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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 8 novembre 1999
Ricevo in Email e riporto in conferenza un contributo al dibattito

147, 7-Nov-99, 20:31, d.derenzis@aliseo.it, D.Poretti, *, +

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ALLA CORTESE ATTENZIONE DI MARCO CAPPATO COORDINATORE DELLA LISTA BONINO

ALL' ON. MARCO PANNELLA

ALL' ON. EMMA BONINO

ALL' ON. MARCO CAPPATO

Preferiremmo agire piuttosto che soltanto parlare, o solo parlare scrivendo.

Ma siamo costretti a fare cos , costretti allÆinazione e a sperimentare una

sorta di velletaria impotenza nellÆassenza di indicazioni sul che fare. E

ci forse vale non solo per noi ma anche per i tanti che vorrebbero stare

nella ciurma della nave corsara. Ma c' ancora una nave corsara? C' ancora

un Sir Francis Drake che concepisce a guida lÆarrembaggio di un agile

brigantino oceanico? O piuttosto siamo a bordo di un galeone spagnolo che,

sebbene pesantemente armato, crede di essere un brigantino e non si accorge

di navigare a fatica, piuttosto goffo nelle manovre e sceglie improbabili

trincee marine alle incursioni fatte di rapide virate e veloci veleggiate.

Ci stiamo forse dimenando tra il continuare ad essere corsari di un

brigantino elisabettiano con il suo Drake o il divenire armigeri di un

galeone di sua Maest di Spagna con il suo ammiraglio impennacchiato?

Fuori di metafora, che fare?

Abbiamo afferrato l'8,5% dei consensi! Bene a distanza di due mesi che si

fa?

I referendum esauriscono il complesso della iniziativa politica radicale?

Ma veramente si pu credere che i quesiti liberisti possono valere la

rivoluzione liberale del Paese?

Che essi possono avere quella stessa forza d'urto, di cui furono capaci il

divorzio e l'aborto, nel tentativo non solo di rimuovere violazioni

insopportabili di diritti civili e umani ma anche, cos facendo, di spezzare

l'armatura ideologico e culturale del common sense degli italiani? Potremmo

con un atteggiamento di deferenza di maniera esprimerci dicendo "ci

permettiamo di osare di dubitarne", no! Non diremo cos ! Semplicemente e

onestamente diciamo che non ci sembra realistico.

Se il metodo che ispira la scelta degli obiettivi quella sperimentale e

non ideologica, e per ci stesso moderatamente scettica, di tentare di

individuare la piccola chiave di volta, sfilarla dal suo luogo, e far venire

gi· la cupola dei poteri illegali della burocrazia e della partitocrazia del

Paese, se questo il metodo per noi va bene! Ma il metodo di per s

condizione necessaria ma non sufficiente. La sufficienza del metodo sta solo

nella capacit della chiara individuazione del contesto di applicazione di

esso e verificare se funziona.

E qui cadono le prime osservazioni che riteniamo essenziali:

1. Ci sono due distinti contesti quello italiano e quello delle relazioni

internazionali e dei rapporti tra stati e governi;

2. Il contesto italiano ha bisogno di un soggetto politico che abbia i

caratteri e le specificit per poter agire al suo interno;

3. Il contesto delle relazioni nella comunit internazionale ha bisogno di

un soggetto che sar politico, ma in un senso diverso da quello che si

intende con lo stesso termine per il soggetto italiano;

4. L'ultimo happening radicale stato chiamato congresso radicale: ma non

si capito dove finiva la Lista Bonino e dove cominciava il Partito

Radicale; un partito transnazionale non pu vivere del solo respiro

liberista, o, perlomeno, dare l'impressione di ossigenarsi solo con questo.

Una possibile obiezione a quanto sostenuto nel primo punto potrebbe suonare

pi· o meno cos : oggi le relazioni politiche sono intrecciate e globalizzate

come non mai nella storia recente, per cui il piano interno e quello

internazionale non possono essere separati nello sviluppo della iniziativa

politica.

Anche noi siamo pienamente consapevoli che esistono rapporti ineludibili tra

la natura dei problemi interni all'Italia e il contesto internazionale. Ma

questo link non pu autorizzare a confondere i piani, che restano distinti

sia per metodo che per contenuti. Diceva il grande fisico danese Niels Bohr

che "una grande idea un'idea il cui contrario ancora una grande idea".

L'apparente paradossalit di questa si scioglie e si risolve razionalmente

se si pone mente ai contesti. Se una cosa risulta vera per la situazione

politica italiana pu darsi che il suo contrario possa valere per la

situazione politica internazionale e viceversa. Diversamente, al metodo e

alla sobriet dell'atteggiamento scientifico che individua e sceglie i

contesti e ne definisce gli ambiti, si sostituiscono le acque e le nebbie

della dialettica hegeliana entro cui si rischia di annegare nelle une o di

smarrirsi nelle altre.

