non sto facendo un discorso strettamente politico,
perche' nel qual caso potrei argomentare con le piu' svariate tesi economiche l'una o l'altra posizione; e' la teoria della contrapposizione, questa , che non credo portera' mai da nessuna parte;
anzi, la contrapposizione e' sempre stata voluta dalla persona economicamente piu' forte, piu' potente;
potrei dirti come con quattro scioperi generali si potrebbe assestare un bel colpetto alla attuale oligarchia economica; dall'altra parte qualcuno potrebbe dirmi come con un bel giro di vite si potrebbe produrre di piu' pagando meno le persone e quindi assumendone di piu';
non mi interessa;
tutto e' argomentabile e sostenibile, bisogna vedere cosa porta una persona a sostenere alcune tesi anziche' altre;
io sono nato e cresciuto con l'idea di uguaglianza ben radicata, e non riesco ad accettare disparita' di redditi, di beni, di vite;
qui invece leggo tesi opposte, dove e' dato per scontato che qualcuno sia piu' forte di qualcun'altro; poco importa se proprio l'altro e' migliore del primo; conta se hai capitali di famiglia o fatti chissa come; puoi essere talmente stupido da non riuscire a prendere un diploma di scuola superiore, ma se papa' aveva i soldi, puoi schiacciare, tenere sotto il giogo un laureato anche geniale; qui, su questa conferenza, si argomentano tesi del genere, dileggiando chiunque accenni ad un'idea di giustizia, di uguaglianza....si sa, l'offesa nasconde la poverta' di idee; ma non e' questo il punto;io penso ad una societa' di individui uguali;
credo che l'"azienda Italia" si serva di tanti meccanismi, tra i quali i lavoratori- imprenditori, e i lavoratori-dipendenti: senza i primi non ci possono essere i secondi e viceversa; tutti e due contribuiscono a rendere l'economia di uno stato attiva; tutte e due le categorie vanno tutelate egualmente;
ecco perche' una legge che, palesemente, mette su UN piatto della bilancia un peso enorme che da' forza solo ad una parte, e', francamente inaccettabile, e non solo economicamente;
visto che al "cavalier" Berlusconi piace tanto la metafora calcistica, possiamo tranquillamente dire che un Ronaldo (cioe' il nome, l'industria )
in un campo da solo perderebe qualsiasi partita senza altri dieci giocatori ( i lavoratori ) dietro che gli confezionano la palla-gol;
ma tutti e undici vincono e sono uguali uno all'altro; tutti e undici hanno le stese esigenze, tutti e undici hanno il diritto di percepire lo stesso trattamento economico;
a presto.