Cagliari, 20 dicembre 1999
L'obiettivo immediato consisteva nel rompere il contagio della paura, nel richiamare alla lotta una opposizione polverizzata, nel creare una coscienza e una volontà rivoluzionarie in una minoranza audace capace, col tempo, di trascinare le masse.
Emilio Lussu
Gent. mo On. Cappato,
mi chiamo Alessandro Fois, ho 22 anni, laureando in Filosofia, sono radicale (Liberale, Liberista, Libertario, Referendario, Ecologista, Federalista, Nonviolento) e dall'8 marzo di quest'anno mi onoro di far parte, almeno come iscritto, del Partito Radicale.
Milito attivamente da quasi quattro anni in Forza Italia, dapprima nella squadra regionale dell'organizzazione da poco più di un anno vesto l'incarico di consigliere di circoscrizione della mia città, ma quando ne ho avuto la possibilità ho sempre votato Radicale.
E' inutile che le scriva i motivi che mi hanno indotto a militare in Forza Italia, posso riassumerli nella frase: le istanze di libertà del '94.
Ma come lei ben sa, il tradimento costante delle stesse istanze è un fatto oramai assodato da troppo tempo. A livello regionale, come temo a livello nazionale, Forza Italia è controllata da un manipolo di opportunisti sfruttatori del consenso che ha lo stesso partito. Berlusconi porta avanti una strategia politica che definire democristiana sarebbe offensivo per la DC.
Sono, letteralmente, più di tre anni che a tutti i livelli del mio partito cerco di comunicare la preoccupazione per quello che Antonio Martino solo un mese fa ha definito "mutazione genetica", (riferendosi all'ingresso di Vizzini nel comitato di presidenza di F.I.), ma che in realtà è in corso, tragicamente, sin dal dopo governo Berlusconi, cioè da quella immonda esperienza del governo Dini ad oggi.
Qui in Sardegna le "faide" interne al partito sono divenute la regola, come il mercimonio delle tessere, gli interessi privati in amministrazione pubblica.
Non esiste il confronto interno e quando insieme ad altri amici ho cercato di realizzarlo siamo stati emarginati, non avendo mai accettato la logica dell'accasamento in qualche corrente o spiffero del partito e, proprio per questo, gli appellativi di utopisti, trasversali, intransigenti si sono sprecati nei nostri confronti.
F.I. ha imboccato, legittimamente, la strada del potere per il potere: gli slanci ideali sono inesistenti, la cultura politica liberale, nonostante tutti i proclami, è molto scarsa.
Credo di aver pazientato anche troppo all'interno di questa esperienza politica, ho cercato di non rassegnarmi all'andazzo che le ho descritto ma oramai è irreversibile e ho deciso di fare ciò che la mia coscienza ritiene non più procrastinabile: lasciare Forza Italia. Lo faccio a malincuore perché ero uno di quelli che "ci credeva", e forse proprio per questo che mi sento truffato e preso in giro.
Le ragioni della mente come le ragioni del cuore, mi hanno sempre avvicinato a Marco Pannella, Emma Bonino e ai militanti radicali.
Vorrei che nella mia città vi fosse una costante e organizzata presenza Radicale, garantendo da subito la mia disponibilità.
La prego di non far cadere nel vuoto questo appello.
Confidando in un suo qualsiasi cenno di riscontro,
voglia gradire la mia stima
Alessandro Fois