Ho letto l'intervento di Paolo Pietrosanti sui matrimoni e sulle unioni di fatto e mi sento di fare alcune precisazioni.Se da un lato ha perfettamente ragione a richiedere il matrimonio omosessuale come istituzione che crea un negozio giuridico tra due (o più persone) dello stesso sesso, dall'altro ho delle perplessità quando afferma un po' sbrigativamente, che "battersi per il riconoscimento come famiglie di fatto per esempio delle coppie omosessuali è assolutamente errato e fuorviante", perchè fa piazza pulita con mezza frase di una lotta difficilissima condotta dal movimento omosessuale.
Le proposte di legge depositate in Parlamento a me pare che costituiscano il massimo che si possa pretendere di ottenere da queste forze politiche e da un quadro costituzionale di riferimento che fa menzione alla famiglia "naturale" cioè, in sostanza a quella eterosessuale. Tutte le proposte di legge allargano molto i diritti delle coppie omosessuali, come se fossero delle vere e proprie coppie eterosessuali sposate anche se questo tipo di "matrimonio" non può essere chiamato "matrimonio" ma unioni affettive. Le differenze sostanziali sono sulle procedure previste sulla registrazione, ma sono abbastanza secondarie rispetto all'obiettivo che si vuole ottenere.
Un limite grave è sulla adozione che si tende a non riconoscere alle coppie omosessuali. Questo sì, è un limite grave, ma nascondere la testa sotto la sabbia di fronte al sistema di apartheid giuridico e sociale che mantiene l'Italia fuori dall'Europa mi sembra ancora più grave e abbastanza superfluo di fronte ad una discussione nominalistica su matrimonio, unioni civili ecc.
Io ho dato la mia disponibilità di consigliere ad organizzare "matrimoni" provocatori, come fatto ormai anni fa da alcuni consiglieri a Milano e Roma in modo da sollecitare l'approvazione di un provvedimento che va nel senso delle risoluzioni del Parlamento Europeo, del Trattato di Amsterdam ecc... e da suscitare dibattiti ecc. Niente. Non si è mosso niente.
Cito questo caso personale perchè voglio arrivare a dire che la vera difficoltà è proprio qui: la ghettizzazione del movimento gay fatta dalla sinistra, per cui sono più importanti le manifestazioni tipo Mister Gay o l'apertura dei locali rispetto alla politica di difesa ed ampliamento dei diritti civili è, a mio modo di vedere, il vero punto nodale. Da radicale mi pare che anche questo sia un obiettivo da raggiungere, polemizzando, in questo con la cultura "arcista" della sinistra.