LIBERTA' INDIVIDUALI-LIBERTA' ECONIMICHE-LIBERTA' DALLA BUROCRAZIAALCUNI BUONI MOTIVI PER LA PRESENTAZIONE DI EVENTUALI LISTE DELL'AREA RADICALE (liberali,liberiste,libertarie) ALLE REGIONALI DEL 2000
PREMESSA
Punto di partenza di questo documento sono alcune riunioni tenute in Vigentina fra alcuni compagni milanesi e delle altre citta' lombarde e le riflessioni di Filippo Cattaneo (NOTE SULL'ATTUALE POLICENTRISMO AUTONOMISTICO e BOZZA DI LAVORO SULLE TRE ELLE PER PROMUOVERE LO SVILUPPO ECONOMICO E VALORIZZARE I SISTEMI PRODUTTIVI DI NUOVO SISTEMA DI GOVERNO REGIONALE) che sono opportuna introduzione scritta propedeutica all'elaborazione del documento.
1. LA REGIONE : UN MEZZO CAVALLO IN MEZZO AL GUADO (M.S.Giannini)
Gli istituti regionale e referendario "vivono" da 30 anni nel nostro Paese. Eppure, anche se l'attivazione contemporanea di entrambi si inseriva in un chiaro disegno della partitocrazia di diffondere la peste buro-partitocratica ad ogni livello, cercando con cio' di svilire il ruolo vivificatore previsto dalla Costituzione, se nel caso del referendum (concesso solo per consentire una rivincita clericale sulla legge de divorzio del 1970) questo disegno e' stato parzialmente sconfitto, nel caso dell'istituto regionale esso si e' ampiamente realizzato. Per cui, quando noi radicali affermiamo che la Regione e' la piu' partitocratica delle istituzioni partitocratiche della Repubblica, non coniamo uno slogan di comodo, ma formuliamo una diagnosi a partire dai seguenti sintomi:
a) Ritualita' di un assemblearismo parolaio anni '70 che gestisce piccole spartizioni di risorse e che perde di vista l'effettivita' delle politiche che potrebbero e dovrebbero tener conto degli interessi legittimi dei cittadini ed imprese
b) di contro, a fronte del topolino partitocratico, sta la montagna burocratica che gestisce enormi flussi finanziari, a garanzia di un welfare improduttivo e clientelare
c) presenza invasiva di strati e substrati di legislazione che negano nei contenuti la stessa essenza generale ed astratta della legislazione
d) vanificazione dei limitati tentativi di riforma del sistema amministrativo a causa di una sostanziale accondiscendenza ed omogeneita' fra strutture politico - burocratiche ministeriali e regionali
e) le complicita' parassitarie e partitocratiche si manifestano qui al loro culmine di inefficienza e sperpero
Le Regioni si sono coś strutturate (e non e' un caso che cio' sia avvenuto negli anni '70-'80 in stretta concomitanza con l'esplosione della spesa pubblica):
- da una parte in enti erogatori della spesa pubblica (secondo regole concretamente imposte dallo Stato) con scarsi ambiti di discrezionalita',
- dall'altra in organi politici che elaboravano progetti di programmazione velleitaria destinati a rimanere sulla carta (attivita' alta),
- gli stessi organi politici cercano canali di consenso attraverso la gestione della spesa loro affidata dallo Stato nei ristretti spazi in cui e' loro possibile operare (attivita' bassa).
Quelli sopra elencati sono sintomi di malattia grave, pre-agonica ( in alcune regioni, che hanno accumulato deficit economici vertiginosi, forse si puo' parlare di morte prematura); e' allora opportuno porsi la domanda: quale terapia riteniamo di poter proporre, noi radicali, per evitare di divenire complici e notai del probabile seppellimento delle Regioni?
2. DA MEZZO CAVALLO A CENTAURO?
Il punto di partenza per elaborare una terapia d'urto adeguata e' stato bene evidenziato da Pannella e Bonino nei mesi scorsi e coś riassunto da Emma (Corsera 23.10.99) " I prossimi presidenti delle regioni dovranno essere dello stampo dei presidenti delle piccole e medie nazioni europee e degli stati degli USA, o non serviranno che a proseguire il passato, la putrefazione". Ebbene, questa proposta apparentemente umile, in realta' si prefigge di creare un dato certo di discontinuita' col passato, perche' solo un presidente della regione col ruolo di " governatore" potrebbe mettere una zeppa nel meccanismo infernale della continuita' buro-partitocratica, introducendo qualcosa il piu' vicino possibile alla modalita' di "spoil system" e cioe' nominando uno staff agile e funzionale legato alla propria persona e pronto a far le valigie nel caso di risultato negativo.
