(rispondo qui a varie sollecitazioni private)Boh. Qui conta poco cosa pensiamo come individui.
Bisogna sondare cosa vogliono gli elettori/ potenziali elettori. E si puo' certamente sondare per telefono e per la strada, ma intuiamo tutti che il 98% delle persone votano la Bonino piuttosto se va da sola che se male accompagnata. Comunque sarebbe male accompagnata, perche' nel merito e' evidente a tutti che, nei 5 anni trascorsi dallo sciagurato "patto di maggioranza" del 1994 ( e mi domando se qualcuno ancora se lo ricorda), nella migliore delle ipotesi, anche soltanto a voce, e' venuta fuori sintonia di linea politica solo su due punti con Fini e due punti con i verdi.
Stop.
Ma, in realta', sono discutibilissimi i due punti con Fini e i due punti con i verdi.
I due punti di possibile accordo con Fini sarebbero legge elettorale e finanziamento pubblico ai partiti. Ma, come dichiaro' tale Marco Pannella il 26 agosto sul Corsera, Fini ha una posizione di comodo, anche perche', rispetto al secondo punto, Fini e' solo contrario ai rimborsi elettorali (forse) e non al finanziamento criminogeno partitocratico nelle altre vesti.
Sul turno unico il discorso e' piu' complicato.
Come ha detto tale Emma Bonino nell'importantissimo pomeriggio aretino (che NON C'E' SUL SITO), che finora dal 31 luglio, e' stato l'unico momento di dialogo pubblico sull'azione radicale, in politica i fini non giustificano i mezzi. Si potrebbe anche dire che i fini non giustificano i mezzi in partitocrazia, cioe' che i fini non giustificano i partiti, questi partiti, per il loro Dna criminogeno (vedi Panebianco in Argomenti Radicali del 1978, se qno vuole glielo mando). E se i fini non giustificano questi partiti, i Fini non giustificano AN.
Esiste, cioe', una versione partitocratica anche del sistema maggioritario, che e' quello delle coalizioni, delle alleanze, cioe' degli accordi tra segreterie di partito, cioe' della spartizione pre-elettorale dei seggi dove presentare le candidature, tra le segreterie di partito (nazionali o provinciali che siano).
Abbiamo assistito a scene pietose nel 1996 (ohibo',o 1997?) per la Lista PAnnella-Sgarbi che andava a trattare col Polo i seggi uninominali.
Ora, se esiste una versione partitocratica e antidemocratica e fascista e francamente puttana e maiala del maggioritario, questa e' la versione che sicuramente il Dna stalinista di An vorra' far sua.
I Verdi.
I Verdi non esistono.
Guardate, ho una forte ammirazione per la Francescato. Qualcuno mi sfotteva quando, per una registazione di Rr, potei assistere a un dibattito pubblico con lei. Rimasi folgorato. E mi sfottevano. LE stesse persone, naturalmente, hanno cambiato tono verso la FRancescato dopo l'incontro con la Bonino. Ma il punto e' che i Verdi non esistono, sono l'etichetta (anche da "etica") proposta dal grande prodotto di sinistra per rispondere al voto ambientalista. Sono diventati l'artefatto mostriciattolo di segreteria.
Bandinelli fu testimone del mancato accordo di PAnnella col Pci, perche' ci fu il rifiuto, incompreso ovviamente dagli altri, di un accordo tra le segreterie di Partito.
Questo, il senso di Marco Pannella, da sempre.
Che presenta i candidati radicali in FOrza ITalia, ma sfida Fini all'uninominale romano.