Ora dobbiamo aiutare la Bosnia a rinascereIntervista a Emma Bonino di Mario Avagliano.
SOMMARIO: Intervista a Emma Bonino: »con la nomina del pubblico ministero del Tribunale internazionale sui crimini di guerra nell'ex Jugoslavia, è stato rispettato il secondo punto dell'accordo di governo tra i riformatori e Berlusconi . L'impegno dell'Italia per la Corte permanente dell'Onu.
(L'INFORMAZIONE, 12 luglio 1994)
ROMA. »E ora le crocette sono due . Emma Bonino, segretaria dei radicali, piemontese, 49 anni, deputata dal 1976, è felice come una pasqua. »Con la nomina del pubblico ministero del Tribunale internazionale sui crimini di guerra in Bosnia spiega è stato rispettato anche il secondo punto dell'accordo di governo tra i riformatori e Berlusconi". La Bonino ci accoglie con un sorriso nel suo ufficio al terzo piano di via della Torre Argentina, sede storica del partito della Rosa nel pugno. Sulla parete spicca una foto che la ritrae in compagnia del Dalai Lama. E' stata scattata in occasione dell'incontro con il Cavaliere. »Il primo impegno rispettato dal governo , ricorda. Sulla scrivania, invece, ingombra di carte, c'è un fax intestato Nazioni Unite. E' la lettera di ringraziamento di Antonio Cassese, presidente del Tribunale internazionale. La battaglia dei radicali e l'intervento del governo italiano negli incontri bilaterali del G7 sono stati determinanti per la nomina del pm.
»Ora l'impasse è stato sbloccato commenta la Bonino E il Tribunale, che è uno strumento internazionale per fare giustizia e per reintegrare i diritti così barbaramente calpestati nella ex Jugoslavia, finalmente può funzionare. Non si dimentichi che il Tribunale sulla Bosnia è il primo dopo quelli di Norimberga e di Tokio. Questa volta, però, non si tratta di affermare la giustizia dei vincitori ma la giustizia e il diritto internazionale, a partire dalla convenzioni di Ginevra sul genocidio .
Quale era l'ostacolo al funzionamento del Tribunale?
»Non si riusciva a nominare un pm. Gli ultimi due candidati erano stati silurati dalla Russia, con la motivazione che erano di area NATO. Insieme a Cassese, siamo riusciti a individuare un terzo candidato, il sudafricano Richard Goldstone. Al G7 Berlusconi stesso ha posto la questione negli incontri bilaterali con Eltsin. E tutto è stato risolto .
ll prossimo passo da fare?
»La campagna per l'istituzione di un Tribunale internazionale permanente. Il problema è che ci sono tonnellate di convenzioni sui diritti umani e sull'ambiente, ma mancano sia gli strumenti di verifica che quelli sanzionatori. Ora il governo italiano dovrebbe farsi promotore, nell'Assemblea dell'Onu, di una risoluzione per l'istituzione del Tribunale .
Quali sono gli altri obiettivi di politica internazionale del governo?
»Il presidente del Consiglio si è impegnato con noi riformatori a convocare una conferenza nazionale per la valutazione delle politiche proibizioniste nella lotta alla droga. L'altro nostro impegno riguarda l'abolizione della pena di morte entro il 2000 e l'affermazione di un nuovo diritto umano: quello di non essere uccisi in forza di legge .
Come le sembra la politica estera dell'Italia?
»Finora il ministro Martino ha fatto poco. Si è obiettivamente trovato nella necessità di "viaggiare" molto, sia perché esponente di un governo nuovo sia perché la presenza nell'esecutivo di ministri post-fascisti ha creato qualche problema. Ad oggi, quindi, non si sa ancora quale sia l'indirizzo di politica estera del governo. Ecco perché la commissione Esteri della Camera ha chiesto un dibattito parlamentare su questo tema entro il mese di luglio .
Che cosa si aspetta da Martino?
»Sulla questione del Tribunale internazionale ci siamo trovati d'accordo. Ora occorrerebbe un impegno per la cooperazione con i Paesi del Terzo mondo. Non ha detto nulla su questo. Si tratta di una materia di cui si occupano solo i giudici .
Alcuni accusano Martino di essere euroscettico. E' vero?
