Intervista alla leader radicale/ »Berlusconi sbaglia a denunciare il giudice, appoggi i referendum: la giustizia è di tutti
Bonino: mi candido alle regionali per guidare Veneto o Piemonte
di VIRMAN CUSENZA
ROMA - Torna il »fattore E . Stavolta l'obiettivo di Emma Bonino sono le regionali di marzo, quando con lista e candidatura la leader radicale - grazie all'elezione diretta dei presidenti- tenterà di guastare la festa ai concorrenti di Polo e Ulivo. In mezzo, ci sarà il duello sui referendum che i radicali affrontano con il groppo in gola: »Vassalli alla presidenza della Corte Costituzionale non ci fa ben sperare .
Onorevole Bonino, è vero che i radicali a Bologna hanno lavorato per impallinare Tura?
»E' evidente che a Bologna sul piano della logica ha vinto l'Ulivo. Parisi e Tura erano candidati intercambiabili: illiberali tutti e due. Quelli del Polo hanno perso più perchè sono mancati loro, non tanto perchè siamo mancati noi .
E quale lezione ne trarrete voi radicali?
»Che ormai è necessario non rinunciare ad una candidatura liberale, visto che abbiamo un falso bipolarismo privo di una contrapposizione autentica .
Lei darà l'esempio alle regionali?
»Abbiamo deciso di presentare nostre liste e candidati. Quanto a me, sono pronta a dare la mia disponibilità. Magari dovrò scegliere la regione o le regioni: mi stimolano Piemonte e Veneto, soprattutto. Ma c'è pure la Lombardia .
Non avevate promesso l'appoggio a Cacciari perché più affine?
»E' noto che in Veneto alle europee raccogliemmo il 10 per cento. E che molti nostri elettori apprezzano Cacciari. Ma la guida di una regione come il Veneto è paragonabile al governo di un medio Paese europeo e per questo occorrono candidature autentiche, evitando di seguire le mode nuoviste .
Politici di professione meglio della società civile?
»E' dal '92 che si è affermata questa assurda regola per cui bisognava non essere stati mai eletti per essere nuovi e quindi migliori. Questa storia dei candidati poco connotati politicamente è stata definitivamente sconfitta a Bologna .
Che cos'è un modo per suggerire al Polo: meglio Storace che un altro nel Lazio?
»Storace ha una sensibilità referendaria indubbia, abbiamo combattuto insieme tante battaglie. Ma sul Lazio non abbiamo ancora deciso .
Sembra di sentire D'Alema. Con la sinistra di governo il vostro dialogo si è interrotto?
»Parrebbe così. Sugli scalini del Parlamento di Strasburgo, ogni lunedì Veltroni mi dice: noi due ci dobbiamo incontrare. Io sto qui. Non ho più notizie di D'Alema da quando ha attaccato i nostri referendum definendoli uno sfregio ai lavoratori .
Alleanza impossibile?
»Se la sinistra è quella di Amato e D'Alema, se ne può parlare. Difficile se è quella dirigista di Salvi e Cofferati. Ricordo che Amato lo sostenemmo già nel '92 quando presentò in Parlamento una finanziaria lacrime e sangue. Ma purtroppo oggi D'Alema non è Nembo Kid e fatica a reggere una coalizione a dodici voci. La nostra sarebbe solo la tredicesima... .
Ma allora dove batte il cuore radicale: con il Polo?
»Non è un mistero che oggi abbia il Polo meno in simaptia. Ma è un fatto che le psozioni liberal nel Polo sono gradualmente scemate. Berlusconi, nel '94, era partito come alfiere del maggioritario e oggi si scopre paladino del proporzionale. Per di più vuole rifare la DC, progetto legittimo, ma che non ci interessa .
Sulle riforme almeno vi sentite garantiti da Ciampi, che lei e Pannella avete incontrato di recente?
»Ciampi ha una sensibilità forte sui temi dei nostri referendum. Ma in materia di sindacati è un propugnatore del metodo della concertazione, questo ci divide. Condividiamo invece la sua preoccupazione che il Parlamento non riesca a fare le riforme .
E infatti non vedete l'ora che passi il referendum ammazza proporzionale.
»Il neo presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Vassalli, è certo un galantuomo. Ma ricordo la legge Vassalli sulla responsabilità civile dei magistrati che tradì il nostro referendum approvato a furor di popolo. Questo precedente non mi fa ben sperare .
Sulla giustizia dà ragione a Berlusconi che addita »il cancro di certi magistrati di sinistra o a Ciampi che ne difende l'autonomia?
»A Berlusconi dico: appoggi i nostri referendum sulla separazione delle carriere, il nuovo sistema elettorale del Csm o sugli incarichi extragiudiziali. Altrimenti l'impressione è che al Cavaliere stiano a cuore più le vicende personali che le soluzioni del sistema giustizia del Paese. Detto questo, è plausibile il sospetto che certi tempi processuali nella sua vicenda siano strani. Ma non è con la denuncia del gup che li risolvi .
Signora Bonino: se l'Italia fosse l'America lei sstarebbe con i Democratici o con i Repubblicani?
»Non c'è dubbio: con i democratici. Come pure con i laburisti in Inghilterra. Se c'è da scegliere come investire i soldi pubblici in caso di pareggio del bilancio, preferisco potenziare i servizi sociali. Ma in Italia siamo indietro di dieci anni. Un giorno chissà... .