di Angiolo BandinelliSOMMARIO: Dopo la crisi di Maastricht, il federalismo europeo è agonizzante. Vi sono luoghi, come la Jugoslavia, dove anche il termine di "federalismo" "è coperto di ignominia e di sarcasmo". "Di progettualità federalista, in giro, resta solo quella radicale". Il partito che lavorò per l'ingresso della Jugoslavia nella CEE chiede ora che la CEE assuma le sue responsabilità, per mantener dentro l'Europa ciò che "resta o nasce" dalla disgregazione balcanica. Occorre oggi risollevare la bandiera di Martin Luther King, "I have a dream" e piantarla dove la crisi dei "diritti civili" si manifesta "più virulenta": nei Balcani, dunque. Altrimenti, vi è il rischio che dal federalismo ucciso a Sarajevo possa nascere il secessionismo della Lega.
(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 23 novembre 1993)
L'Europa di Maastricht è in agonia. Il recente vertice di Bruxelles ha solo proposto una tardiva, inadeguata terapia. Il 1993, l'anno promesso al decollo dell'Europa, vede fuori del vento, afflosciate, le bandiere del federalismo, quello di Spinelli, di Rossi. Il termine stesso, reso grande nella cultura politica da Hamilton, Jefferson e Jay, è coperto di ignominia e sarcasmo, o suona ambiguo. All'Est, dall'ex-URSS all'ex-Jugoslavia, "federalismo" suscita ricordi di oppressione, di dittatura; in Italia, la Lega sembra confondere o equivocare tra "federazione", che vuol dire unione, e "scissione", che esprime altro, anzi l'opposto.
Di progettualità federalista, in giro, resta solo quella radicale. Ostinata come sempre, e come sempre lucida e preveggente. Quando ancora la Jugoslavia non si era frantumata nei suoi mille popoli, etnie e culti, dal Parlamento europeo Pannella ne aveva sollecitato l'adesione alla CEE: se tempestivamente presa, la decisione avrebbe iniettato in quel Paese - già allo stremo - risorse aggiuntive, forse sufficienti ad evitare la crisi. E ancora oggi il partito opera, quanto e come può, per spingere l'Europa comunitaria, la CEE, ad assumersi le sue responsabilità, per tenere il più possibile dentro l'Europa quel che resta, o nasce, dalla disgregazione jugoslava e balcanica. La "fuoriuscita" di questi Paesi potrebbe avere conseguenze negative, di ampiezza incalcolabile.
"I have a dream", io ho un sogno. Fu il motto di Luther King e dei movimenti per i diritti civili. Nel difficile momento politico e civile che stiamo attraversando, quel motto deve essere di nuovo sollevato e piantato nel punto dove la crisi dei diritti civili, dei diritti dell'uomo si manifesta più virulenta: nella ex-Jugoslavia e nei Balcani, dunque.
Dovesse dilagare, finirebbe col travolgerci, tutti. Anche in Italia, magari inconsapevolmente, forse anche al di là delle intenzioni: dal federalismo ucciso a Sarajevo potrebbe nascere un figlio spurio, il "secessionismo". Incubato a Pontida.