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Conferenza Rivoluzione liberale
Grippo Antonio - 4 novembre 1999
Dibattito scuola

Credo che il dibattito, rilanciato dal bell'intervento di Strik Lievers, stia indirettamente mettendo in evidenza una cosa importante.

Per argomenti quali l'istruzione e la sanita' non e' forse sufficiente, per chi crede nella necessita' e nell'urgenza di una riforma liberale, l'approccio generico dell'attacco al regime statalista o addirittura allo stato, dell'istanza libertaria totale, della polverizzazione dell'esistente perche' quello che emergera' dalla polvere qualcosa di buono avra' per forza rispetto al polverizzato, del chiedere 100.000 per ottenere almeno un 1000, e cosi' via.

Cioe' non e' forse utile trattare queste materie esattamente come altre, in particolare quelle economiche. Li' e' necessario, prima di ogni altra cosa, smantellare i meccanismi burocratico-statalisti che soffocano la liberta', l'eterna connivenza fra regime dei partiti, regime dei sindacati, regime delle corporazioni, regime dei grandi gruppi. Buttare giu' tutto, con urgenza. E poi discutere.

Anche per la scuola e per la sanita', certo, lo statalismo di principio e' un nemico, e la liberta' e' necessaria, e la riforma e' urgente, e certi meccanismi vanno bombardati senza pieta'. Ma e' probabilmente necessario DISCUTERE PRIMA quello che si vorrebbe che fosse attuato, per non ritrovarsi dolorosamente stupiti, dopo, per il fatto che non esiste (per definzione) un'idea standard rad-lib-lib-lib sull'argomento.

Credo che tutti siamo d'accordo sulla assoluta necessita' dell'abolizione del valore legale del titolo di studio (ed e' anche l'unica cosa su cui mi trovo d'accordo, in proposito, con un amico professore picci-ino prima e pidiess-ino oggi :).

Ma, per fare un esempio: qui ci sono alcuni fautori dell'abolizione dell'obbligo scolastico fino ad una certa eta'.

Non ho idea se io, che invece considero tale obbligo fondamentale in un paese civile, sia in maggioranza o no, e non importa.

Ma credere l'obbligo indispensabile oppure insopportabile comporta necessariamente un diversa idea del ruolo pubblico in quella fascia di istruzione.

Cioe', se non ci deve essere obbligo (fatta salva, ripeto, l'abolizione del valore legale ecc.) il ruolo pubblico nell'istruzione elementare e media inferiore viene automaticamente e pesantemente ridimensionato. Se, invece, si crede nell'obbligo dell'istruzione di base, nel non concedere alla famiglia l'arbitrio, allora il ruolo pubblico, pur sempre da riformare, resta centrale, in quell'ambito.

Perche' se c'e' obbligo, allora ci deve essere controllo. Non e' pensabile, facendo un esempio estremo, obbligare un genitore a mandare il figlio di 10 anni a scuola, e poi consentire che vada, magari con il buono, in una scuola dove la maggior parte del tempo si prega o dove la matematica e' bandita.

Mi pare quindi che, essendo favorevoli all'obbligo, sia necessario anche distinguere, discutendo di una politica per la scuola, fra istruzione di base ed istruzione superiore.

Per quest'ultima, pur restandomi qualche idea confusa fra le pochissime che ho, mi pare che riforma debba significare liberalizzazione, un'effettiva parita' e possibilita' di competizione, insieme, magari! all'abolizione del concordato ed alle necessarie (se necessarie) modifiche costituzionali.

Ben venga un'ulteriore e quanto mai utile discussione; io, per capire meglio, ne sento il bisogno.

 
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