprime". In quegli anni, il voto era considerato obbligatorio, e gravi sanzioni erano comminate a chi rifiutasse questa imposizione "bulgara". "Avremo nuove elezioni anticipate: a queste, e non ad altre, bisogna sin d'ora con chiarezza e preveggenza preparars

i", scriveva Pannella il primo aprile 1972. Le consultazioni di quell'anno furono le prime nella serie ininterrotta delle elezioni convocate, per ragioni partitocratiche, prima della scadenza della legislatura.

Boicottaggio

nonviolento

1983. Ci risiamo. Ancora una volta, elezioni anticipate. E perché mai? Quale è la giustificazione? Semplice: il Psi ha paura, se aspetta oltre, di perdere voti, e ricatta il paese. Il Pri e il Pci assecondano. "Poiché la risposta sembra essere di accettazione del ricatto - spiega Pannella, in una dichiarazione del 2 marzo - è necessario chiedersi e chiedere cosa c'è dietro. E' legittimo il dubbio che si tratti di quelle stesse oscure ispirazioni internazionali che gravano da vent'anni sull'area mediterranea e che hanno mancato il colpo di stato, in Italia, da De Lorenzo alla strategia della tensione e della valorizzazione dei terrorismo, fino al disegno della P2, che fu sul punto di realizzarsi con la tentata fornitura del cadavere di D'Urso. Non è un mistero - continua Pannella - che settori Nato e multinazionali sono ormai convinti da tempo, come certi industriali 'moderni' alla De Benedetti, che occorre entro quest'anno qualche 'evento straordinario' non tradizionalmente democratico per 'azzerare' l'imme

nso passivo economico della collettività e per consentire l'affermazione del management e dello sviluppo".

I radicali, che hanno in piedi importanti campagne politiche - la lotta contro lo sterminio per fame e la riforma pensionistica - decidono di attaccare, lanciando una massiccia campagna per il non-voto e insieme depositando le liste, così da poter partecipare alla campagna elettorale: "Non votare come prima indicazione: chi invece vorrà votare, scelga il partito radicale". Sono le liste con Toni Negri...

"Ogni mezzo sarà usato - spiega lo stesso Marco Pannella in un articolo su Notizie Radicali del 2 maggio - per propagandare, organizzare, affermare il boicottaggio nonviolento di una gravissima operazione volta ad imporre nei prossimi mesi in Italia il compiersi della 'grande riforma', dell''amministrazione controllata', della svolta autoritaria e militarista". "Non si spiega la crisi - afferma Massimo Teodori - senza comporre nel puzzle politico anche l'affaire P2". "Eventuali eletti radicali - garantisce infine Pannella - non assumeranno nessun impegno tra quelli derivanti dalle indicazioni costituzionali, appunto perché violate". Anche questo impegno verrà puntualmente rispettato.

 
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