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Conferenza Rivoluzione liberale
Pezzuto Vittorio - 9 ottobre 1999
Genova, 29 settembre 1999

Alla c.a attenzione di Marco Pannella

Rita Bernardini

Benedetto Della Vedova

Mimmo Pinto

Paolo Vigevano

e, p.c. a Emma Bonino

Marco Cappato

Daniele Capezzone

Benedetto, da me sollecitato, mi ha appena comunicato che venerdì verrà deciso il rinvio della data della sentenza del processo per droga a carico del sottoscritto e di altri cinque dirigenti dell'allora Movimento dei Club Pannella. Poco male, beninteso se questa ennesima proroga potrà servirci a organizzare finalmente una qualche iniziativa capace di ricondurre questa vicenda a quella dimensione politica che finora è completamente mancata.

Pur trascinandosi dal lontano 1995, il nostro processo non ha infatti avuto ad oggi alcuna rilevanza non solo sui mezzi di informazione ma innanzitutto tra di noi: non mi ricordo infatti della convocazione di una sola riunione degli imputati e dei loro avvocati per concertare una qualche strategia processuale così come di iniziative politiche o semplici manifestazioni militanti di sostegno (nemmeno una cartellonata davanti al Tribunale) a una così importante azione di disobbedienza civile. Le stesse udienze del processo (alle quali non ho preso parte perché così consigliato dai miei miei legali Caiazza e Biondi e in pieno accordo, immagino a nome anche degli altri imputati, con Benedetto) si sono stancamente (e burocraticamente) protratte per mesi senza che a testimoniare a favore delle nostre ragioni venissero convocati (come invece alla vigilia di Porta Portese ci eravamo ripromessi di fare) medici, politici, personalità del mondo del diritto. Il tutto si è così inevitabilmente ridotto a vicenda strettamen

te personale di cinque imputati che rischiano comunque una condanna o un'assoluzione, in entrambi i casi pesanti perché inutili a rilanciare la battaglia antiproibizionista.

Ciò premesso, e al fine di aiutare la vostra riflessione nel prossimo seminario del gruppo dirigente della Lista Bonino (che immagino avrà all'ordine del giorno il rilancio dell'iniziativa politica all'indomani della consegna delle firme in Cassazione), mi permetto di avanzare una proposta al riguardo. Perché non immaginare la tenuta pubblica - in una sala con adeguata scenografia e a pochi giorni dalla nuova data fissata dal Tribunale di Roma per la sentenza - di un processo "simulato" ai cinque imputati con la presenza di un giudice (un ex Presidente della Corte Costituzionale?), di una giuria, di avvocati difensori, di PM proibizionisti, di testimoni a favore e contro le tesi antiproibizioniste? In questo modo otterremmo forse diversi risultati:

- la tenuta, in forme nuove e comunque spettacolari, di un importante convegno di rilancio dell'antiproibizionismo sulle droghe e della nostra azione di disobbedienza civile;

- il recupero di quel dibattito processuale che colpevolmente ci siamo lasciati sfuggire nel processo vero, convocando finalmente esperti italiani e internazionali a sostegno delle nostre tesi;

- la possibilità di stanare esponenti importanti dei DS (Veltroni o lo stesso D'Alema, il giovane antiproibizionista?) che, da noi chiamati in veste di testimoni a difesa degli imputati, avrebbero due scelte: rilasciare autorevoli e comunque impegnative dichiarazioni a favore (o contro?) le tesi antiproibizioniste oppure non presentarsi in "aula" e così sputtanarsi dopo averci rimproverato di aver accantonato le battaglie libertarie nella appena conclusa campagna referendaria;

- la possibilità di pubblicare e distribuire - innanzitutto ai parlamentari - gli "atti processuali" (con relativa sentenza) del processo "simulato" subito dopo la sentenza "vera" nei confronti dei cinque imputati.

Buon lavoro

Vittorio Pezzuto

v.pezzuto@erga.it

 
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