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Il quotidiano radicale - 3 novembre 1993
Danubio d'Europa

SOMMARIO: Indica quali siano i vantaggi (ma anche i problemi) sollevati dal progetto di un sistema idroviario europeo incentrato sul Danubio. La prospettiva "non sarà perseguibile" se non verranno creati "istituzioni e strumenti di gestione sovranazionali", una vera e propria "Autorità di gestione". A partire dal tema del Danubio potranno essere rinsaldati gli "approcci cultural-politici sanzionati dalla Conferenza di Rio de Janeiro".

(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 3 novembre 1993)

Il Danubio è l'asse portante di un sistema idroviario che grazie ai collegamenti con il Meno e il Reno attraversa o tocca, lungo le frontiere, nove paesi. Questo asse, completamente navigabile, riduce di più di 2.500 Km le rotte marittime oceaniche, da Rotterdam al Canale di Suez. E' facile comprendere, dunque, come lo sviluppo del sistema del Danubio rivoluzionerebbe il commercio e l'economia di tutto il continente. Una prospettiva, però, che non sarà perseguibile se non si sosterrà il disegno economico (e tutte le sue implicazioni, anche ambientali ed ecologiche) con istituzioni e strumenti di gestione sovranazionali. La questione potrà essere affrontata e risolta solo attraverso la creazione di un'Autorità di gestione dotata di poteri sovranazionali. Occorre perciò cogliere l'occasione, che non si ripresenterà facilmente in Europa, per consolidare gli approcci cultural-politici solennemente sanzionati nella Conferenza di Rio de Janeiro, fondati sulla tutela dell'ambiente, sullo sviluppo ecologicamente sos

tenibile, sul rispetto delle diversità culturali e dei diritti civili delle popolazioni.

L'occasione può essere, appunto, il sistema idroviario europeo. La Convenzione internazionale del 1948, che regola la navigazione sul Danubio, è ora in crisi. Il Partito radicale proporrà l'istituzione di una "Comunità europea dei grandi fiumi e delle idrovie". Il modello di riferimento è quello a suo tempo definito per la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, con l'obiettivo di farne, come avvenne già per la CECA, il volano per l'avvio di un processo di integrazione economica e politica dell'Europa orientale.

 
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