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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Antonio - 15 dicembre 1999
Ancora, ancora, ancora.
L'intervenuto all'Assemblea dei Radicali toscani, parla, come i più, diffusi anche con alte cariche nel nostro movimento, con idee poco chiare e recitando una parte pur nella ricerca di nobili cause "perché qualcosa si deve pur fare in politica". Però ben dice che i Radicali rappresentano oggi il "terzo polo" ma non saprebbe come meglio uscirne che tornare a chiedersi da che parte vogliano schierarsi i Radicali.

Ora, e consiglio l'esercizio a quanti proprio non possono fare a meno di chiedersi e/o raccomandare "o di qua o di là", è bene affermare politicamente (con qualche senno del possibile): Io sono qua (io sono "il qua"), voi siete là (siete "i là").

Il confronto tra tre o più schieramenti in un collegio uninominale a turno unico è nei fatti. In Italia è già da un pezzo matura la condizione di andare oltre i presunti e improbabili poli in campo. In più di un collegio, tanto per cominciare, vincerebbe l'esponente di un terzo e scommetterei anche di un quarto polo.

Quanto poi in ordine all'eventualità di far parte di un governo a maggioranza reimpastata: vorrei vedere che un Movimento promotore di venti referendum chiave, epocali, non decidesse di sostenere la legislatura ove si aprissero le condizioni (e ne dubito) per farlo.

Il quadro è terribilmente bloccato: scegliere di qua o di là significa perdere comunque. I referendum sono già in porto proprio perché, seppur ci si mandasse ad elezioni anticipate, l'affermazione politica, anche in presenza di magri risultati numerici in termini di conseguimento di seggi, sarà indubbia e conseguente ai bisogni reali del Paese.

Questo per ciò che riguarda le pruderie politiciste della visione concreta della realtà. In ogni caso, il cancro partitocratico è così diffuso che la visione successiva non è l'accomodarsi al governo ma il perseguimento di una rivoluzione che un'onda irrefrenabile porta con se in progressione esponenziale, geometricamente componibile da un sincero anelito di democrazia, di riforma e di diritto, in altre parole, di un governo stabile comandato da un progetto, un programma, sinceramente al servizio del Paese.

 
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