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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Antonio - 20 dicembre 1999
Bazzichi, rimandandoti su l'uninominale alla mia 12192, devo dirti, en passant, che nel 1978 - pur in presenza di un golpe, soltanto grazie a noi evitato, almeno in parte poichè lì il regime ottenne il tavolo extraistituzionale che governa ancora le cose in questo Paese - il debito pubblico praticamente non esisteva (ho in mente il dato del 1982: circa 350-400 mila miliardi), Berlusconi ancora cantava nei night della riviera ligure, Cappato non era ancora iscritto alla prima elementare, i diciottenni votavano solo da quattro anni, il movimento radicale viveva la stagione del referendum sull'aborto e delle marce antimilitariste, non aveva iniziato la politica per l'uninominale né la lotta contro lo sterminio per fame nel mondo ma già da quindici anni parlava di rivoluzione liberale.
Io so che il "bastone nel culo" all'interno del movimento radicale non lo avverto tanto quanto è avvertibile all'esterno, fuori, senza, "come foglio turbinante strappato e scagliato lontano accartocciato".

Ripensa, rivedi il tuo essere radicale: la compatibilità non è da valutare con i rapporti interni, ma con l'incidenza nello scenario politico: sino a tutti gli anni '70, sino al 1989, sino al 1996, sino al 2000, sino al 2002, semmai ancora sino al 2003, poi, dovrà essere tutto altro, in quanto la velocità, il tempo, il caos, l'entropia, non consentiranno pratiche e riferimenti politici tradizionali.

Ed ancora, Pannella merita di essere supportato e assecondato quale unico leader e statista spendibile nel panorama dato....poi c'è Emma, e tutto ciò che è stato detto, fatto e visto non potrà che trovare il componimento ideale anche per quelle forme di democrazia che spero tu non voglia dubitare fino in fondo proprio nel movimento radicale: Continua a muovere le tue pedine, ma non ti accorgi che stiamo andando a scacco matto.

 
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