COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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GRAZIE EUROPA. IL PROBLEMA E' SATTO SOLO RIMANDATO .... QUANDO LA SITUAZIONE SARA' PIU' DRAMMATICA.
Firenze, 24 Novembre 1999. Francia e Gran Bretagna hanno firmato un protocollo d'intesa per cui l'embargo alla carne britannica viene levato.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
La diplomazia ha stabilito che la carne e' sana: la ragion di Stato ha avuto il sopravvento sulla scienza. E' questa l'Europa che ci stanno costruendo? E' questa l'Europa che dovrebbe migliorare le nostre condizioni di vita? Ci si consenta di avere qualche dubbio.
La nostra perplessita' nasce dal fatto che i Comitati scientifici della Commissione Europea, quando hanno stilato il loro giudizio di approvazione della fine dell'embargo:
- non hanno tenuto conto degli ultimi bilanci epidemiologici britannici che, nel periodo 1/31 luglio di quest'anno, hanno registrato ben 1.180 casi di contaminazione di mucche da Bse.
- non sono stati in grado di garantire l'efficacia dei test per l'individuazione della malattia.
E inoltre sono piu' di 40 Paesi nel mondo che continuano a mantenere l'embargo. Tra questi Usa e Australia (che non ci sembrano grandi avversari politici della Gran Bretagna, e nello stesso tempo superficiali nelle indagini di cosa importano nei loro Paesi), nove ex-colonie britanniche e 10 Paesi che fanno parte del Commonwealth (e anche quest'ultimi non sono Paesi esenti da buoni rapporti politici ed economici con la Gran Bretagna).
Tra le misure a protezione della salute dei consumatori che Francia e Gran Bretagna hanno individuato, c'e' quella dell'etichetta che contraddistinguera' l'origine della carne. Un apparente grande provvedimento che, alla luce del rischio, e' un grande bluff. Infatti che cosa cambia al problema se il consumatore sa' che sta rischiando comprando un certo tipo di carne? Certamente e' meglio l'etichetta specifica rispetto a quella generica gia' oggi in vigore, ma chi garantisce il consumatore quando mangia un prodotto gia' cucinato, in una mensa o in un ristorante? L'etichetta l'avra' letta al massimo il cuoco e, tranne i casi in cui non voglia farsi bandiera di non usare nel suo ristorante carne di provenienza britannica, non c'e' motivo per cui non dovrebbe usarla, a maggior ragione perche' questa carne britannica per rifarsi il mercato non e' escluso che cerchi di conquistarsi consumatori con prezzi piu' bassi.
Quello che e' stato deciso oggi ci sembra un buon metodo per rimandare il problema, e ritrovarselo piu' drammatico tra un po' di tempo: le conseguenze della Bse si vedono dopo diversi anni (anche decine), e non solo sugli animali.