NON E' MORTALE, MA ALTERA MEMORIA, APPRENDIMENTO, TEMPERATURADa un lancio dell'agenzia Adnkronos delle ore 13.43 di sabato 6 novembre 1999
Cagliari, 6 nov.- Produce molti danni al cervello ma raramente e' mortale. Contro l'exstasy esiste comunque un antidoto. La diagnosi e' del professor Gian Luigi Gessa, direttore del dipartimento di neuroscienze dell'universita' di Cagliari ed esperto mondiale degli effetti delle droghe secondo il quale ''su milioni di giovani che usano l'ecstasy, la morte e' un'evenienza estremamente rara, direi che e' piu' facile di gran lunga morire di alcol, tabacco e, soprattutto, di incidenti stradali; non e' detto
pero' che non ci siano danni alla salute''.
''L'ecstasy - dice Gessa all'Adnkronos - e' una sostanza che e' stata visto produrre, quando somministrata ripetutamente ai ratti o alle scimmie, delle lesioni lentamente reversibili o irreversibili dei neuroni serotoninergici cioe' deputati alla produzione di
serotonina, il neurotrasmettitore implicato nel sonno, nel sesso, nella memoria, nell'aggressivita', nel tono dell'umore. Sull'uomo, fotografando con la Pet (tomografia ad emissione di positroni) il cervello di persone vive, si e' visto che dopo somministrazioni ripetute (almeno 20 compresse di ecstasy) ci sono dei segni di
neuroni della serotonina danneggiati''.
''Viene riferito ad un probabile effetto sulla serotonina una certa depressione dopo l'uso, anche il giorno dopo o a lungo; ci sono evidenze di caduta dell'umore, i soggetti si sentono tristi e questo li porta ad assumere nuovamente l'ecstasy. La droga e' quindi -sottolinea Gessa- una specie di frusta per i neuroni serotoninergici. Quando li eccita nasce tutto quello che poi viene a mancare quando non c'e' la serotonina: l'umore va bene, 'mi sono simpatico' e 'tu mi sei simpatico'. Non a caso all'inizio si chiamava 'simpatogen', cioe' generatore di simpatia''.
''C'e' una diminuzione di apprendimento e memoria - prosegue il neurofarmacologo - perche' la massima lesione vista dalla Pet nell'uomo e' nell'ippocampo, zona del cervello che controlla appunto apprendimento e memoria. La serotonina ha anche un
ruolo nel controllo della temperatura corporea: c'e' la possibilita' che quelle tossicita' di cui si parla, specie quando l'ecstasy e' associata ad altre sostanze tipo allucinogeni o amfetamina, potrebbe portare ad ipertermia; la temperatura corporea sale e potrebbe essere pericolosa''.
''Per quanto riguarda l'antidoto - conclude Gessa - c'e' un lavoro scientifico che segnala che prendere la fluoxetina, un inibitore della ricattura della serotonina usato come antidepressivo, riduce il pericolo della degenerazione dei neuroni. Nel caso
dell'ecstasy non abbiamo infatti bisogno di disintossicare, perche' la sostanza non da' ragioni per questo: dobbiamo solo riparare il danno di quei neuroni, ed e' possibile perche' la lesione non riguarda il corpo cellulare del neurone, ma solo le 'zampe', assoni e dendriti che potrebbero ricrescere e nei topi infatti questo avviene.
La fluoxetina potrebbe essere un antidoto preventivo alla degenerazione delle cellule nervose''.