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Bonino Emma - 25 novembre 1993
Se davvero siamo così
di Emma Bonino

SOMMARIO: Amareggiata per le lettere di dissenso e di critica ricevute, Emma Bonino riutiene "giusto" ascoltarne le ragioni e rispondere ma avvertendo anche di non dovere loro alcuna "giustificazione". Da troppi anni i radicali sono assediati e attaccati da coloro che chiedono conto non di ciò che essi sono, ma della "immagine distorta, deturpata" dalla "violenza dell'informazione". Se essifossero come vengono dipinti sarebbero davvero "irriconoscibili, anzi mostruosi". Ma in questa immagine adulterata i radicali non si riconoscono. Alla distorsione subita essi cercano di rispondere con il rigore dei "comportamenti", con "la continuità della presenza, delle lotte". Pregiudizialmente, Bonino avverte però che le lettere si rivolgono all'indirizzo sbagliato, perché il Partito radicale transnazionale e la Lista Pannella sono soggetti politici diversi.

Sui tre punti specifici contestati fa rilevare: a) benché il partito in sé non dia per Roma indicazioni di voto, la Lista Pannella sostiene Rutelli; b) sulla carcerazione a De Lorenzo, i deputati radicali hanno liberamente votato, secondo coscienza; c) la lettera che li convocava per le sette era indirizzata indistintamente a tutti i parlamentari, e in quelle riunioni si è discusso solo della "difesa della verità" per il parlamento ed il governo.

(1994 - IL QUOTIDIANO RADICALE, 25 novembre 1993)

Alcuni iscritti hanno restituito la tessera del Partito Radicale, perché "delusi". Sono pochi: settanta su trentasettemila. E tuttavia è giusto ascoltarne le ragioni.

Sono delusi. Di che? Il campionario che ne trascriviamo in queste pagine è sufficiente a mettere a fuoco le ragioni dei dimissionari. Essenzialmente, tre: "Voi non sostenete Rutelli"; "Voi avete salvato De Lorenzo dal carcere"; "Pannella si è messo a capo del manipolo degli inquisiti, degli 'onorevoli' che non vogliono tornare a casa, e ci impedisce di votare".

Dobbiamo rispondere? Debbo rispondere? Certo - perché negarlo? - questi compagni che si allontanano aprono una ferita amara, ci danno il senso dell'impotenza, e questo non lo amiamo. I loro soldi, i soldi delle loro iscrizioni li abbiamo spesi, ci erano necessari come quelli ricevuti da chi non si è dissociato, non ci ha lasciato, ha avuto più fiducia (o magari più tolleranza); e dunque con loro un obbligo lo abbiamo, quello della lealtà e dell'attenzione.

Ma, per lo stesso obbligo di lealtà e di reciproca attenzione diciamo subito che, tenuti a rispondere, non pensiamo di dovere, invece, alcuna "giustificazione". Anzi. Da venti anni almeno siamo assediati da quanti ci chiedono di render conto non di quello che siamo, di quello che abbiamo fatto, ma dell'immagine distorta, deturpata che la violenza dell'informazione, privata o di Stato, giornalistica o televisiva, offre alla gente, al Paese. Se fossimo come essa ci dipinge, avreste ragione, saremmo davvero "irriconoscibili, anzi mostruosi". Tale è il partito che appare, e dunque vive, nella coscienza della gente. Ma nella immagine così adulterata non ci identifichiamo. La respingiamo fermamente. E alla sopraffazione, alla violenza noi cerchiamo, ci sforziamo di rispondere in un solo modo: coi nostri comportamenti. Con quello che facciamo - quotidianamente, tenacemente - così volutamente esposto e visibile. Più che alle parole, affidiamo la nostra credibilità alla tenace continuità della presenza, delle lotte.

E poi, in secondo luogo: queste lettere si rivolgono - è necessario ripeterlo? - a un indirizzo sbagliato. Il Partito Radicale Transnazionale e la Lista Pannella sono soggetti diversi, distinti. Anche su questo punto, la disinformazione/deformazione regna sovrana. Io stessa (per il partito) e Pannella (per la Lista) abbiamo già inviato ai responsabili - la RaiTV in primissimo luogo - una diffida. Il solito vittimismo? No, e appunto quanto sta accadendo con queste lettere lo dimostra. L'equivoco continua a operare, a nostro e vostro danno, interrompendo il flusso della fiducia di cui noi e voi abbiamo reciprocamente bisogno.

Dunque, su almeno due dei tre punti che ci vengono contestati, la sfiducia, la restituzione della tessera non hanno motivo, perché non riguardano in alcun modo il Partito Radicale Transnazionale.

Comunque, vediamo:

Primo: Pannella non sostiene Rutelli. Bastava avere un po' di pazienza e si sarebbe visto che, a Roma, la Lista Pannella si presenta a fa campagna appoggiando la candidatura a sindaco proprio di Francesco Rutelli. Per le considerazioni che abbiamo fatto sopra, peraltro, ribadisco che il Partito Trasnazionale non dà invece (non può dare) indicazioni di sorta. I radicali romani saranno naturalmente liberi di votare come vorranno: per uno dei due candidati iscritti, Rutelli e Nicolini, ma anche per l'esponente di un'altra lista. Questo vale per Roma ma anche per altre città dove, in liste diverse, sono presenti radicali o personalità appoggiate dalla Lista Pannella.

Secondo: alla Camera, noi avremmo "salvato" De Lorenzo, non mandandolo in galera come si sarebbe dovuto. Attenzione! I deputati iscritti al partito radicale per il 1993 sono 182, provenienti da ogni settore, e sulla richiesta di autorizzazione alla carcerazione preventiva per De Lorenzo hanno votato alcuni pro, altri contro, altri ancora si sono astenuti...Ciascuno secondo la propria coscienza. In queste pagine forniamo gli elementi utili a fare, su questo punto, chiarezza, e forse (come spero) a restituire fiducia.

Terzo, infine. Gli "autoconvocati", il tentativo di salvare gli onorevoli inquisiti puntando sul rinvio delle elezioni. Pannella ha risposto con grande chiarezza, anche se l'informazione non gli ha dato un minimo di spazio. Io posso solo riassumere, fare da tramite: "Per una iniziativa cui sono stati sistematicamente e senza eccezione alcuna invitati TUTTI i parlamentari, deputati e senatori - ha scritto Pannella - si è scatenata una campagna di disinformazione d'un qualunquismo distruttivo, senza possibilità di risposta... A nulla è valsa la pubblicità di quegli incontri delle sette: mai un intervento, mai una richiesta di 'colpi di spugna', ma solamente la difesa della verità per parlamento e Governo, della civiltà dello scontro contro i fomentatori delle piazze, clienti di regime fino alla sera prima ed ora divenuti dei Savonarola per raccoglierne l'eredità... A nulla è valso che il Presidente della Repubblica, il Presidente della Camera, il Presidente del Senato, per loro conto, fossero impegnati nella s

tesa direzione, con gli stessi argomenti..."

Così Pannella. E per noi ciò basta.

 
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