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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 4 gennaio 2000
REFERENDUM: BONINO, SALVI ALLA TESTA DEI CONSERVATORI

Roma, 4 gennaio 2000

Dichiarazione di Emma Bonino:

"Prendo atto della marcia indietro di Salvi, che oggi rinuncia alla sua richiesta che il Governo si costituisca in giudizio presso la Consulta contro i referendum radicali su mercato del lavoro, sanità e previdenza.

Sul piano del confronto politico sui temi e sulle riforme dei referendum, il Ministro del Lavoro si candida comunque a guidare lo schieramento antireferendario e conservatore. Dietro l'accusa strumentale e demagogica che i nostri referendum proporrebbero una liberalizzazione "selvaggia", si nasconde infatti la precisa volontà -comune ai sindacati e parte della sinistra - di conservare gli equilibri esistenti, con garanzie sconosciute negli altri paesi avanzati per pochi fortunati e una assenza totale di garanzie e di opportunità per il resto dei lavoratori e dei disoccupati. A chi ci accusa di attaccare i deboli chiedendo flessibilità nel mercato del lavoro, rispondo con i dati dell'OCSE resi noti ieri, da cui risulta evidente come i lavoratori più deboli, cioè i disoccupati, siano lasciati, nell'Italia neo coorporativa e consociativa, completamente a se stessi.

I referendum sul lavoro consentiranno la creazione di milioni di posti di lavoro per i disoccupati ed i lavoratori in nero, specie tra i giovani e le donne, soprattutto nel sud del paese. Non solo: un mercato del lavoro più flessibile di quello ottusamente rigido di oggi, costituisce una condizione necessaria - anche se di tutta evidenza non sufficiente - per attrarre nuovi investimenti produttivi e rilanciare la crescita economica. Solo un'economia che cresca a ritmi doppi o tripli di quelli attuali potrà consentire la creazione di nuovi posti di lavoro, unica vera "tutela" degli interessi di lavoratori e disoccupati.

Anziché paventare scenari apocalittici derivanti da referendum che puntano semplicemente ad allineare il mercato del lavoro italiano con quello di altri paesi europei, Salvi farebbe meglio a spiegare come intenda affrontare in tempi rapidi, senza le liberalizzazioni, una situazione che vede il record di disoccupazione europea per giunta con l'aggravio di una percentuale straordinaria di disoccupati di lungo periodo. Forse con le 35 ore? "

 
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