Chiarito quello che poteva ingenerare un possibile equivoco, veniamo al

punto 2).

Qui abbiamo due questioni.

La prima riguarda il programma politico e gli obiettivi, al seconda

relativa alle caratteristiche del soggetto politico interno.

Per quanto riguarda gli obiettivi vanno benissimo quelli indicati nei

quesiti referendari e quindi le questioni di riforma economica e del lavoro,

di riforma della giustizia e del sistema elettorale. Ma non il caso, ad

esempio, di aggiungere a queste le gravi questioni aperte nel campo della

riforma del sistema dell'istruzione secondaria, nella quale vivono le

speranze delle centinaia di migliaia di giovani e delle loro famiglie? E'

stupefacente come alla politica, e anche alla nostra politica, estranea la

consapevolezza del degrado di una istituzione, che capace di produrre

ignoranza su scala di massa, e dove possibile sperimentare, come accade in

nessun altro luogo del vivere civile, il disperato avvertimento della

mancanza di senso e di motivazioni. E perch nessuno si accorge della

straordinaria qualit del lavoro che si fatto su Radio Radicale nel

raccogliere il know- how sui temi delle conseguenze etiche e legislative

prodotti dal progresso tecnologico- scientifico nel campo della

microbiologia e dell'ingegneria genetica?

Possibile che l'area radicale non senta il bisogno di ricondurre a sintesi

di lotta politica tutta questa conoscenza?

E in termini pi· generali ameremmo che ci si rispondesse a questa domanda:

ma chi in Italia si sta occupando seriamente, in termini di uso politico, di

quello che la ricerca scientifica pu mettere a disposizione di una politica

che ancora resta al palo del suo ammuffito mestiere?

Antropologicamente e sociologicamente, rischiamo di essere non molto

dissimili dagli altri quando ci sfugge la imprescindibilit del legame, se

non dalla dipendenza, della politica da quanto la scienza e la tecnologia

obiettivamente e ineluttabilmente immettono nell'organizzazione della vita

sociale. La vera e unica diversit di una politica altra e alta, rispetto al

carattere ideologico e retorico di una tradizione fatta di oscurit e

oscurantismo nella comunicazione della tradizione politica italiana, pu

consistere solo nella consapevole immissione del sapere e della conoscenza

scientifica nella definizione degli obiettivi e della iniziativa politica.

Abbiamo ascoltato da radio radicale non molto tempo fa dei comunicati della

Lista Bonino sulla questione delle regionali nel nord- est e sulle elezioni

suppletive in Emilia Romagna, la cui interpretazione richiedeva la

conoscenza preventiva del codice con cui sono stati scritti. E incredibile

ma sembra proprio una legge implacabile della politica, di tutta la politica

italiana, quella che sommariamente pu essere cos formulata: se vuoi stare

in politica, e magari sperare di far carriera, ripeti il formulario dei

gruppi dirigenti e parla senza far mai capire quale sia il tuo pensiero. Se

si rinuncia, pi· o meno consapevolmente, alla navigazione nelle acque dei

processi e delle relazioni complesse del nostro mondo, se si rinuncia al

fascino di un'avventura, per quanto incerta, allora saranno essi a fare la

nostra sorte.

E ancora, non giunto forse il momento di intervenire sui temi delle

politiche regionali sui quali si esercita molto dell'interesse politico di

tanti cittadini? Esiste solo il nord- est? Come si fa a potersi qualificare

come soggetto Lista Bonino nella lotta politica nelle singole aree regionali

senza che vi sia una sola indicazione o discussione in tal senso? Noi stessi

avremmo potuto e dovuto intervenire su temi importanti della politica

regionale ma non abbiamo detto ne fatto alcunch , perch non si sapeva se

potevamo considerarci autorizzati e legittimati a spenderci e farci

riconoscersi come Lista Bonino. Quale autorevolezza possono avere quelli di

noi che sono riconosciuti come radicali, pannelliani o boniniani nel

rilasciare una intervista o nell'assumere una iniziativa se non esiste

alcuna forma di coordinamento con una direzione nazionale? La struttura

organizzativa della lista Bonino maledettamente leninista! Se qualcuno

leggesse il "che fare" di Lenin, rimarrebbe probabilmente sorpreso nel

constatare di come l'idea leninista che la politica pu essere retta solo da

un nucleo d'acciaio di professionisti della politica venga perseguita nel

nostro modello organizzativo. E a chi pensa che questa sia un'esagerazione o

una imbecillit , facciamo osservare che non basta la soggettivit liberale e

libertaria a garantire, che la perniciosa e oggettiva tendenza alla chiusura

autoreferenziale e clericale dei cosidetti " gruppi dirigenti" non produca i

suoi pericolosi effetti comunque. Noi abbiamo chiesto voti per la Lista

Bonnino e ne abbiamo ricevuti molti. Li abbiamo chiesto non solo per fare

questo o quello in particolare. In molti ci hanno fatto fiducia perch hanno

visto in noi la possibilit di un impegno, di una speranza, di uno stile, di

un onore praticabili nella vita politica che ad altri non era, n ,

riconosciuto. Noi sapevamo a sappiamo che quel voto si aspettava da noi il

dispiegamento della nostra presenza sui temi politici ad ogni livello.

