HUNTSVILLE, Stati Uniti (CNN) -- Doveva essere una esecuzione come tante altre, di quelle che a malapena finiscono sui giornali. Al penitenziario di Huntsville, nel Texas, capitale della morte di stato in America, si ricorre all'iniezione letale con cadenza mensile. Ma quella di Demond Jennings, un ex aiuto infermiere condannato al patibolo per l'omicidio di due spacciatori, è finita sui giornali eccome.
L'uomo non voleva morire: per portarlo nella camera della morte ci sono voluti cinque agenti speciali e uno spray sedativo. "Non è che abbia preso a pugni nessuno e non ha nemmeno bestemmiato - ha spiegato il portavoce del Department of criminal justice del Texas Larry Todd - il suo corpo si è teso tutto e si è rifiutato di lasciare la cella".
Così sono entrati in azione gli uomini di un team speciale, che dopo averlo stordito con lo spray, lo hanno prelevato con la forza dalla sua cella nel braccio della morte e accompagnato con un furgoncino al luogo dell'esecuzione, a 24 chilometri di distanza. Prima di morire, Jennings, 28 anni, non ha fatto dichiarazioni e l'iniezione letale, fa sapere ancora Todd, è filata via senza intoppi.
Secondo il memorandum preparato dall'ufficio del procuratore generale del Texas John Cornyn, nel dicembre del 1993 Demond Jennings uccise in un edificio noto per essere una specie di comune del crack, Sylvester Walton e Wonda Matthews con due colpi alla testa.
L'ex aiuto infermiere era arrivato a Fort Worth con l'idea di rubare un po' di roba e scappare: aveva messo una mano nella tasca di Walton, aveva trovato un borsellino con dentro 13 centesimi e delle capsule usate per il crack, vuote.
Sempre secondo la ricostruzione dell'accusa, dopo i due omicidi Jennings si arrabbiò per essersi sporcato le scarpe da basketball firmate Chuck Tayler e i pantaloni cachi con il sangue di due persone ammazzate per niente. "Ho rovinato le mie Chuck. Mi sono insanguinato tutto", l'assassino confessò a un amico dopo i fatti di Fort Worth.
Fu arrestato il mese dopo per una rapina a mano armata e accusato di omicidio dopo che la polizia ritrovò nella sua automobile la pistola che aveva ucciso i due spacciatori.
Quella di ieri sera è la ventinovesima esecuzione in Texas dall'inizio dell'anno, la numero 193 da quando nel '76 la pena di morte fu reintrodotta negli Usa. Da allora in tutto il Paese le esecuzioni sono state 586, di cui quasi un terzo nello stato del candidato presidenziale repubblicano, il governatore George W. Bush. Questa settimana, sempre in Texas, in agenda ci sono altre due iniezioni letali.