Forse nel mio intervento sono stato troppo sintetico. Nessuno mette in dubbio l'opportunita' e la legittimita' delle denunce presentate. Il mio intervento era volto a richiamare attenzione su cosa viene delineato o identificato come "obiettivo politico" definendolo per di piu' 'prioritario'. L'uso della parola e' in politica estremamente importante. Deve essere sempre chiaro, a noi e ai nostri interlocutori, che il nostro obiettivo politico e' la lotta per la difesa dell'informazione e del diritto in questo paese, come altrove, e in questa lotta ci avvaliamo di tutti gli strumenti della metodologia nonviolenta. Obiettivo politico "prioritario" e' in questo senso ottenere di andare al voto sul referendum 'Tortora' sulla responsabilita' civile dei magistrati, e ottenere l'affermazione del diritto in questo campo. Sulla base di questo va da se' che vengono i processi contro la sua violazione. La tua frase ha dei toni pericolosamente forcaioli, e ti faccio inoltre notare che non si possono processare i giornalis

ti, anche se il loro comportamento e' politico e non 'professionale'. Proporre cose di questo genere non appartiene alla cultura politica radicale ed e' molto grave. Mi vengono in mente i processi rieducativi della Rivoluzione Culturale maoista. Nella battaglia per una libera e democratica informazione, l'obiettivo politico prioritario e' la lotta per l'abolizione dell'ordine dei giornalisti e contro il monopolio dell'informazione. Non i processi.

"Abbiamo in mano l'arma marxista-leninista della critica e dell'autocritica. Possiamo sbarazzarci di un cattivo stile e tenere quello buono" (Mao Ze Dong, Rapporto all II sessione del VII Comitato centrale del PCC, 5 marzo 1949)