di Sergio TuroneSOMMARIO: Riporta una "lettera aperta" inviata a Pannella per protestare contro l'appoggio fornito a Nicola Cucullo, esponente del MSI, nelle elezioni per sindaco a Chieti. Come mai - si chiede - Pannella sconsiglia Berlusconi dall'appoggiare Fini a Roma, e lui stesso appoggia invece, a Chieti, un esponente missino?
(AVVENIMENTI, 15 dicembre 1993)
Nel ballottaggio della scorsa domenica Marco Pannella, che a Roma ha appoggiato Rutelli in polemica dura e schietta col candidato missino Fini, a Chieti ha sostenuto con forza la candidatura dell'esponente locale del Msi, Nicola Cucullo. La seguente lettera aperta è stata scritta, e inviata al quotidiano abruzzese "Il Centro", prima del voto di domenica. Ma, poichè non si riferiva all'esito dello scrutinio, credo possa interessare ai lettori di un periodico nazionale anche a votazioni concluse. Eccone dunque il testo.
»Caro Marco Pannella, ho letto sul "Corriere della Sera" di mercoledì la tua lettera aperta a Berlusconi, a proposito del sostegno dato dal presidente della Fininvest a Gianfranco Fini, candidato a sindaco di Roma. Il prestigioso quotidiano milanese ha pubblicato il tuo scritto sotto il titolo: "Caro Silvio, su Fini hai sbagliato. Ripensaci". Ebbene, se è lecito paragonare la grande Roma alla piccola Chieti, io modestamente - riferendomi alla campagna che stai conducendo in Abruzzo perchè nel municipio teatino entri da sindaco l'esponente più autorevole del Msi locale - mi permettevo di rivolgere a te stesso amichevole invito: "Caro Marco, su Cucullo hai sbagliato. Ripensaci".
Nella lettera aperta a Berlusconi, tu dici testualmente: "Un voto a Fini significa consegnare in modo assoluto, senza precedenti, Roma non già ad una coalizione moderata, ed a un leader moderato, ma a un partito fin qui di estrema destra corporativista, centralista, proporzionalista, filoclericale, contraria a comunismo e a capitalismo, ad ogni politica moderata".
Scusa, Marco, ma non ti capisco. Un sindaco missino sarebbe una schifezza insopportabile a Roma, e invece va bene per Chieti? So perfettamente che il sistema uninominale impone di valutare il singolo candidato e non il partito da cui è proposto; ma, proprio per questo, quali diversità scorgi - se non l'età - fra Gianfranco Fini e Nicola Cucullo? Tu sottolinei che Fini è per la pena di morte ed è stato "contro il divorzio, contro l'aborto, contro l'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti, contro ogni riforma maggioritaria del sistema elettorale proporzionale (e partitocratico)". Ebbene, ti risulta che su qualcuno di questi argomenti il candidato che tu sostiene a Chieti si sia ribellato al segretario nazionale del suo partito? Sicuramente no. E poichè anche i teatini leggono il "Corriere della Sera", qualcuno si sarà domandato se per caso questa contraddizione - per la quale tu a Roma voti contro il candidato missino, mentre agli elettori di Chieti suggerisci di sostenere l'esponente locale de
l Msi - non scaturisca da inconsapevole disprezzo verso quell'Abruzzo che ti ha dato i natali.
Io però non credo che in te ci sia disprezzo per gli abruzzesi. Ecco perchè ti scrivo manifestando il mio stupore. La tua bizzarra posizione mi ricorda un'antica novella toscana in cui si narra di un signore che a Firenze teneva una moglie bella, giovane, aristocratica, e con lei frequentava l'alta società, figurandovi con decoro, mentre in un villaggio del contado aveva una matura amante "cui la vecchiezza non impediva di saper dispensare grande piacere carnale". E' lontanissimo da me, credimi, il proposito di paragonare Nicola Cucullo - che umanamente mi è simpatico - all'attempata amatrice segreta dell'antica novella toscana. Sei tu, piuttosto, che mi ricordi l'accorto e gaudente signore fiorentino. A Roma, nel sostenere Francesco Rutelli, candidato di sicuro blasone democratico e progressista, tu sei così limpidamente antifascista, da richiamare alla coerenza il "caro Silvio", dandogli del tu (sai che non sapevo foste così amici?); a Chieti invece ti sei schierato col candidato missino prima ancora
di sapere chi sarebbe stato il candidato delle sinistre. Hai dunque una tua coerenza politica per la metropoli e un'altra - opposta - per la piccola città.
Dimenticavo: nella citata novella toscana il protagonista si dichiarava sicuro che gli abitanti del paesello, dove si recava a visitare la seducente vegliarda, "per divozione o zoticaggine mai l'avrebbero tradito del suo secreto". Poichè escludo, caro Marco, che tu attribuisca agli elettori teatini "divozione o zoticaggine", mi vado sempre più convincendo, mentre ti scrivo, che tu ci hai già ripensato, e che, se fossi elettore a Chieti, voteresti per Conti, democratico antifascista come Rutelli.
Vero che è così? Altrimenti sarebbe un po' come se uno che vive nella grande città dicesse a noi provinciali: "Io per Natale mangio tacchino e pandoro; voi mangiate carrube che, vi do la mia parola, sono ottime".