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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Antonio - 13 novembre 1999
L'Antiproibizionismo, che è uguale alla democrazia, alla giustizia e alla libertà, è la discriminante di sintesi - dunque popolare, e facile da filosofare e da dibatterne tra la gente, ad ogni livello e forma - nell'avvento di una nuova era per l'umanità, se così ancora potrà e dovrà definirsi.

Bisogna cercare, senza scontro, la netta presa di posizione di ognuno: o di quà o di là, antiproibizionista o proibizionista?

Ma non soltanto sulle droghe, ma, quale aspetto di diritto fondamentale per un sistema di convivenza possibile: proibito, e veramente punito, dovrà essere solo il danno e la molestia provocata ad altri a prescindere dalle personali sensibilità.

Bisogna rompere il muro dell'informazione e iniziare il cammino rivoluzionario con in mano le armi dell'Antiproibizionismo, dei Referendum e della Coscienza politica (con serietà).

"Lessico" fondamentale: comunisti e fascisti sono la stessa cosa - il "comunista" non esiste, esiste la sinistra, che comprende quel che Fini, Gasparri e Pedrizzi e i cattolici di regime non potranno mai comprendere - il richiamo al liberismo è la sola chiave disponibile, poiché attuabile, per poi ridefinire nel tempo un nuovo contratto sociale temperandolo al liberalismo e alle istanze di tutela e garanzia che legittimamente sapranno affermarsi - un radicale si richiama al diritto e all'arte del possibile, non comprende in questo tempo l'essere di destra o di sinistra: un radicale appartiene alla cultura della destra storica ed è pervaso di un comune sentire di sinistra, così come, nell'accezione più ampia, è compresa dalla maggior parte della popolazione europea di questa seconda metà del secolo XX - lo schierarsi tra le posizioni antiproibizionista o proibizionista sarà la nuova discriminante del XXI secolo e pertanto destra e sinistra non avranno più senso.

 
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