Come é noto non sono un neoliberista; anzi sono un "liberal" (direbbe Perducov un "socialdemocratico") quindi mi siano consentite alcune sintetiche osservazioni critiche da liberale anglosassone.1. Che fa spesso la famiglia "agiata" con il figlio scapestrato? Lo manda nella scuola ove i docenti non rompono le scatole con una istruzione seria ovvero in una scuola facile facile. Che fa la famiglia povera con poco reddito e due o tre ragazzi? Se va bene (ovvero se non finiscono nella gang di strada) li manda dove può ovvero in una scuola non "di eccellenza". In entrambi i casi la scelta della famiglie non è certamente ottimale: il ragazzo, o per calcoli a breve termine o per deficit di capacità di reddito, non avrà l'istruzione a cui avrebbe diritto (l'istruzione é un diritto civile) e che sarebbe indispensabile (l'istruzione è la base del capitale umano, la vera risorsa chiave nell'era della globalizzazione e della competizione planetaria).
Morale: nell'istruzione (poichè le famiglie nè i ragazzi possono calcolare facilmente la loro funzioni di "utilità" di qui a dieci-venti anni) le scelte individuali non sono facilmente le migliori. D'altra parte, anche l'istruzione non sfugge alla rivoluzione della "globalizzazione": dove prima vi erano monopoli pubblici ora vi è il Mercato, possibilmente aperto e globalizzato.
2. Ma é possibile il Mercato nella scuola italiana? Forse si, con pragmatismo. Anche perché la storia italiana é profondamente condizionata dalla Controriforma tridentina: ovvero la scuola privata in Italia é sinonimo di scuola cattolica. Scegliere radicalmente la strada del buono scuola vuol dire aumentare lo spazio della scuola cattolica (non essendo facilmente introducibile in Italia la Riforma protestante in pochi anni...) e tuttalpiù della scuola coranica. Mi sembrerebbe più giusto andarci cauti. Per esempio introdurre il buono scuola in via sperimentale per dieci-quindici anni in due-tre provincie (per vedere l'effetto che fa...), oppure privatizzare radicalmente il sistema della formazione professionale (tanto peggio di così non potrà sicuramente funzionare). Una riforma "liberista" però nel settore dell'istruzione é indispensabile: rendere anche i docenti (della scuola pubblica o privata non importa) "flessibili" ovvero "licenziabili". Vorrei capire perchè un operaio della fiat o di una fabbrichetta
veneta può essere licenziato (con la giusta causa) ed invece un docente imbecille no. Senza una qualche flessibilità del mercato del lavoro scolastico qualsiasi buono scuola o riforma di mercato é acqua fresca. E introducendo sani criteri di efficienza per il lavoro dei docenti, anche la scuola pubblica può funzionare molto meglio. E non mi si venga, per favore, a raccontare che la libertà di insegnamento del docente é sacra: questa favoletta sta alla società liberale come l'indipendenza dei Pm e l'obbligatorietà dell'azione penale sta allo stato liberale. Per favore!
Morale: noto con sorpresa che il "liberismo" del professore di liceo Bandinelli si ferma, italicamente, al portone di casa: vale sempre per gli altri (come succede sempre in Italia). L'operaio fiat deve essere flessibile, il professore di liceo no. Complimenti!