Quelli che ci hanno fatto fiducia, lo hanno fatto su un contratto di fiducia

di cui i temi europei erano solo una parte. Noi sappiamo bene che vi era e

vi una parte non scritta che riguardava, e riguarda, il nostro essere

nella iniziativa politica interna a tutti i livelli della sua

articolazione.

E qui siamo alle caratteristiche del soggetto politico interno.

Una sola che vale per tutte:

il soggetto interno deve dare spazio a parola alle tante intelligenze, e

anche alle tante inevitabili stupidit , che si sono avvicinate e si

avvicinano all'area radicale e non respingerle. E' da mesi che riceviamo in

gran numero sollecitazioni e testimonianze di volont di organizzazione e

impegno politico. E' probabile che questo fenomeno sia diffuso anche in

altre parti d'Italia.

Crediamo che sia necessaria un'organizzazione su base regionale, con un

coordinatore regionale e una struttura di direzione politica nazionale con

responsabili specializzati per settori.

Sappiamo che non la scoperta dell'America, ma se qualcuno ha qualche idea

migliore abbia il coraggio di parlare e di affrontare l'ira di Marco

Pannella. Con gli "usi ad obbedir tacendo" non si far molta strada.

Qualche nota sul punto 3).

Il Partiti Radicale Trasnazionale deve esercitare qui, e solo qui, la sua

funzione, il suo luogo la Trasnazionalit .

Il mondo, per quanto villaggio globale, ancora troppo vasto. Una vastit

tutta umana, sono le contraddizioni della specie umana a renderlo ancora

indecifrabile e carico di incertezze, anche solo nel medio periodo. I suoi

problemi troppo gravi e complessi, perch la grande idea transnazionale di

un piccolo partito possa essere distratta dalla specificit del contesto

italico.

L'essere politico di una forza politica trasnazionale non pu esercitarsi se

non con la denuncia circostanziata e documentata, con concreti interventi

sui fronti caldi per alleviare, per quello che si pu le sofferenze pi·

atroci e intollerabili. Abbiamo bisogno di forme di collaborazione con

associazioni non governative come Amnesty e Medici Senza Frontiere ( A

quest'ultima stato assegnato il premio Nobel per il 1999). Potremmo

proporre azioni comuni per la battaglia sul fronte della creazione di una

giurisdizione e di istituzioni sovranazionali, che codifichino il concetto

di "ingerenza umanitaria" e smascherare l'inutilit degli ecumenici

"umanitarismi" che appagano la "buona" coscienza dell'opulenza degli averi

nella permanenza dell'atrocit dell'essere. Accanto a questo si tratta di

rilanciare la denuncia e la battaglia contro la denutrizione, la tutela

dell'infanzia, il controllo delle nascita, il controllo delle armi, il

disarmo e il governo mondiale dell'ecosistema del pianeta.

E, seppure in forma cos volutamente schematici, arriviamo al punto 4).

L'ultimo congresso, quello di un paio di mesi fa ha sofferto di un'acritica,

inutile e confusa autocelebrazione. Non ha affrontato i veri nodi politici

che abbiamo dinanzi, ha ridotto e circoscritto la possibilit di sviluppo

dell'iniziativa politica. La propaganda e il dumping pubblicitario sono

indispensabili nella comunicazione politica, soprattutto in un tempo in cui

la massa e la velocit dell'informazione smarriscono il senso della memoria.

Ma immodestamente e non sommessamente, anzi rumorosamente, riteniamo che le

radici della ragione, quando ad esse si offre la possibilit di consolidarsi

sono pi· forti di ogni bisogno di rincorsa propagantistica.

Abbiamo bisogno di un'occasione che lanci il soggetto italiano e di un'altra

che ridefinisca il ruolo e i compiti immediati della trasnazionalit .

Chi lo pu fare? Una mozione vincente in un'assemblea congressuale? Forse,

ma che non pu che partire da chi stato, e resta il titolare

dell'esperienza e della memoria storica radicale e primo fra tutti Marco

Pannella.

Campobasso 08/11/99

Con la stima e l'affetto di sempre

Donato De Renzis

Domenico Zampini

Paolo Spina

Tonino Marchitelli

 
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