(Il Giornale - edizione della Toscana - 21 settembre)
Cittadini vittime di un rito esoterico: la pulizia notturna delle strade. Lensi scrive al sindaco: "Qualche spazzino in piu' e qualche spazzatrice in meno".
Egregio Sindaco,
qualcosa di strano accade ogni notte nella nostra citta'. Strano e inquietante. Migliaia di residenti, in un giorno fissato per tutti da una strana setta - credo abbia nome "Il Quadrifoglio" - si adoperano a spostare la macchina dal proprio settore ad uno limitrofo per lasciar posto, spazio e fiducia, a quel rito iniziatico settimanale dagli antichi sapori - un po' come la schiacciata con l'uva settembrina - della "pulizia delle strade". Un rito che obbliga i suoi fedeli a quella inquietante pratica liturgica che potremmo chiamare "parcheggio selvaggio".
Ho abitato per lunghi anni lontano da Firenze. In citta' oltremodo difficili e - se vogliamo - sporche: Istanbul, Budapest, Katmandhu. Sono partito circa quindici anni fa e pochi mesi or sono, rientrando a Firenze con la speranza di rivedere inalterata la mia citta', ho ritrovato felicemente questa antica liturgia ancora viva e praticata da migliaia di fedeli.
Esterefatto mi son chiesto, e mi chiedo, come sia stato possibile manternerla cosi' viva, senza che nessun residente eterodosso avesse avuto l'ardire di contestarne il tantrico rito. Il fatto che tutti sono d'accordo, quindi, nello spostare una volta alla settimana la propria macchina, certe volte a qualche chilometro da casa, mi da serenita'. E' cosa rara e bella che mi stupisce ancora. E che poi questa operazione debba essere praticata alle prime luci dell'alba del giorno precedente, pena l'impossibilita' di trovare loculo sicuro ed adeguato al proprio mezzo, e che comunque durante gli altri giorni della settimana i fedeli siano sottoposti al culto opposto, quello della difesa del proprio "parcheggio residente" dall'attacco di altri fedeli dei distretti vicini, non ha importanza di fronte al momento culminante della cerimonia iniziatica: il lavaggio.
Il lavaggio, atto di liberazione collettiva, rito taumaturgico notturno di importante effetto acustico. Come Lei certamente avra' avuto modo di osservare, si svolge ad ore felici per i riti propiziatori: dalla mezzanotte e trenta finanche, qualche notte, alle tre del mattino. Ricorda molto da vicino lo Shivaratri induista. Il rito lo svolge il terribile "mezzo": animale meccanico provvisto di allegre spazzole, briosi tubi dell'acqua ed effervescenti luci arancioni: un'orgia di colori e rumori. Quale gioia, specialmente nelle notti estive con le finestre spalancate, sentire i vetri delle stesse vibrare per la gioia componendo una soave melodia a mille decibel. Ti impediscono, per astratta tensione olistica, il forse ingiusto riposo, ma ti fanno pensare e meditare.
Il rito ha anche un ultimo effetto pregevole: la dedizione alla citta'. Provi a pensare se qualche fedele un po' in crisi decidesse di lasciarla per qualche giorno. E scegliesse di non muoversi con la sua auto, perche' le tv dicono che le strade sono pericolose e le morti per incidenti in tragico aumento. Lui, pur con sensi di colpa, parte in treno.... ma durante il suo esecrabile allontanamento, soprattutto se superiore alla settimana, cade la nottata del rito e la macchina e' giustamente punita e portata nei luoghi del pentimento. L'alternativa e' affidarla a quei posti di dissipazione e vizio che son chiamati "garage a pagamento". Che orrore! Quindi il fedele si guardera' bene in futuro di lasciare il suo posto, la sua citta', la sua strada, la sua macchina. E cosi' e' salva tutta la fiorentinita'.
Mi chiedo se anche altre citta', italiane e non, provvedano in cosi' attenta forma a pulire le proprie strade. Mi conceda, Egregio Sindaco, le strade di Firenze son come quelle di tutto il mondo e forse qualche "operatore ecologico" in piu' con la vecchia ramazza, e qualche "mezzo" in meno, non modificherebbe il culto. Anzi sicuramente se ne guadagnerebbe: in pulizia e tranquillita'. E che giungano pure le simboliche e basta "giornate senza auto" ad aiutarci nella umile riflessione di chi, come il sottoscritto, vuole una citta' veramente pulita e al contempo esente dall'ipocrisia efficientista.
Concludo questa mia lettera rinnovandoLe la mia immutata stima ed annunciandoLe, da "bestemmiatore" quale sono sempre stato e saro', che non faro' parte del culto e cerchero' di trovare altri bestemmiatori per resistere - anche di fronte alle leggi esoteriche - ai "sacerdoti" di questa setta che viola, se mi permette, qualche regola sulla "privacy" e lede la salute pubblica del cittadino.
Laicamente
Massimo Lensi
(Consigliere Generale del Partito Radicale e membro del Comitato cittadino "I Radicali")