Una sola osservazione, ora, preliminare e invalicabile (per me) rispetto all'amico Strik:Quella "casualità con cui i bambini sono assegnati" all'insegnante come capita capita (e che Strik vuole evitare) è per me il massimo della libertà pedagogica, cui io non mi sento in alcun modo di rinunciare e che ho cercato, anche per i miei figli. E' l'inizio del rapporto di ogni individuo con la società circostante, fatta di bene e di male, così come è, e che nemmeno la famiglia ha il diritto di negare al bambino. La scuola è proprio questo: il primo, necessario e positivo distacco del bambino dalla "couche" familiare, verso la società così come è nella sua varia diversità: per questo è stata creata la scuola, contro il pedagogo di famiglia. E se la pedagogia universale ha stabilito che l'inizio del distacco può/deve avvenire verso i 5/6 anni, così sia, ed è un bene. E questo è quello che mi dà, e che io chiedo, istituzionalmente e culturalmente, alla scuola pubblica, "di Stato", dove io, in una vita da "professorino" che fa rabbia a certi professoroni del cavolo, mai ho incontrato una "pedagogia di Sta
to", ma semmai alcune prevaricazioni clericalcomunsindacali, come appunto il famigerato modulo a tre. Ripeto (ma specificherò meglio, spero, con maggior agio) se si dovrà andare ad un sistema "misto" questo, semmai, nella tradizione italiana e in uno Stato a maggioranza di Chiesa parastatale (facciamo un convegno per vedere quello che la Chiesa chiede allo Stato: manco i sindacati lucrano tanto...), potrà essere funzionale a far migliorare la scuola privata, a farle sempre più accettare l'obbligo a essere un pochino "laica" (cara Cinzia, tu hai frequentato il "Massimo", che era il "massimo", gesuitico, ecc.): così come cento anni fa lo Stato italiano fece inghiottire al papa la scuola obbligatoria per tutti.