PANNELLA: "NON CI SARA' VERA RIFORMA SENZA IL CENTRO"INTERVISTA CON IL LEADER RADICALE. INSIEME CON BOSSI RACCOGLIE FIRME PER TREDICI REFERENDUM
La "folle" impresa dei dieci referendum messi in campo con la Lega
"Basta coi partiti, ci vogliono due poli come in America. E il vero erede della Dc è il Carroccio: guai a spingerlo verso il Msi"
"Né col Pds né col Msi"
Intervista di Itti Drioli
SOMMARIO: »"Non si riforma senza il centro", parola di Marco Pannella. Per il profeta del sistema all'americana, il futuro dell'Italia non sono né il Pds né il Msi. Sono tre partiti - "nuovi" beninteso - e il legittimo erede di quello del centro è la Lega. "Siamo noi e Bossi il modello della democrazia, e all'appuntamento storico della Riforma italiana ci troveremo fin dall'inizio insieme". Per questo insieme hanno iniziato a raccogliere firme per tredici referendum "antistatalisti" e "liberisti".
(LA NAZIONE, 25 novembre 1993)
D. Che le pare di questi risultati elettorali?
R. "Il vecchio 'ufficiale' è stato travolto. I partiti delle maggioranze dei governi centrali - Dc, Psi, Pri, Psdi, Pli - hanno pagato per tutti, anche per le opposizioni delle loro Maestà, ovvero Pds e Msi. E Pds e Msi sarebbero il nuovo? Non vorrei che si cadesse dalla padella alla brace. Ed è commovente o esilarante come si stia cercando di far cadere la Lega e Bossi nella trappola dell'alleanza con i post-fascisti (e qualcuno con i post-comunisti)".
D. Possono pure non piacerle Pds e Msi, ma il bipolarismo non è quello che ha sempre predicato?
R. "Sono 22 anni che contrappongo il "bi-polarismo" al "bi o tri-partitismo". Bipolarismo significa due poli, all'interno dei quali confluiscono e si riproducono partiti e partitini. I sistemi misti, come il doppio turno alla francese, le attuali leggi per le elezioni comunali e la legge Mattarella tendono appunto a questo risultato: far restare i vecchi partiti e affiancarne di nuovi. Ora la gente, come noi, vuole invece la chiusura di tutte le botteghe partitiche attuali per andare alla formazione di due o tre grandi partiti all'americana".
D. Che potranno diventare nuove botteghe.
R. "No, perchè sono senza burocrazia, praticamente senza sedi, se non nei momenti elettorali. Invece tutti, ma proprio tutti quelli che, al contrario di noi, nel regime ci sono stati e stati bene fino a cinque anni fa, da Segni a Occhetto, da Fini a Cossutta, vogliono il bipolarismo. E noi soli con la Lega di Bossi siano invece il modello classico della democrazia che come tale è riuscita a vivere da almeno un paio di secoli. Per questo, oltretutto, con la Lega partiamo con l'avventura folle dei 13 referendum".
D. Ai referendum ci arriviamo subito, ma prima ci faccia capire: anche nel suo sistema, dunque, c'è spazio per un centro, e l'erede ne sarebbe Bossi?
R. "I riformatori riescono a riformare solo quando riescono a situarsi al centro del dibattito politico, delle esigenze e anche dell'immaginario popolare. Infatti da domenica ecco che tutta la stampa, non solo l' "Indipendente", ma anche, pare, il "Giornale" vogliono dare Bossi in braccio a Fini, schiaffare la Lega a destra invece che al centro. Se non li conoscessi e non li stimassi personalmente, penserei che si comportano così per conto di Occhetto. Una Lega spostata a destra è l'annullamento della strategia riformatrice anglosassone e liberal-liberista che noi oggi concretamente proponiamo. Libererebbe al Pds uno spazio enorme come già rischia di accadere se consideriamo le linee politiche di altri due giornali, "Corriere" e "Stampa".
