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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Massimo - 13 novembre 1999
PROCESSO PANNELLA/FIRENZE/LETTERA APERTA SULL'ANTIPROIBIZIONISMO

COSTRETTI DA UN 'LIBERTINO' A PARLARE DI ANTIPROIBIZIONISMO

Martedi' 16 novembre Marco Pannella comparira' in tribunale per rispondere del reato di 'cessione gratuita di hashish'. Il leader storico dei radicali, insieme ad alcuni compagni, si e' in piu' occasioni presentato, autodenunciandosi, in veste di fornitore di droga.

Questo lo sanno anche i muri, visto la risonanza, spesso caricaturale, che i media hanno dato alle sue "provocazioni". Quello che molti invece continuano ad ignorare, perche' su questo chi dovrebbe informarli continua criminalmente a tacere, e' che l'ostinazione con cui da anni i radicali continuano a sollecitare la depenalizzazione del consumo di droghe leggere e la somministrazione controllata di eroina come primo passo verso la liberalizzazione delle droghe, non e' un'idea stravagante partorita dalla mente di un gruppo di libertini che ci vogliono portare sulla loro cattiva strada insieme a pornostars e terroristi. Quasi sempre, infatti, le parole liberale e libertario vengono strumentalmente fraintese.....

Purtroppo il problema non e' solo linguistico ma spesso, come in tema di droghe, investe la nostra vita in modo assai piu' drammatico. Si puo' discutere a lungo sulle motivazioni che inducono un individuo ad assumere sostanze psicotrope, e, a patto che lo si faccia con sincerita' (e allora si deve parlare anche di alcool nicotina e caffeina, che come diffusione ed impatto sulla salute pubblica sono di gran lunga piu' importanti e subdole di tutte le altre droghe), la discussione porterebbe sicuramente ad un miglioramento della comprensione reciproca.

Ma non e' questo il motivo che ha spinto alcuni compagni a farsi addirittura arrestare. Il punto verso cui il loro dito indice e' puntato e' la tragica verita' che la quasi totalita' delle morti per droga sono causate non gia' dall'effetto psicotropo della sostanza stupefacente, ma dall'adulterazione che di essa fa grazie all'ostinata ed ipocrita politica proibizionista in tema di droghe.

Come chiudere gli occhi sull'evidenza che quella che e' una scelta individuale (fare o non fare uso di stupefacenti) e' stato tragicamente trasformato in un problema di sicurezza sociale?

Quante persone uccise o accecate dal metanolo ci sarebbero state se all'epoca del famoso scandalo si fossero dichiarati fuorilegge il chianti o il sangiovese?

Narra una famosa favola di un bambino che, non drogato da alcuna forma di vigliaccheria o interesse personale, punto' il dito verso il re che si pavoneggiava di vestiti inesistenti, smascherandone la nudita'. Purtroppo a siffatti bambini oggi si mozzano le mani. Se infatti, venissero divulgati i risultati delle sperimentazioni in atto in Svizzera ed in Olanda, che testimoniano non solo il miglioramento delle condizioni di salute dei singoli consumatori coinvolti e l'incremento della loro integrazione sociale, le nostre piazze sarebbero piene di 'madri coraggio' reclamanti la condanna dei veri responsabili delle loro tragedie familiari.

Sara' un caso, infatti, ma dopo aver esaminato i dati raccolti nel triennio 1994-96, la popolazione elvetica ha espresso, mediante il civilissimo strumento referendario, la propria approvazione verso la prosecuzione di questo tipo di politica. Ma in Italia si continua a discutere sulla base di opinioni nella migliore delle ipotesi o, nella peggiore, sulla base di dati parziali se non addirittura falsati.

Le poche, ma autorevolissime, voci in dissenso (per citarne alcune Don Luigi Ciotti, Andrea Gallo, Betty Leone, Francesco Maisto, Toni Muzi Falcone, Livio Pepino, Gino Rigoldi, Elvira Sellerio, Grazia Zuffa il presidente Galli Fonseca, e, lo stesso direttore generale degli istituti di rieducazione e pena, Giancarlo Caselli) vengono coperte dagli strepiti irresponsabili dei tanti servitori del re nudo, che, pur di ammantarsi di un lembo dell'invisibile mantello del potere, non esitano a lanciare inutili crociate emergenziali conto i soliti extracomunitari o le discoteche.

Di fronte a questo, veramente triste, spettacolo, come cittadini, prima ancora che come radicali, sentiamo l'urgenza di richiamare alle loro responsabilita' quanti in questa citta' si trovano a ricoprire ruoli istituzionali che gli permettono, ed impongono, di farsi promotori di un serio e pubblico confronto politico sul tema delle droghe e delle tossicodipendenze, di porre fine a questa situazione. Rivolgiamo pertanto al Sindaco Domenici, ai responsabili degli assessorati alle politiche sociali Billi, agli affari metropolitani Giani, al Rettore Blasi , ai Presidi delle molte Facolta' del nostro prestigioso Ateneo e al Provveditore agli Studi, un appello perche' organizzino conferenze e dibattiti che permettano finalmente a questa citta' di scoprire le reali cause delle morti per droga e della criminalita' ad essa connessa.

Per impedire che su queste richieste cada ancora una volta il silenzio, i radicali scenderanno in piazza martedi' prossimo, per fornire ai cittadini, come gia' hanno fatto quest'estate, l'alternativa ad un'informazione, questa si', drogata.

Grazia Galli, Massimo Lensi, ...

 
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