L'approvazione in via definitiva (il 12.11) della c.d."riforma della forma di governo regionale" prevede, oltre all'elezione diretta del presidente della regione, l'affidamento al potere statutario regionale della definizione della propria forma di governo e della propria legge elettorale. Per le modalita' palesemente partitocratiche utilizzate per arrivare a questa approvazione, ben si comprende che la volonta' dei due poli e' quella di " blindare" ( a partire dalle modalita' di scelta dei candidati presidenti) il piu' possibile e in modo gattopardesco l'istituto regionale , ma le contraddizioni sono coś palesi e tali che, in alcune situazioni emblematiche l'indicazione di Pannella Bonino puo' trovare sbocchi positivi prima che la situazione si richiuda per altri 30 anni. Cio' dovrebbe realizzarsi in almeno cinque regioni ( per la possibilita' concreta di attivare l'antidoto referendario in modo "ordinario") e allora i giochi potrebbero essere considerati non completamente conclusi.
3 CLERICALISMO FOREVER?
A tutt'oggi non si puo' assolutamente affermare quando si terranno le elezioni regionali. Chiaramente il quando , evidentemente legato al contesto politico, determinera' il come. Le variabili da considerare sono tante e tali ( crisi o meno di governo, ammissibilita' dei referendum, slittamento della data delle elezioni regionali e/o loro abbinamento ad eventuali elezioni politiche anticipate, ecc.) che se si dovesse dar retta alla stampa di regime si finirebbe per perdere il lume della ragione. In questo documento prendiamo in considerazione l'ipotesi scontata (ma non certa) che e' costituita dai seguenti elementi:
- crisi di governo, a gennaio, con rimpastino
- cupola costituzionale che fa fuori il 50% dei referendum (ma ammette quello elettorale)
- elezioni regionali a fine marzo
- campagna referendaria a giugno
In questo contesto , se veniamo al caso specifico della Lombardia ci troviamo di fronte a due candidati : Martinazzoli e Formigoni. Ci sono tutti e due simpatici: il primo perche' molto colto e manzoniano, il secondo perche' ha fatto coincidere gli interessi molto concreti della Compagnia delle Opere con un venticello "liberista". Sono pero' tutti e due clericali: autonomista solidarista Martinazzoli, liberal-liberista Formigoni. Ma clericali, appunto, il che significa che, nell'ora della scelta, ubbidiranno all'istinto dell'intolleranza che e' il fondamento del loro integralismo (il discrimine proibizionista docet). E qui e' opportuno, per noi radicali, aver ben presente una pagina profetica (che forse Pannella s'era scordata quando indico' Scalfaro alla presidenza della Repubblica) che Salvemini scrisse nel 1947 dall'America:
"Tutti in Italia sembrano aver dimenticato che la liberta' non e' la mia liberta', ma e' la liberta' di chi non la pensa come me. Un clericale non capira' mai questo punto ne' in Italia , ne' in nessun paese al mondo. Il clericale non arrivera' mai a capire la distinzione fra peccato e delitto, quello che lui crede peccato, quello che la legge secolare ha il compito di condannare come delitto. Punisce il peccato come se fosse delitto, e perdona il delitto come se fosse peccato. Non e' mai uscito dall'atmosfera dei 10 comandamenti, nei quali il rubare e l'uccidere (delitti) sono messi sullo stesso livello del desiderare la donna d'altri (peccato). Percio' e' necessario tener lontani i clericali dai governi dei paesi civili. " (sottol.ns.)
Parole molto profonde che si possono vieppiu' apprezzare alla luce dei disastri che i clericali han combinato nel nostro Paese nei 52 anni sopravvenuti. Con un aggiornamento, pero', alla luce della nonviolenza, perche' se e' vero, come dice Pannella, che "La Jugoslavia non e' vicina, ma e' dentro le nostre coscienze" (Corsera 18.11.99), bisogna saper contemperare l'intransigenza con la tolleranza (ed e' quello che lui fece ne 1992) ricercando ed indicando strade alternative a quelle indicate dal potere partitocratico. Per cui , per la Lombardia, nel caso si una rinuncia di Emma a candidarsi (ipotesi che noi riteniamo funesta) dovremmo avere il coraggio di proporre alla presidenza Giuliano Cazzola ( ? ) ( o altra personalita') , come "garante " del programma riassunto nei 20 referendum. E su questa/e candidatura/e sfidare i due poli a sostenerla/e.
