Da un lancio dell'agenzia ANSA delle ore 16.01ROMA, 21 SETTEMBRE - Il primo presidente della Cassazione Andrea Vela con una lettera respinge il ''sospetto'' - avanzato dall'on. Tiziana Parenti su 'L'Opinione' dello scorso 10 settembre - secondo il quale, al Palazzaccio, sarebbe invalsa la
''consuetudine'' di effettuare ''a campione'' il controllo delle firme raccolte in calce alle richieste referendarie. ''Spero che l'onorevole - si augura Vela dalle colonne del giornale che oggi ha pubblicato la sua risposta - non si sia espressa in questi termini, che gratuitamente offenderebbero la verita' non meno che la Corte di Cassazione. La quale innanzitutto non ha bisogno di alcuna sollecitazione per compiere il proprio dovere''.
''Comunque - aggiunge Vela - sta di fatto che il suo Ufficio Centrale per il referendum e' un organismo complesso, formato da ben 33 magistrati, assistiti da un folto stuolo di personale amministrativo di livello elevato, nonche' dal Centro
elettronico di documentazione. E lavora secondo regole poste dalla legge e da norme organizzative interne''. ''Questa essendo la realta' - replica Vela alla Parenti che chiedeva un ''controllo vero e rigoroso'' - appare del tutto assurdo il sospetto che un organo cosi' numeroso e cosi' organizzato, si avventuri unanimemente lungo la scorciatoia illecita e pericolosa della indagine a campione e per il resto della
giornata si abbandoni al dolce far niente dopo aver falsamente attestato di aver compiuto il proprio dovere''.
''Assurdita' tanto piu' evidente, poi, in quanto - sottolinea Vela alla Parenti, intervenuta sulle firme raccolte da AN per il referendum antiproporzionale - il
pregiudizio che arreca, all'esercizio delle funzioni istituzionali della Cassazione, la distrazione di tanti elementi dalle proprie normali incombenze, sarebbe veramente
intollerabile ove non presentasse, almeno, la contropartita di un lavoro ben fatto''. Quanto alle modalita' del controllo Vela rileva che si lavora su ''due turni giornalieri'', che iniziano il 30 settembre, come stabilisce la Legge 352 del 1970, ''con
l'assegnazione, a ciascun funzionario, di 50 fogli numerati recanti le sottoscrizioni''. E l'attivita' ''si svolge sotto la vigilanza dei magistrati dell'Ufficio Centrale, con la verifica di ogni sottoscrizione, di ogni vidimazione e delle relative autenticazioni e certificazioni, e - specifica il primo presidente - dura senza sosta con il ritmo necessario perche' le operazioni possano concludersi, qualunque sia il numero delle
richieste referendarie, entro il termine del 15 dicembre, fissato dalla legge''. Le operazioni - spiega infine Vela - si concludono ''con un provvedimento motivato dall'Ufficio Centrale, il quale, ove riscontri irregolarita', apre un contraddittorio con i promotori, affinche' costoro possano rimediare o comunque far valere le proprie ragioni''.