Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 23 giu. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Lorenzo - 1 novembre 1999
A.Martino sul Quotidiano Nazionale

CATTOLICI O NO, LASCIATECI SCEGLIERE I NOSTRI

MAESTRI

Quest'ultima è assai spesso »privata , nel senso che la sua esistenza

soddisfa solo interessi di singoli insegnanti incapaci a spese e danno

dei giovani, delle loro famiglie e della collettività tutta intera.

Sopravviverebbe l'unica distinzione rilevante in materia di scuole:

quella fra scuole serie, statali o meno, e scuole poco serie. Le prime

sono pubbliche per definizione, perché la loro attività soddisfa un

interesse generale, le seconde rappresentano solo una passività per il

Paese, che non potrebbe che benificiare della loro eliminazione. Nel

sistema del buono-scuola, le scuole che riuscissero a soddisfare

meglio le esigenze dei giovani, conquistandosi una reputazione di

serietà, vedrebbero le loro entrate accrescersi e sarebbero in

condizione di espandersi; le altre dovrebbero migliorare la qualità

dell'insegnamento per non correre il rischio di restare senza studenti.

Gli insegnanti più motivati e qualificati sarebbero molto richiesti e

vedrebbero i loro stipendi crescere a ricompensa della loro

professionalità e del loro impegno, quelli meno solerti o qualificati

avrebbero un incentivo ad impegnarsi di più, pena la loro esclusione

dall'insegnamento. Alle scuole verrebbe consentito, nel rispetto di

standard minimi e non discriminatori predeterminati, di adeguare i loro

programmi alle esigenze dei giovani ed a quelle della vita e del nostro

mondo in continua evoluzione.

Un tale sistema garantirebbe la libertà di scelta a tutti, anche ai meno

abbienti, senza aggravi di spesa per lo Stato e con vantaggi in termini

di equità. La concorrenza fra scuole, resa possibile dall'estensione

della libertà di scelta a tutti, fornirebbe un incentivo ad una maggiore

efficienza del sistema scolastico. Infine, la più ampia libertà di scelta e

la concorrenzialità del »mercato dell'istruzione costituirebbero

adeguata garanzia contro i rischi dell'indottrinamento, tutelando la

libertà. Il »buono segnerebbe la fine del quasi-monopolio pubblico nel

campo dell'istruzione, che è caratteristico di tutti i regimi totalitari.

Questo spiega la viscerale opposizione alla proposta da parte delle

sinistre tutte (vetero, post, o catto-comuniste), che a parole

criticano la statalismo ma poi si rifiutano di accettare proposte

alternative: separare la fornitura di un servizio, che va sottoposta al

controllo della concorrenza, dal suo finanziamento, che può anche

essere realizzato con le imposte, significa infatti abbandonare i vecchi

miti dell'assistenzialismo di Stato. Non si può chiedere tanto a chi fino

a dieci anni fa considerava la Germania comunista un modello da

imitare.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail