CINZIA CAPORALE - GIOVANNI NEGRI(parzialmente pubblicata su Il Tempo di oggi)
ROMA, 27 OTTOBRE 1999
HOTEL PARCO DEI PRINCIPI
CAPORALE: Quanto alla prima domanda, siamo alle porte del Giubileo Cristiano, mancano solo pochi mesi. L'evento ha una dimensione politica, oltre che religiosa. Qual e' la sua opinione rispetto al Giubileo, e quale impatto potra' avere sul mondo?
DALAI LAMA: Il Giubileo? Logicamente, non c'e' dubbio sulla sua enorme importanza. Penso anche che sia simbolico di tutti i tipi di assistenza, di "servizio", che il Cristianesimo ha dato all'umanita'. Milioni di persone in passato hanno tratto ispirazione dal Cristianesimo, e questo accade ancora e continuera' ad accadere nel futuro. Milioni di persone che traggono ispirazione per avere speranza e fiducia. Questi sono i miei sentimenti riguardo al Giubileo. Allo stesso tempo c'e' da sottolineare che rispetto alla grande celebrazione di cio' che e' chiamato Giubileo, o "nuovo inizio", noi tutti dobbiamo prepararci, direi che dobbiamo prepararci bene, veramente a fondo per questo nuovo inizio, per questa nuova era. E' molto importante. Se ci aspettiamo che sia il solo nuovo inizio o il solo nuovo secolo a portare qualcosa di buono per l'umanita', beh, questo e' sbagliato. Siamo noi che dobbiamo prepararci a fondo.
CAPORALE: A proposito di Vaticano, Lei domani incontrera' il Papa. Come Lei sa, qualcuno parla di nuove relazioni diplomatiche tra il Vaticano ed il Governo Cinese. Crede che possa rappresentare un fatto positivo anche per il Tibet? E riguardo a questo aspetto, cosa dira' al Papa domani? Come giudica questo nuovo dialogo tra la Chiesa cristiana e la Cina, soprattutto per le minoranze religiose?
DALAI LAMA: Il mio interesse principale durante i miei incontri con il Papa e' di discutere, di ricercare, di scambiarci opinioni o punti di vista riguardo all'evoluzione della spiritualita'. Di come raggiungere una sorta di maggiore equilibrio tra l'evoluzione materiale e quella spirituale. Ed anche di come far avvicinare le nostre due diverse tradizioni. In passato, questi sono stati i temi principali dei nostri incontri e lo saranno anche domani. Non credo che l'aspetto politico verra' affrontato, io non lo credo. In ogni modo, naturalmente la Cina e' una nazione molto popolosa, con origini molto antiche, che ha un ruolo molto importante nell'umanita', e proprio per questo la Cina deve assumere le dimensioni della comunita' mondiale. E cosi' dei buoni rapporti con la Cina sono essenziali. Quello che intendo per buoni rapporti non č pero' qualcosa basato su una pacificazione acquiescente. La Cina ha i suoi diritti, il diritto di avere un ruolo importante e il diritto allo sviluppo. Allo stesso tempo, come
ogni altra nazione, in particolare le nazioni piu' grandi, e piu' ancora in particolare le nazioni con tradizioni totalitarie, spesso compie degli errori. Questi errori dovrebbero essere resi chiari, anche se in un'atmosfera di una buona amicizia, senza alcun tipo di sospetti. E' questo che io credo sia giusto. Questo e' il mio punto di vista. E vale per i rapporti tra Cina e America, o per i rapporti tra Cina e Europa, in tutti i casi.
CAPORALE: Ma un accordo tra le varie minoranze religiose puo' essere utile? E in Cina la situazione e' uguale per tutte le diverse minoranze oppure, secondo Lei, alcuni gruppi religiosi vivono una situazione piu' favorevole?
