SOMMARIO: Si iscrive al partito per lottare "per la democrazia" "con gli strumenti della democrazia", in difesa dei diritti, delle "libertà" e delle "garanzie principali del cittadino". "Perché la rivoluzione del diritto è nelle mani di ciascuno di noi radicali".
(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 11 novembre 1993)
E' oggi la questione centrale, in tutto il mondo: i diritti. E' violato il diritto alla vita e il diritto all'integrità della persona, sono calpestate le libertà e le garanzie principali del cittadino. Questo accade ogni giorno in Italia, e nel mondo. Pena di morte, guerre, stupri delle donne, culto delle manette, carceri speciali e torture. Tutto accade in nome della tutela di un Bene superiore, addirittura per la declarata difesa dei diritti della collettività. Nessuno è più violento di chi agisce "per il tuo bene": è quello il momento in cui si disvelano l'integralismo, lo Stato padrone, lo Stato etico.
Contro la pena di morte nel mondo, per il tribunale ad hoc contro i crimini nell'ex Jugoslavia. Ma anche: per l'abolizione delle leggi speciali nel nostro paese, per la creazione di regole certe che ristabiliscano garanzie non violabili per la libertà dei cittadini. Perché ogni cittadino sia responsabile di sé e delle proprie azioni, ma anche perché ogni magistrato, ogni giudice sia responsabile di ogni sua violazione dei diritti dei cittadini. Perché ogni volta che si denuncia un'ingiustizia o uno scandalo si possa procedere con l'applicazione giusta di leggi giuste. Perché la democrazia si difenda (o si ricostruisca, quando non c'è più) sempre con gli strumenti della democrazia; perché ogni individuo abbia gli stessi diritti che vengono riconosciuti alla collettività (quanti delitti commettono gli Stati in nome della collettività...).
Tutto questo intendo fare con e nel Partito radicale. Sapendo che non mi verrà regalato niente, che non dovrò delegare niente. Perché la rivoluzione del diritto è nelle mani di ciascuno di noi radicali.