"[...] Il successo ha dunque riguardato soprattutto i radicali. Paradossalmente si è manifestato in una elezione col sistema proporzionale, quello stesso che il loro leader Pannella vuole cancellare, allo scopo di proiettare l'Italia nel novero delle compiute democrazie dell'alternanza. D'altro canto, questo risultato viene dopo la campagna presidenziale - virtuale quanto si vuole, ma che ha dimostrato con quale favore gli italiani guardino all'opzione presidenzialista - per eleggere Emma Bonino al Quirinale; una campagna, cioè, che più di ogni altra aderisce a modelli di stampo schiettamente maggioritario. Il punto, a nostro avviso, è che la sola modifica del sistema elettorale non è decisiva per conseguire l'obiettivo di un superamento dell'attuale crisi di rappresentatività e di governo delle cose. Eletti in collegi uninominali, deputati e senatori si comporterebbero davvero diversamente da oggi? Il trasformismo non avrebbe più acqua per nuotare? Il balletto all'interno delle Camere non continuerebbe? Pe
r questo, occorre un intervento istituzionale di ben altra portata e il combinato disposto con l'elezione diretta di un presidente, che valorizzi nel contempo l'importanza della sovranità popolare in democrazia.
Dalla campagna "Emma for president" e da questo voto europeo è emersa l'indicazione di una potenziale disponibilità a favore di profondi cambiamenti. Essa è però disturbata da una rischiosa tendenza a giudicar vana ogni opposizione contro oligarchie che appaiono inamovibili e garantite da un gioco delle parti sul piano parlamentare. Intercettare e incoraggiare quanti non intendono sottostare alla "dittatura" di burocrazie parassitarie che soffocano ogni sviluppo, né arrendersi all'egocentrismo di una classe dirigente che antepone interessi particolari a quelli collettivi, è l'impegnativo compito che attende i radicali. [...]"