Nicola Matteucci, intervenendo sul "Giornale" con un editoriale a difesa del buono-scuola, se la prende con il Ministro Berlinguer e i suoi "manuali di storia contemporanea", quelli contro i quali il "Foglio" (non Matteucci che, bolognese, è concittadino della editrice incriminata, Zanichelli). Matteucci dovrebbe sapere che, fino alla metà degli anni '70, i manuali erano ortodossamente improntati al più rigido conservatorismo clerico(fascista), e suscitavano scandalo e proteste accesissime (a sinistra, naturalmente).
Il cambiamento di rotta si ebbe dopo e in conseguenza della contestazione studentesca, agli inizi degli anni '70, lo ricordo bene io che ho insegnato da sempre (come mi rinfacciano certe mele aciducce e immature) in scuole pubbliche: uno dei primi manuali laico-progressisti ad arrivare in cattedra fu l'antologia letteraria curata da De Mauro. Un libro indigeribile, prima che per i contenuti, per l'assoluta assenza di flessibilità didattica. Dopo un anno, lo liquidai (nella scuola pubblica, il docente è libero...).
Per capire il clima di quegli anni, si rintracci il primo foglio a stampa prodotto (suo sumptu) dai pannelliani, a metà anni '60. C'era un mio saggio sui Centri Didattici Nazionali, che diffondevano la pedagogia cattolica in TUTTA la scuola. Ne era gran maestro il prof. Gesualdo Nosengo, insieme al prof. Gozzer, peraltro ottima persona. Ebbe fondi dal Ministero della P.I. per creare in una delle ville di Frascati un Centro didattico cattolico per grandi aperture internazionali (non so che fine abbia fatto). Il saggio era molto documentato, ma assi lungo. Pannella lo ammise alle stampe, ma in corpo sei, per farcelo entrare.
Nicola Matteucci è un tipico esponente della cultura cattoliberal (non liberale) del Mulino. Il pragmatismo di questa Casa editrice ne ha fatto un avversario costante dei radicali, e un alleato prezioso del PCI bolognese e affini (la cultura bolognese fa rabbrividire, ci sarebbe da studiarla).