Strasburgo, 27 ottobre 1999
DIBATTITO SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLE IMPRESE INTERVENTO DI BENEDETTO DELLA VEDOVA
Della Vedova (NI). Signor Presidente, noi tutti ci rendiamo conto che i licenziamenti nascondono dei drammi umani, di cui forse è bene che i governi europei, che si ispirano al modello sociale europeo, si facciano maggiormente carico. Credo però che la discussione di oggi abbia assunto toni lunari, visto che si discute di ristrutturazione di imprese e di quali debbano essere i profitti tollerabili e quali no, nella grande Europa liberale. Credo che, se dovessero prevalere molte delle voci che si sono sentite oggi, allora si preparerebbe unEuropa della povertà e della disoccupazione e non unEuropa delloccupazione e della ricchezza. Che senso ha affermare che i profitti della Michelin sono saliti del 17 per cento, senza dire se siano maggiori o minori di quelli della Bridgestone o della Goodyear o degli altri concorrenti, senza dire che la Michelin è unazienda con un fatturato per addetto di 106 dollari, contro i 141 della Goodyear, senza dire che la Renault - che, se non sbaglio, è unazienda partecipata in m
odo determinante dal governo francese - va in Giappone, vi compra unazienda, la Nissan, e si trova obbligata, per non chiuderla, a licenziare 21.000 lavoratori che però, essendo giapponesi, a noi interessano di meno? Credo che invece vada messo in discussione il modello sociale europeo, che è il modello sociale dellEuropa della disoccupazione, delle tasse, dellEuropa con un sindacato che ha un potere enorme, che blocca la crescita economica, vieta a milioni di disoccupati italiani, francesi e tedeschi e a milioni di immigrati di trovare lavoro, per proteggere situazioni che spesso non sono altro che situazioni di privilegio. Ieri questo Parlamento ha chiesto al Presidente Duisenberg di piegare la politica monetaria alle necessità di crescita di unEuropa che non sa riformarsi, non sa riformare le economie e non sa liberalizzare i mercati, specie il mercato del lavoro. Se questa è lEuropa che prepariamo, siamo ipocriti perché prepariamo unEuropa dove regna la disoccupazione e dove le aziende chiudono. Quando p
erò non ci saranno più aziende, forse non ci saranno nemmeno le lacrime per piangere.