La bella conduttrice Elisabetta Gardini e la pasionaria radicale Emma Bonino sono le donne che nell'area ovest contendono la vittoria al candidato dei progressisti Guido Petter.di Giuseppe Pietrobelli
SOMMARIO: Breve intervista ai candidati per il collegio uninominale della Camera di Padova Ovest.
(IL GAZZETTINO di Padova, 24 marzo 1994)
L'attrice dal viso acqua e sapone, senza una traccia di trucco, la parlantina sciolta e l'accento vagamente romano, ossia la popolar-pattista Elisabetta Gardini. La combattente di tante battaglie radicali, Emma Bonino, che riesce a giustificare, a se stessa prima che agli altri, la scelta di correre per Forza Italia. E poi il professore mite, ma progressista, quello che fu picchiato dagli autonomi e ora scrive favole per bambini raccontate da "nonno Perché", ossia Guido Petter. Da ultimo, il figlio dell'uomo che salvò centinaia di ebrei dalla furia nazista, eppure si riconosce nell'Alleanza Nazionale che giura di essersi liberata dai fantasmi fascisti, ossia Franco Perlasca.
La politica, a Padova, ricomincia da quattro. Da due uomini e due donne che inseguono, nel collegio Ovest, un seggio per Montecitorio. Un collegio perfetto, per la presenza soltanto di questi quattro candidati che interpretano le ragioni della destra, del nuovissimo centro-destra, del centro e della sinistra. Un esperimento che riproduce la polarizzazione voluta dalla riforma elettorale.
Vincerà la bella Elisabetta, che si presenta in giacca informale e jeans, sorride e discute come se avesse masticato politica da sempre? Oppure la più austera "pasionaria" che è sempre vissuta di politica ed ora ribatte alle obiezioni chiedendo: »Ma chi ha detto che noi radicali eravamo di sinistra? Fu il Pci a salire all'ultimo minuto sul carro della storia, ovvero i grandi referendum ? O la spunterà il docente di psicologia evolutiva che sbatté la porta in faccia al Pci dopo i fatti d'Ungheria, quasi quarant'anni fa? Oppure il direttore di banca.
E' una bella lotta, che si gioca su tanti piani, l'immagine, gli scontri in tivù. I contatti con la gente. L'appeal dice Gardini, ma è inevitabile. Eppure lei sa che un volto televisivo può essere anche una trappola. In tanti i dicono che non sembro una del mondo dello spettacolo, e mi pare un complimento . Certo, perché di fronte agli altri contendenti rischia di fare il peso piuma, bella ma inconsistente. »Credo di avere sempre agito in coerenza, anche nel mio lavoro, senza accettare compromessi e senza fare le cose in cui non credo. Se avessi scelto programmi più leggeri, se non avessi invaso un'area più politica o informativa, mi avrebbero lasciata lavorare tranquillamente .
Elisabetta Gardini ricorda "Domenica in...", "Uno mattina", "Europa! Europa!" e il meno felice "Caffè italiano". »Erano trasmissioni con contenuti, si parlava anche di adozioni, trapianti, volontariato, cultura, mondo cattolico, e introducevano un nuovo discorso etico, attento ai valori .
L'altra donna è la Bonino, già deputato nel '76 e nel '79, sempre in questo lembo di Veneto. Come la mettiamo con la sua storia personale di tante lotte libertarie? »Il '94 è molto diverso da vent'anni fa, bisogna riscoprire la priorità della politica e rafforzare il polo liberal-democratico per mettere un freno all'ingerenza dello Stato. Il mio non è un matrimonio monogamico e non provo nessun disagio nella scelta che ho fatto . Vuol dire che il tatticismo spinge i radicali ad accettare qualsiasi proposta, pur di restare a galla? »Ma io sono entrata, sono uscita, ho fatto di tutto. E non rinuncio alle grandi idee, cerco consensi tra quelli che credono ancora nella certezza del diritto . Cosa pensa della sua rivale? »L'ho sentita parlare di giovani, di anziani, di disoccupazione, rimane il fatto che loro hanno governato il paese per trent'anni e ho sempre sentito queste belle parole. Perché non hanno fatto prima quello che dicono di voler fare adesso? .
Dei due uomini, è il candidato progressista ad avere qualche chance in questa contesa dove vince solo il più votato.»E' incredibile questo passaggio della Bonino dall'area radicale e di sinistra dei referendum per i diritti civili alla destra di Berlusconi e di Bossi . Il professor Petter, barbetta da psichiatra e bonomia da medico di campagna, è un impietoso analista. »Forza Italia è dominata dalla figura di Berlusconi. Cresciuto all'ombra dei politici che lo proteggevano, ora che i suoi padrini sono venuti meno si presenta come il salvatore della patria. Ma è solo un grande illusionista, è il vecchio che risorge sotto spoglie nuove . La Bonino? »Un candidato "imposto" . Il Partito Popolare della Gardini e di Rosy Bindi? »Un tentativo di rinnovamento, tra gravi incertezze, che contiene ancora i residui della vecchia Democrazia Cristiana . Tre buone ragioni per votare Elisabetta Gardini? »Perchè appartengo all'unico schieramento veramente nuovo, - risponde l'interessata - perché non esiste soltanto lo Stato
assistenziale e neppure solo il libero mercato, perché sono padovana e amo Padova . Tre ragioni, professor Petter? »Non sono un politico di professione, il mio passato è una garanzia per gli elettori e se si considerano quali sono le alternative... . Tre buone ragioni per scegliere Emma Bonino, radical-leghista-forzista? »Mi sono battuta in modo esplicito e determinato, ho pagato di persona per difendere lo Stato di diritto, e poi i radicali sono gli unici rimasti fuori da Tangentopoli .