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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 6 gennaio 2000
Segue intervista a Emma Bonino su "Quotidiano Nazionale"
Giovedì 6 gennaio 2000 pag.4

L'intervista. L'europarlamentare radicale è pronta a lanciare in Lombardia la sfida per le regionali. E indica la strada lungo la quale può stringere alleanze: "Punto sui delusi".

BONINO: "BERLUSCONI DECIDA, O CON ME O CON BOSSI"

di Flavia Baldi

Milano - Emma Bonino alle prese con l'influenza non perde la sua verve. Ben decisa a far pesare il consenso che da anni l'accompagna. Sottobraccio al centrodestra o al centrosinistra? Per ora in splendida solitudine, puntando tutto sui referendum ma con un occhi attento anche alle Regionali. Spera, l'europarlamentare, che il Berlusconi proporzionalista "si ravveda". Porte chiuse invece al centrosinistra, colpevole di "statalismo". Anche se in Lombardia la discesa in campo per le Regionali di Emma è riuscita a far sorridere Mino Martinazzoli. Che spera sottragga voti al fronte Polo-Lega.

ONOREVOLE BONINO, IL DIALOGO CON BERLUSCONI E DAVVERO CHIUSO?

"Nell'ultimo mese abbiamo parlato diverse volte ma lui di proporzionale con noi non aveva mai fatto cenno. In realtà, Berlusconi ha espresso la sua simpatia per il cosiddetto sindaco d'Italia durante la crisi di governo. Ora spero vivamente che ci ripensi. La Loggia mi assicura che niente è stato deciso, che il partito ne discuterà alla prossima assemblea nazionale di Forza Italia (entro gennaio ndr). A questo punto, insomma, il dialogo non dipende più da me".

IL CENTROSINISTRA L'HA CORTEGGIATA A LUNGO. D'ALEMA OSTENTA IL SUO CREDO MAGGIORITARIO.

"Ma, solo una parte del centrosinistra la pensa come noi. Perché ci sono questi partitetti, partitacci, partitini, che pure sono centrosinistra, tutti proporzionalisti. E uno lo capisce pure, è la garanzia per la loro sopravvivenza. Ma è un discorso da oligarchi. Temo che al Paese della sopravvivenza dei vari cespugli non gliene freghi moltissimo se questo ha come conseguenza la paralisi".

TROVA DUNQUE CHE IL CENTRODESTRA SIA PIU UNITO?

"In apparenza. Perché è molto facile che Berlusconi, vinte le elezioni, si ritrovi poi con la parte democristiana che vorrà fare un gruppo, Buttiglione, pure, Cossiga non lo so, la parte liberale altrettanto, quella socialista pure. Poi ci sono Casini e Fini, poi c'è Bossi. Beh . ."

IL CENTRO SINISTRA AL NORD SPERA CHE LA LISTA BONINO "DISTURBI" IL CENTRODESTRA. SOPRATTUTTO IN LOMBARDIA. LEI CERCA UNA RIVALSA CONTRO BERLUSCONI?

"Ma che rivalsa. Noi non siamo né anti-polo né anti-formigoni e tanto meno un "disturbo". Certo, non posso farci niente se Berlusconi guarda al proporzionale rinunciando a ogni volontà di rivoluzione liberale. Se preferisce ai referendum liberali l'accordo elettorale e di palazzo con la Lega di oggi, con un Bossi che fino a poco tempo fa lo riempiva di insulti. Credo dovrà dare qualche spiegazione ai suoi elettori".

MA LEI PENSA DAVVERO CHE LA LISTA BONINO POSSA INSERIRSI AL NORD TRA I DUE POLI?

"Io corro per vincere. Con la stessa utopia e determinazione con cui ho fatto la corsa per la presidenza della Repubblica. E poi a tutti sfugge un particolare: c'è un 40 per cento di astensioni. Noi cercheremo di motivare una parte di questi cittadini a ritrovare un dato di fiducia in una proposta liberale molto chiara".

CHE LA DESTRA E LA SINISTRA CONTI SU DI LEI PER SOTTRARRE VOTI AL "NEMICO" LA LASCIA INDIFFERENTE?

"Certo, non mi tocca. Io guiderò la lista in Lombardia, Marco (Pannella ndr) probabilmente in Piemonte o Veneto. E non lo facciamo per fare favori a qualcuno. Puntiamo a vincere. In Lombardia il 13 giugno ho preso il 12 e oltre per cento dei consensi. Al Nord siamo il terzo partito, in molte province il secondo.

Vogliamo tentare di passare da un elettore su 10 a due elettori su 10".

VOI SIETE PER IL MAGGIORITARIO. EPPURE, ANCHE SE ESISTONO GIA DUE POLI, VOI VI PONETE COME TERZO. NON C'E UNA CONTRADDIZIONE?

"No, guardi, noi siamo quelli che vogliono davvero il maggioritario. Dal '93 noi abbiamo vinto con la gente e poi siamo stati sconfitti dal Palazzo. E poi non siamo per due Poli, ma per due partiti".

LA SUA STORIA PERSONALE E POLITICA NON LA PORTEREBBE A DIALOGARE CON LA SINISTRA INVECE CHE CON LA DESTRA?

"Sui diritti civili certamente. Ma oggi le libertà economiche hanno la stessa forza dirompente che hanno avuto le libertà individuali negli anni Settanta e Ottanta. Quindi, vorremmo per esempio la libertà di negoziare il proprio lavoro, poter decidere da soli. E invece no perché, ci dicono, il sindacato pensa meglio di noi".

LEI VEDE ANCORA TRACCE DI COMUNISMO?

"Di assoluto statalismo e paternalismo che garantisce il potentato dei sindacati".

E' PER QUELLO CHE NON SCHIERA CON IL CENTROSINISTRA?

"Se la sinistra si ostina su posizioni di conservazione dello sfascio istituzionale ed economico non mi pare che ci siano le condizioni per un'azione politica comune. E poi con quale centrosinistra? Quello che si schiera dove? Io non capisco se il suo indirizzo sia quello di Amato o quello di Salvi o quello di D'Alema quando va ai convegni".

INSOMMA, SE BERLUSCONI CAMBIA IDEA SUL PROPORZIONALE?

"Si, potrei dialogare ma con il Berlusconi del '94, quello che servirebbe davvero al Paese e che potrebbe governare sul serio".

 
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