purtroppo il problema delle mutilazioni genitali femminili
operate in paesi africani (clitoridectomia ed infibulazione)
e' ben piu' complesso di quanto si creda e, comunque, certo
NON risolvibile con convenzioni internazionali: e' - ad esempio - pratica diffusissima fra la popolazione del Sudan
(con l'eccezione delle esigue minoranze cristiane: cattolici, copti, siriaci ed armeni) NONOSTANTE la legislazione locale
la proibisca espressamente...
Anzi, paradossalmente, l'interdetto legale aggrava il problema che', non essendo possibile far ricorso alle
strutture ospedaliere, il monopolio di tale usanza e' in mano
a "praticoni" che operano pressoche' sempre in totale
assenza delle piu' elementari norme igieniche, con le
conseguenze facilmente intuibili (sopratutto in ambito
rurale....).
D'altro canto e' da rilevare come la pratica sia radicata nella
mentalita' comune al punto che anche ragazze di cultura
medio-alta e di formazione tale che le dovrebbe rendere piu'
sensibili alle problematiche inerenti (ad es. infermiere
professionali...) non hanno difficolta' a dichiarare che, se non
infibulate, si sentirebbero diminuite in quanto "diverse".
Diverse dalle loro coetanee e diverse dalle loro ascendenti...
pm