EMMA BONINO (LISTA PANNELLA) TEME GLI EFFETTI DI "UNA LEGGE ELETTORALE FALSAMENTE MAGGIORITARIA"Intervista a Emma Bonino
SOMMARIO: "C'è il rischio, non astratto, che dopo il 28 marzo si riaffacci e rifacciano l'unità nazionale, da Fini a Bertinotti". "In questi giorni a Palermo come a Catania o a Messina, il polo "progressista" sta cogliendo a pretesto la "lotta alla mafia" per colpire gli avversari e per non parlare dei tanti problemi aperti e scottanti". "I 13 referendum sono lì e saranno una possibilità di democrazia e di dibattito politico per tutti da subito". "Marco Pannella ha mai tradito i voti ottenuti nei referendum, nelle elezioni? Domandatevelo prima di scegliere".
(LA GAZZETTA DEL SUD, 23 marzo 1994)
Emma Bonino è preoccupata. E non soltanto per le sorti della Lista Pannella. "C'è il rischio, - dice - la quasi certezza di assistere non alla seconda Repubblica, tanto decantata, ma al secondo tempo della Prima Repubblica. C'è il rischio, non astratto, che dopo il 28 marzo si riaffacci e rifacciano l'unità nazionale, da Fini a Bertinotti. A quel punto resteremo di nuovo solo noi a lottare contro la partitocrazia che ci avrà eliminati dal Parlamento con delle elezioni truccate come queste. Truccate per disinformazione - l'abbiamo sperimentato sulla raccolta delle firme per la presentazione delle liste - truccate da una legge elettorale falsamente maggioritaria, che lascia il 25 per cento di proporzionale e il 100 per cento di ambiguità del vecchio sistema partitocratico".
D. - Perchè rischiate di non esserci nel prossimo Parlamento?
R. "Perchè, la Lista Pannella si presenta da sola a queste elezioni e se non supera il 4 per cento, la soglia di sbarramento del nuovo sistema elettorale, sulla proporzionale - sulla scheda grigia - non avrà nè Marco Pannella nè altri suoi rappresentanti in Parlamento". Ma non saremo noi a dolercene. Saranno forse tutti quelli che avrebbero sperato di non vedere prevalere sulla politica e le riforme le guerre di potere tra gli apparati di partito e sarà forse il Mezzogiorno, che ancora una volta, dovrà pagare sulla sua pelle le spese di questa disperante campagna elettorale.
D. - Un motivo per votare Lista Pannella sulla scheda grigia?
R. "Evitare che dal 3 aprile i rappresentanti dei poli facciano come i ladri di Pisa: grandi risse di giorno e poi vedersi la sera e dividere il bottino".
D. - Quali sono i maggiori pericoli cui ci troviamo di fronte e che dovremmo superare?
R. "Uno consiste nell'uso spregiudicato e strumentale che si sta apertamente facendo della questione mafia e, come si dice, della "criminalità organizzata". In questi giorni a Palermo come a Catania o a Messina, il polo "progressista" sta cogliendo a pretesto la "lotta alla mafia" per colpire gli avversari e per non parlare dei tanti problemi aperti e scottanti. E' un gioco al quale noi, Riformatori della Lista Pannella, non ci prestiamo. Berlusconi ha contrastato queste insinuazioni, ma occorre andare oltre, denunciare con grande forza la demagogia e la politica del linciaggio. Non ci stiamo a far sì che si faccia un uso delle leggi - come quella del pentitismo - sempre più lontano dal diritto e la cui applicazione è suscettibile di arbitrio e tracotanza, come diceva Leonardo Sciascia. Come sempre, noi siamo per assicurare a colpevoli o innocenti ciò a cui hanno diritto, in nome della giustizia e del diritto, per evitare che si compiano inutili violenze e ingiustizie".
D. Quale rapporto con il Sud?
R."Ricordate quelli che parlavano e parlano ancora di Mezzogiorno e di solidarietà, del meridionalismo elettorale trasversale ai partiti della Prima Repubblica? Quello che io ricordo, invece, sono la battaglia di diritto fatte al Sud. A Napoli, con Marco Pannella che, da consigliere comunale, lancia il progetto del grande comprensorio urbano e, all'epoca del processo Tortora, porta per la prima volta alla luce le responsabilità e le connivenze di quel gruppo di magistrati di Castelcapuano solo oggi "scoperti" (si fa per dire) in uno strano gioco incrociato di denunce e di sospetti; in Sicilia, sempre con Pannella, per rinnovare l'amministrazione comunale e il personale politico di Catania".
D. Quale programma?
R. "Non ho esitazioni: i nostri 13 referendum e innanzitutto la riforma elettorale, che ci porti ad un vero sistema uninominale secco all'inglese, la riforma fiscale, la liberalizzazione delle norme del commercio, l'abbandono di quella Cassa Integrazione Straordinaria che ha messo il Sud in "aspettativa" e che fino ad oggi è servita soprattutto alla grande industria del Nord per "privatizzare i profitti e pubblicizzare le perdite". L'antiproibizionismo sulla droga e la lotta alle leggi proibizioniste L'antiproibizionismo è per noi una battaglia fondamentale, che ci colloca, ad esempio, agli antipodi di Fini e della sua politica di repressione violenta".
"Dunque, - conclude la Bonino - quello che offriamo, non è parte delle chiacchiere elettorali, degli scontri da programmi televisivi. La politica, ne sono convinta, non si fa sulle parole. I 13 referendum sono lì e saranno una possibilità di democrazia e di dibattito politico per tutti da subito. Ma è necessario mettere dei punti fermi. Fermarsi e ricordare. Noi potremmo dire abbiamo già dato. Il contributo alla storia civile e di libertà del nostro Paese l'abbiamo data. Ma vi chiedo: vi sentite traditi? Marco Pannella ha mai tradito i voti ottenuti nei referendum, nelle elezioni? Domandatevelo prima di scegliere. Il 4 per cento non è irrealizzabile e magari potremo essere tutti felicemente sorpresi dai risultati elettorali".