D. Torniamo all'impresa "folle" dei referendum.
R. "Dico folle perchè dovremo depositare alla Corte di Cassazione la bellezza di circa 9 milioni di firme autenticate da notai e cancellieri e 9 milioni di certificati elettorali prima che si sciolga il Parlamento. Un'impresa del genere non è stata mai tentata. Nell'80 raccogliemmo, sì, 7 milioni di firme, ma in oltre tre mesi, e in primavera. Ora con il maltempo invernale dovremmo raccogliere, più che per le strade, soprattutto nelle segreterie comunali.
D. Ma avete l'aiuto della Lega.
R. "Sì, questa volta oltre che su noi stessi possiamo contare sui muscoli della Lega e sull'impegno di Alleanza democratica e di tutti i liberali, socialdemocratici, socialisti, repubblicani e anche democristiani che hanno aderito".
D. Com'è andata con i primi tavoli?
R. "La gente risponde benissimo. In media abbiamo raccolto circa 1.300 firme per cancelliere o notaio in due ore. Un primato di celerità, ma finora si è trattato di un test. Quello che vorrei fosse meglio compreso è il significato di questo progetto".
D. Ce lo spieghi.
R. "Tutti concordano sulla previsione che il prossimo Parlamento sarà caotico e ingovernabile. Ma si limitano alla previsione e ci filano dritti dentro. Noi abbiamo invece immaginato che se il prossimo Parlamento sapesse di dover fare i conti con una straordinaria verifica e prova referendaria già 9 o 10 mesi dopo la sua elezione - con il rischio, se ha mai funzionato, di trovarsi magari con l'80 per cento degli elettori a sconfessarlo - potrebbe trovare saggezza sufficiente per meglio funzionare".
D. Facendo propri i contenuti dei referendum?
R. "Sì, o contrapponendo ad essi soluzioni magari opposte, ma di alto profilo. Inoltre, un'Italia che tutti temiamo allo sfascio, si troverebbe invece a poter decidere una grande svolta - e direi una rivoluzione democratica storica - facendo adottare al nostro Paese per la prima volta modelli istituzionali e civili anglosassoni e conficcando nelle costole del nostro Stato assistenziale e centralista i primi cardini di un assetto liberale delle nostre strutture economiche e sociali".
D. In un mese dovreste fare un'enorme campagna d'informazione. Non mi pare che Bossi vi abbia molto aiutato.
R. "C'erano le elezioni... So che nella conferenza stampa di lunedì a Milano ne ha parlato, ma i giornali, il cui sport principale è di sbatterlo come un mostro in prima pagina, hanno fatto finta di non sentire".
D. Insomma, si fida.
R. "Io sto ai fatti. Abbiamo costituito un comune comitato di coordinamento, la cui sede sarà quella del Pozzo delle cornacchie a Roma, abbiamo già versato alle tipografie 60 milioni ciascuno..... Lui, come ha detto, ha già parlato di questa iniziativa, anche se la stampa lo ignora. Ripeto, preferiscono spingere la Lega al matrimonio con il Msi, e se Bossi non lo fa, quasi convocano lo stesso la cerimonia sperando di portarcelo magari a peso".
D. Abbiamo capito. lei vuole tenere la Lega nel gioco democratico, a gestire l'eredità della Dc.
R. "Spero che la Lega non abbia bisogno di mosche cocchiere e nemmeno di me. Ma è bene che tutti gli italiani sappiano, e gli elettori della Lega anche, che all'appuntamento storico della Riforma italiana ci troveremo fin dall'inizio insieme. Inoltre, essere eredi del centro non vuol dire esserlo della Dc, ma, da De Gasperi in poi, di un centro laico e cattolico che s'è putrefatto proprio perchè o ci si riforma e ci si rinnova o si è preda della corruzione, se non altro della propria carne. E s'infetta tutto e tutti".