Liza Largoza-Maza - Filippine
Segretaria generale di GABRIELA (A National Women's Coalition of Organizations)
SOMMARIO: Nelle Filippine è stata approvata la pena di morte. L'autore sostiene che nelle Filippine il sistema legale favorisce i ricchi poiché questi rimangono sempre impuniti nonostante i reati compiuti.
("NESSUNO TOCCHI CAINO", 1 febbraio 1994)
Il Congresso di fondazione della Lega Internazionale per l'abolizione della pena di morte entro il 2000 si è svolto in un momento cruciale per le Filippine, dove è stata approvata la reintroduzione della pena di morte. La nuova legge prevede la pena capitale per stupro, parricidio, omicidio, infanticidio, rapimento e gravi comportamenti illegali; furto con violenza o intimidazioni contro le persone, furto aggravato, incendio distruttivo, tradimento, pirateria e ammutinamento in alto mare o nelle acque delle Filippine, saccheggio, e altri crimini legati alle droghe proibite.
Nelle Filippine nessuno può intervenire in merito al sistema giuridico-legale, e il popolo subirà gli effetti della reintroduzione della pena di morte. Infatti, il nostro sistema legale favorisce i ricchi, i quali - insieme agli uomini di governo e ai militari - compiono il maggior numero di reati, rimanendo impuniti. Per contro, molti di quelli che noi consideriamo prigionieri politici vengono accusati di reati comuni, e verranno condannati a morte.
Dal 1932 al 1986, nel mio paese è stata comminata la pena di morte. La nuova legge, dopo una sospensione durata fino a dicembre 93, cambia il metodo di esecuzione: dalla sedia elettrica alla camera a gas.
Le Filippine sono divenute Stato membro del Patto internazionale sui diritti civili e politici delle Nazioni Unite nel gennaio 1987, e in quella data si sono impegnate ad abolire la pena di morte. Nel dicembre 1989, hanno sottoscritto il Secondo protocollo facoltativo al Patto dalle Nazioni Unite. Questo protocollo afferma che "ogni Stato membro deve prendere tutte le misure necessarie per abolire la pena di morte dalla propria giurisdizione".
La reintroduzione della pena di morte è una violazione evidente del Protocollo e una negazione dei diritti umani, la cui protezione sta alla base di molte convenzioni internazionali sottoscritte dalle Filippine.
Vi sono gruppi del mondo religioso che ritengono che gli insegnamenti di Cristo permettano l'applicazione della pena di morte, in alcuni casi straordinari e come ultimo rimedio.