»Su questo il ministro ha fatto dichiarazioni contrastanti. Comunque io sono d'accordo con lui quando dice di essere scettico su un'Europa solo economica, senza forti istituzioni politiche .
Che ne pensa del vertice del G7?
»Purtroppo l'ltalia si è accodata alla proposta di spartizione della Bosnia. Una proposta impraticabile che calpesta totalmente il diritto internazionale. Non si cambiano le frontiere con le armi .
Parliamo del governo Berlusconi. Come si è comportato in questi cinquanta giorni?
»Mi è sembrato un periodo in cui probabilmente chi riteneva che le cose potessero essere risolte in ventiquattr'ore, ha dovuto ricredersi. Anche la vicenda del decreto Rai non è stata certo esaltante. E in termini di ripresa economica, aspetto ancora di vedere qualcosa. Dentro Forza Italia, poi, ci sono forti contraddizioni .
Di che tipo?
»In Forza Italia ci sono due anime. Una cattolica, che rincorre esplicitamente l'elettorato democristiano e il tentativo di occupare il vuoto lasciato dalla Dc, trascurando le idee liberali. Ne fa fede la volontà di aderire al Partito popolare europeo, invece di rafforzare il gruppo liberale. Un grave errore. C'è poi un'anima liberale, che ha consentito per esempio di presentare insieme un appello per il turno unico e per il sistema presidenziale anglo-sassone-americano .
E Berlusconi, è un buon presidente del Consiglio?
»Mi preoccupa un po' la rincorsa ai sondaggi, che sono utilissimi ma non devono essere sacralizzati. Il ruolo di una classe dirigente è quello di governare l'opinione pubblica, non di adeguarsi ad essa. Il limite di Berlusconi è voler piacere a tutti. Questo gli può impedire di fare scelte coraggiose .
[g.cap.]
-----------------------------
LE TAPPE DI UNA LUNGA BATTAGLIA
(L'Informazione, pagina 5) di Tommaso Redi
ROMA. Ci è voluto più di un anno perché il consiglio di sicurezza dell'Onu nominasse il pubblico ministero per il Tribunale internazionale sui crimini di guerra commessi nei territori della ex Jugoslavia. Si tratta del sudafricano Richard J. Goldstone, giudice della Corte Suprema, in passato impegnato a indagare sulle violenze e sulle violazioni di diritti umani nel suo Paese, lacerato dalle divisioni razziali. Ora il Tribunale, composto da undici giudici e presieduto dall'italiano Antonio Cassese, potrà finalmente diventare operativo.
E' un successo per l'ltalia, che ha insistito per la nomina del Pm e che, nel giugno del 1993, promosse l'istituzione delI'organismo internazionale. Ma si tratta di un successo anche per il partito radicale di Emma Bonino e di Marco Pannella, che da mesi sostiene tenacemente questa battaglia. L'anno scorso i radicali consegnarono una petizione a Boutros Ghali, firmata da oltre 27 mila cittadini, tra cui molti premi Nobel, parlamentari di tutte le Nazioni, professori e esponenti del mondo dello spettacolo. A Pasqua, poi, hanno organizzato una marcia internazionale a Roma, con la partecipazione di decine di sindaci di città martiri, da Sarajevo a Coventry.
Il primo compito del pubblico ministero Goldstone sarà quello di analizzare le casse di documenti che compongono il rapporto della commissione di esperti, presieduta dal professor Bassiouni, che ha indagato sui crimini commessi nella ex Jugoslavia. I dati dell'orrore che escono fuori dal rapporto sono impressionanti: 200/250 mila persone uccise, circa 50 mila torturate, 20 mila donne stuprate, 715 luoghi di detenzione e campi di concentramento, oltre 150 fosse comuni.
L'istituzione del Tribunale ad hoc per la Bosnia costituisce il primo passo verso l'istituzione della Corte permanente dell'Onu che è ormai allo studio da più di dieci anni e consentirebbe di procedere penalmente nei confronti dei criminali di guerra, fornendo uno strumento di attuazione alle convenzioni sui diritti umani. Nell'accordo di governo tra i riformatori e Berlusconi, il Cavaliere si è impegnato formalmente a sostenere questa battaglia nell'assemblea delle Nazioni Unite. Come? E' probabile che il governo italiano presenti una proposta di risoluzione all'Onu.
[g.cap.]