Riattivata la centrale di Medzamar. Una catastrofe annunciata?SOMMARIO: Avverte che una catastrofe nucleare "annunciata" sta per abbattersi sull'Armenia, a causa della centrale nucleare di Medzamar che è stata rimessa in funzione, nonostante la sua nota pericolosità, per sopperire alla crisi provocata dalle guerre intestine che devastano il Caucaso.
(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 22 novembre 1993)
Una catastrofe nucleare "annunciata" sta per abbattersi sull'Armenia? Anche questa tragedia sembra possa aggiungersi al lungo elenco di disastri, genocidi e terremoti che colpiscono una terra verso la quale la storia è stata sempre ostile.
A soli 20 km da Erevan si innalza, imponente, la centrale nucleare "modello Cernobyl" di Medzamar. Fu costruita dall'Urss una ventina di anni fa: disgraziatamente, a cavallo di una falda sismica. Veniva chiusa, a furor di popolo, nell'88, subito dopo il terremoto che rase al suolo il nord dell'Armenia, appena a 100 Km dalla centrale.
Da un mese, quasi clandestinamente, la centrale è rientrata in funzione, per decreto del Presidente Levon Ter Petrosian: lo stesso che, per paradosso, 5 anni fa si trovò alla testa del fronte antinucleare per la chiusura dell'impianto.
Perché questa decisione?
E' un altro prezzo da pagare alle guerre intestine che dilaniano il Caucaso. Da un anno e mezzo l'Armenia deve fronteggiare il blocco di approvvigionamento delle fonti energetiche.
A causa del conflitto del Karabach, tutte le condutture, che attraversano l'Azerbaigian, sono state tagliate. Da più di 20 mesi l'acqua e la luce sono erogate per solo due ore, il 90% delle industrie sono chiuse, il 65% degli alberi sono stati tagliati.
L'Armenia oggi si presenta come un deserto dove tra fame, freddo, guerre e terremoti vivere è un'avventura.
Il Presidente della Commissione ecologia del Parlamento armeno, Samvel Shaghinian, membro dell'Assemblea dei parlamentari del Pr, così riassume la questione: "Il Governo ha riattivato la Centrale in barba alla posizione contraria della maggioranza dei deputati (fra cui i 45 radicali), perchè l'Armenia non può passare un secondo inverno al gelo e nell'inedia, ma anche perché indotto dai padroni dell'energia nucleare, russi e dell'Occidente".
La centrale di Medzamar copre solo il 25% del fabbisogno energetico armeno. Non risolve quindi il problema. Forse solo prepara un disastro.