4 OPPURE : RIVOLUZIONE LIBERALE
Questo e' necessariamente, il paragrafo piu' problematico e aperto: da un lato perche' non puo' che essere momento di riflessione preparatorio ad altri e piu' specifici momenti di approfondimento (sulla sanita', l'urbanistica, la formazione professionale, i trasporti, ecc.), dall'altro lato perche' incombe con urgenza la necessita' di rispondere alla domanda: e' utile e perche' giocare "ORA" la carta politica di partecipazione alle regionali per difendere i referendum?
Se la partitocrazia e' il lupo travestito d'agnello e cioe' un blocco di potere simile a se stesso da 80 anni, che utilizza sul breve periodo il manto totalitario, ma che, per il lungo periodo, preferisce il manto democraticistico, con il "rasoio di Popper" noi abbiamo una conferma di questa analisi perche':
a) Le democrazie non sono governi del popolo, benś, prima di ogni altra cosa, istituzioni attrezzate contro una dittatura. Esse non permettono nessun tipo di governo dittatoriale, nessuna accumulazione di potere, ma tentano piuttosto di limitare il potere dello Stato.
b) Le democrazie intendono difendere le liberta' personali da tutte le forme di dominio, con una eccezione: quella della sovranita', o del governo della legge.
Per capire, allora, se noi radicali siamo attrezzati per smascherare il lupo partitocratico, sempre con l'ausilio di Popper possiamo convenire che:
"La storia del potere politico elevata a storia del mondo e' un affronto contro l'umanita' e la moralita'." Ma pure siamo consapevoli che:
"Una storia concreta dell'umanita', se ci fosse, dovrebbe essere la storia di tutti gli uomini. Dovrebbe essere la storia di tutte le speranze, di tutte le lotte e di tutte le sofferenze umane. E cio' per la ragione che nessun uomo e' piu' importante di un altro uomo."
Ebbene, se a partire da queste considerazioni, possiamo affermare - senza tema di smentita - che solo i radicali possono vantare il tentativo (parziale fin che si vuole, ma certamente in quella direzione) di aver sempre cercato di scrivere questo tipo di storia della democrazia, senza sbandamenti totalitari, nel caso concreto di questa ipotesi regionale e tenendo ben ferma una specificita' radicale ( ben riassunta da Pannella del 1976 con la prima elezione alla Camera " Noi andiamo ĺ per mutare una istituzione a-democratica senza esserne mutati"), possiamo cominciare a rispondere: se le pattuglie radicali (modernizzando "ora e sempre resistenza" in " ora e sempre referendum") all'interno di almeno 5 Consigli regionali si pongono l'obiettivo prioritario di far presentare alla maggioranza dei consigli nell'ipotesi piu' positiva ( con valenza di referendum nazionale, ma anche, nell'ipotesi piu' riduttiva, con valenza regionale), ogni anno "pacchetti di referendum liberali - liberisti - libertari", l'annuncio s
tesso potrebbe avere, nei confronti della Corte Costituzionale un effetto deterrente sulla sua volonta' demolitoria dell'istituto referendario.
In secondo luogo intersecando il discriminante delle 3 ELLE (F.Fischer) con i 20 referendum gia' sottoscritti, ma anche con i rimanenti 27 gia' depositati, (sul modello del calcolo matriciale) noi avremmo il piu' portentoso "programma" sull'economia e le liberta'.
Una breve considerazione sulla " LIBERTA' DALLA BUROCRAZIA". Andrebbero esplorate due ipotesi di lavoro "provocatorie":
1. Ipotesi Dubcek : ridimensionamento drastico del personale regionale "accumulato" negli ultimi 30 anni;
2. Capovolgimento del ruolo: oggi abbiamo il 99% del personale alle dipendenze della Giunta e l'1% alle dipendenze del Consiglio. Nella prospettiva di una delegificazione ragionata, va attuato un capovolgimento di questo dato di conservazione, al fine di attuare un vero e proprio censimento delle leggi regionali "utili" o " inutili".
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