dal Corriere della Sera, 21 dicembre 1999
Prima pagina Cronaca di Roma
I dati resi noti e meritoriamente analizzati dal Corriere della Sera sul disastro annunciato per i pellegrini giubilari con handicap ci dicono che almeno 600.000 disabili raggiungeranno Roma l'anno prossimo: un bel target. Insomma, una fetta di mercato, una nicchia di tutto rilievo.
Come invece ci spiega il Corriere, la ricettivita' romana e' del tutto inadeguata alle specifiche esigenze di questa massa di clienti.
rispetto all'alloggio, soltanto lo 0,031 per cento (zero virgola zerotrentuno per cento) della ricettivita' alberghiera e' attrezzata per l'accoglienza di clienti con problemi fisici.
La prima cosa che vien da pensare e' che gli imprenditori alberghieri romani non sappiano far bene i loro affari.
E' possibile, ragionevole, che non vi sia stato un solo albergatore che abbia deciso di emergere, di imporsi sul mercato assicurandosi questa cospicua fetta di clienti?
Il fatto e' che il mercato non c'e'.
E' probabilmente questo il principale problema con cui i disabili di questo paese hanno a che fare.
Per colpa dell'assistenzialismo caritativo i disabili pagano prodotti e servizi piu' di quanto costino in condizioni di concorrenza, ne' la ricerca e il mondo della produzione decidono di dedicarsi, specializzarsi in questa quota di mercato. E non trovano posto nei normali alberghi.
Da disabile grave, quale sono, credo che quel che penalizza in primo luogo la mia esistenza, forse addirittura prima della mia cecita', e' il mio essere deputato all'assistenza, invece che cliente, utente. Con esigenze, domanda specifica, particolare, come ve ne sono mille.
La forza di chi ha interesse a far si' che i disabili rimangano fuori da quel poco di mercato che per i "normali" pure esiste, e' facile da misurare. Basti guardare al pochissimo che i sei anni della Amministrazione del mio vecchio amico Rutelli hanno prodotto. Basti guardare quanto questa politica abbia lasciato a terra i disabili romani, e nel contempo abbia interloquito soltanto con chi tra i disabili e l'amministrazione media, spesso col parastato, talvolta coi Meckie Messer.
E' facile rendersi conto che, per esempio, un disabile che possa muoversi con liberta' e indipendenza non crea indotto alcuno ai mediatori. E non e' quindi affatto casuale che l'Amministrazione abbia costantemente quanto consapevolmente privilegiato il sostegno a quell'indotto, invece che investire sull'adeguatezza dei servizi pubblici. E oltre che limiti alla liberta' delle persone, questo ha creato e crea diseconomie a danno delle risorse pubbliche.
Il luogo comune del mercato e della sua liberta' che penalizzerebbe i piu' deboli e' - appunto - un misero e falsissimo luogo comune.
Paolo Pietrosanti
Consigliere Generale del Partito Radicale