DALAI LAMA: Non e' facile esprimere un giudizio. In tutta la Cina, a prescindere dal tipo di religione, o dal tipo di organizzazione, in queste cose le Autorita' comuniste vedono un pericolo, una minaccia, e il loro atteggiamento e' negativo. Ma qui parliamo di fede religiosa, e finora la fede non ha rappresentato mai un pericolo per le Autorita'. Credo che a differenza degli anni sessanta e settanta, in Cina ci sia oggi piu' liberta'. Ad esempio, ci sono molti musulmani nella Cina vera e propria. Rispetto a questi mussulmani che vivono in territorio cinese, l'atteggiamento del Governo e' piuttosto normale. Invece, per quanto riguarda i mussulmani che vivono nello Shinjan (?). o i tibetani che vivono nel Tibet invece che piuttosto che nella Cina vera e propria, la loro fede e' considerata dalle Autorita' una forma di patriottismo. Vede, la popolazione del Tibet, i Tibetani, amano la cultura tibetana, e questo e' un bene. Questo e' giusto. Ma agli occhi di alcune Autorita' cinesi questa cosa risulta negativa!
Secondo loro i tibetani dovrebbero amare la Cina piu' del Tibet. Questo e' il vero problema. Allo stesso modo, i mussulmani dello Shinjan(?) anche loro come cinesi dovrebbero amare la Cina piu' dello Shinjan(?). Ecco il problema. Cosi', a causa di questo, il Governo cinese ha un atteggiamento diverso nei confronti dello Shinjan(?) e del Tibet rispetto a quello che ha nei confronti delle minoranze religiose che vivono nella Cina vera e propria. E' una situazione complessa.
NEGRI: Alcuni pensano che oggi Lei si trovi di fronte all'Impero cinese proprio come il Papa si e' trovato alcuni anni fa di fronte all'Impero Russo. E' d'accordo su questa affermazione?
DALAI LAMA: Oh, potrebbe essere cosi' ma francamente non lo so.
NEGRI: In altri termini, Lei si troverebbe come un leader religioso da solo, di fronte ad un impero. Prima Giovanni Paolo II e oggi il Dalai Lama. E' una giusta definizione?
DALAI LAMA: Io non lo so, non mi riguarda, giudicatelo voi. Comunque, la gente nello Shinjan(?), i musulmani, ovviamente seguono la loro fede ma, allo stesso tempo, molti tra loro seguono anche quello che io faccio. Dunque, io rappresento tutte quelle comunita' che si trovano in situazioni difficili.
CAPORALE: Quali sono finora i risultati politici di questa sua visita e quali sono i rapporti politici tra Lei e le diverse nazioni europee e l'UE nel suo complesso?
DALAI LAMA: C'e' stato sicuramente un miglioramento rispetto alla mia prima visita, quella del '73. Allora, il mio lungo volo dall'India ha avuto Roma come primo scalo, in quanto ritenevo importante come prima visita in Europa di incontrare il Papa, si trattava di Paolo VI. Sin da quel momento, credo che nel continente europeo la consapevolezza della questione tibetana č andata aumentando. Ovviamente, anche prima di quel viaggio c'erano stati dei contributi alla causa del Tibet, in Austria, Germania, Inghilterra, e anche in Italia (ricorda il professor Tucci). Ma comunque, dalla mia prima visita, la consapevolezza e' molto cresciuta, ci sono piu' incontri con i lama, piu' turismo, piu' interesse nei confronti del Tibet. Dunque, credo che in tutta l'Europa occidentale, ed ultimamente anche nell'Europa dell'Est, l'atteggiamento positivo nei confronti del Tibet e' in aumento. Questa visita, di certo contribuira' ulteriormente a comprenderci meglio, a sviluppare interesse autentico. Non c'e' alcun dubbio. Nel No
rd Italia, a Milano, i partiti che governano le amministrazioni locali stanno veramente dimostrando interesse e ci stanno aiutando. E qui a Roma, anche i partiti della maggioranza di Governo hanno un sincero interesse per la causa del Tibet. Come vede, al di la' di ogni ideologia politica, o differenza di partito, tutti ci stanno aiutando, e questo e' un buon segno che ci incoraggia.
CAPORALE: Per quanto concerne l'Italia, Lei e' ospite dei DS. Nelle sue visite precedenti, Lei ha incontrato moltissime persone in rappresentanza di vari partiti politici. Questa volta incontra prevalentemente il partito di maggioranza. Perche' questa scelta?
DALAI LAMA: No, no.. A Milano, come ho detto prima, ho incontrato il partito piu' importante che e' della destra. Ed anche qui a Roma, ad esempio, ho incontrato Gianfranco Fini.
segue...