PER QUESTO PARTITO, PER QUESTE COSE
SOMMARIO: Per la creazione del Tribunale Penale Internazionale, su iniziativa radicale, il Parlamento europeo ha approvato in circa due anni 4 risoluzioni che chiedevano un progetto comune europeo per lo statuto del tribunale, e sempre su iniziativa del Partito radicale è stato possibile raccogliere oltre 800 firme di parlamentari di 62 paesi del mondo per la convocazione entro il 1998 di una Conferenza Diplomatica Plenipotenziaria per l'istituzione di tale Tribunale. (Notizie Radicali, Nr 6 del 2 Agosto 1997 - Pag. 7)
Ci sono battaglie ed iniziative politiche che rispondono a speranze profonde, intimamente e, all'apparenza, universalmente condivise da tutti i cittadini. In Italia, non vi è chi sarebbe contrario all'istituzione di un Tribunale Penale Internazionale; chi, insomma, non vorrebbe giustizia di quei massacri, di quelle stragi, di quella morte umana e civile, che, in una grande parte del mondo, è diretta responsabilità del potere, dei potenti della politica. Allo stesso modo non vi è organizzazione o partito che non sia astrattamente a favore.
Ciò che però ha distinto il Partito radicale e i militanti radicali è stata la capacità di non essere, semplicemente, a favore; è stata la capacità di dare priorità e forza di lotta politica a queste speranze; è stato l'impegno a fare quanto altri si limitavano a dire o ad auspicare; è stata la forza di mettere a disposizione se stessi e la propria storia individuale e politica - a volte in condizioni di difficoltà e pericolo gravissimi - per battaglie che sembravano tanto sacrosante quanto, in partenza, perdute.Solo 5 anni fa, l'istituzione del Tribunale Penale Internazionale sembrava ed era effettivamente impossibile: non solo per l'opposizione di alcuni importanti paesi, ma perché nessuna organizzazione politica nazionale o internazionale sarebbe stata disposta a giocare neppure un centesimo del proprio denaro, od un secondo del proprio tempo, per ottenerla.
Dobbiamo i risultati ottenuti anche all'impegno di quanti, con noi, dopo avere visto che ci stavamo, hanno scelto di appoggiare concretamente battaglie che, da soli, non avrebbero mai neppure pensato di condurre. Quindi, in primo luogo, dobbiamo questi successi a quelle poche migliaia di cittadini (italiani e no), che, con le loro iscrizioni, ci hanno consentito non solo di esistere, ma di lottare, di cercare e di offrire sostegno a questa battaglia, e di pagare il conto altissimo di una mobilitazione politica internazionale.
Il Parlamento europeo, in meno di due anni, ha approvato ben 4 risoluzioni che chiedevano all'Europa di presentarsi all'assemblea Generale dell'Onu con una proposta comune sullo Statuto del Tribunale; un atto, questo, di straordinario rilievo internazionale, che il Parlamento ha adottato a grande maggioranza, ma che non sarebbe mai esistito, se il Partito radicale, ed i parlamentari iscritti al Pr (ed eletti in diverse formazioni politiche nazionali, di destra e di sinistra) non l'avessero promosso e sostenuto. All'iniziativa del Pr si deve anche uno straordinario esempio di mobilitazione parlamentare internazionale: l'appello di Parlamentari (oltre 800, di 62 paesi del mondo), con cui si è richiesto all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite la convocazione della Conferenza Diplomatica Plenipotenziaria per il 1998. Allo stesso modo, la costituzione, nel 1995, della NGO Coalition for an International Criminal Court, che ha sostenuto in sede Onu, l'iniziativa del Tribunale ha avuto origine dall'iniziativa del
Partito radicale, e del Comitato Non c'è Pace senza Giustizia (associazione federata al Pr).
Non vale dunque la pena di essere iscritti al Partito radicale, a questo partito, che fa queste cose?