SOMMARIO: Intervista, nel corso della quale il prof. Quagliariello indica le differenze tra le democrazie "anglosassoni" e quelle "continentali". Le democrazie "anglosassoni" hanno una base empirica, non ideologica: sono quindi "più adattabili ai cambiamenti sociali e storici". Tra la democrazia americana e quella inglese vi sono differenze spiegabili storicamente, nel senso che il modello americano è il tentativo di adattare il modello inglese alla nuova realtà d'oltreatlantico. Comunque, di fronte alla sfida dei totalitarismi, i due modelli anglosassoni hanno reagito meglio che non le società continentali. E ancora va ricordato che quei due sistemi politici non sono dominati dal partito "di integrazione sociale", tipico del continente.
(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 23 novembre 1993)
Perché la democrazia ha funzionato storicamente meglio e si è dimostrata più solida di fronte alle sfide della storia, nei paesi anglosassoni e nel Nordamerica, rispetto alle nazioni dell'Europa continentale? I popoli anglosassoni hanno, per caso, "geni" diversi?
"La democrazia anglosassone, in particolare quella nordamericana - spiega Gaetano Quagliariello, docente di storia dell'Europa contemporanea presso l'Università dell'Aquila - è molto più empirica; quella dei paesi continentali è, al contrario, ideologica. Le istituzioni anglosassoni sono quindi molto più adattabili ai cambiamenti sociali e storici di quelle proprie dell'Europa continentale".
Allora esiste un modello nordamericano di democrazia?
Certamente esiste. Si tratta di una forma di democrazia in comunicazione diretta con la democrazia anglosassone, in particolare con il modello inglese.
Qual è questo rapporto fra modello inglese e modello nordamericano?
La differenza fondamentale fra i due consiste nel presidenzialismo del sistema Usa. Il modello inglese prevede un governo di gabinetto. In Gran Bretagna vi è un rapporto diretto fra esecutivo e legislativo; negli Usa invece vi è una scissione fra i due poteri. Peraltro il sistema presidenziale nordamericano deriva proprio da quello inglese. I costituzionalisti Usa - il gruppo del "Federalist", per intenderci - quelli che scrissero la Costituzione degli Stati Uniti, ebbero sempre ben presente il modello inglese. Il loro fu il tentativo di applicare quel sistema ad una realtà che nasceva già come una democrazia di massa, e che non aveva alle spalle la sedimentazione storica nella quale il modello Westminster si era formato.
Insomma il modello nordamericano altro non è che il tentativo di adattare la democrazia anglosassone alla concreta realtà degli Usa.
Certamente. Il modello inglese, è bene ricordarlo, è stato il grande mito politico delle classi liberali di tutto il mondo tra Ottocento e Novecento. Esistono fior di volumi che dimostrano l'impossibilità di riprodurre in laboratorio il sistema britannico. Esso non è seplicemente il frutto di scelte istituzionali; è il risultato della sedimentazione storica che ti dicevo prima. L'intuizione dei Padri della Patria americana fu che, per conservare l'empirismo proprio del modello inglese era necessario il mutamento in chiave presidenzialista. Così si potevano riproporre, in un contesto differente, al di fuori cioè della vicenda storica inglese, le caratteristiche empiriche di quel sistema.
Ma che cosa vuol dire sistema "empirico"?
Si tratta di un sistema istituzionale che riesce a dare risposte valide di fronte a situazioni fortemente mutevoli. E' un sistema fortemente adattabile. Per questo motivo (ovviamente non solo per questo), di fronte alla sfida dei totalitarismi, mentre l'Europa continentale si è trovata in estrema difficoltà, il modello anglosassone, sia nella sua versione inglese sia in quella nordamericana, è riuscito a far fronte a questa sfida.
Ma quali sono le caratteristiche istituzionali che permettono questa tendenza empirica, questa forte adattabilità?
Il formato partitico dei paesi anglosassoni è estremamente più semplificato, tendenzialmente più bipartitico. Ma la caratteristica chiave è un'altra: i sistemi politici dell'Europa continentale sono dominati dal cosiddetto partito di integrazione sociale; le forze politiche del modello anglossasone e nordamericano, invece, sono realtà molto più empiriche.
Scusa, ma che vuol dire "partito di integrazione sociale"?
Si tratta di quel partito che ha puntato ad integrare il cittadino in una contro-società dando una risposta totale alle sue esigenze; persino a quelle di tipo esistenziale. Il prototipo di questo modello è costituito dalla Spd, la socialdemocrazia tedesca.